NO SCHOOL NO FUTURE
No School No Future è la campagna del Coordinamento dei Collettivi Studenteschi per il rientro a scuola in presenza ed in sicurezza. Dopo più di un’anno di pandemia, noi studentesse e studenti abbiamo bisogno di riappropriarci delle nostre scuole e dei nostri spazi. Abbiamo bisogno di tornare ad una nuova normalità, una scuola costruita a partire dalla didattica e da un rinnovamento dei programmi per una scuola a misura di studenti e studentesse.
REINTEGRARE I FONDI TAGLIATI
Negli ultimi decenni la scuola pubblica ha ricevuto sempre più tagli, mentre le scuole private e paritarie hanno ricevuto sempre più fondi. Di miliardo in miliardo la scuola, i giovani, il futuro sono stati messi all’ultimo posto, lasciando al primo i profitti di pochi, sulle spalle di tutt*. Pretendiamo il reintegro immediato di tutti i miliardi tagliati alla formazione, per poter cambiare il mondo a partire da chi lo vivrà e costruirà.
ASSUNZIONE DEI DOCENTI
Chiediamo a gran voce che venga attuata una concreta politica di riduzione del precariato dei docenti, in quanto ciò ricade direttamente sulla qualità dell’insegnamento e dell’istruzione. Esigiamo continuità didattica e una diversa modalità di reclutamento degli insegnanti. Ogni anno a settembre si ripresenta, sempre più grave, il problema delle cattedre vuote, nonostante le promesse e gli interventi fatti al fine di risolvere questa crisi.
Vogliamo la stabilizzazione in ruolo dei professori e l’eliminazione delle classi pollaio concepite solo in funzione di un risparmio in termini economici e di assunzioni! L’educazione deve essere priorità!
POTENZIARE I MEZZI
Per gli studenti che rientreranno a scuola nei prossimi mesi è necessario che lo spostamento sui mezzi pubblici sia diffuso, sostenibile e sicuro, non vogliamo che per studiare in presenza sia necessario mettere in pericolo la nostra salute e quella delle persone che ci circondano.
Le scuole sono un luogo sicuro, è stato fatto un grande lavoro di distanziamento e sanificazione, invece per quanto riguarda i mezzi pubblici non è stato fatto nulla, solo proposte ridicole come: la scuola la domenica e migranti sui trasporti in solo in determinati orari.
REQUISIRE LO SFITTO PER DARE SPAZI ALLA SCUOLA
Non ci permettono di andare a scuola in presenza perché mancano gli spazi a causa dei tagli che hanno portato la scuola alla rovina negli ultimi decenni, mentre palazzinari e speculatori guadagnano sullo sfitto e su tutti quei palazzoni vuoti che invadono lo spazio della nostra città, continuando a cementificare e consumare suolo per i profitti di quella casta che ci ha affamati e continua a farlo.
Solo a Milano ci sono migliaia di spazi sfitti che potrebbero ospitare delle classi.
Requisiamo gli spazi sfitti e diamoli alla scuola.
FUORI I PRIVATI DALLE SCUOLE!
Rivendichiamo una scuola dal basso, libera dall’azione dei privati e delle multinazionali. Eni, colpevole di disastri ambientali, si occupa dell’educazione ambientale nelle scuole, vuole insegnarci a prenderci cura del nostro mondo. A questo si aggiunge lo sfruttamento degli studenti nell’alternanza, che non ci prepara realmente al mondo del lavoro ma ci costringe a servire aziende inquinanti e consumiste come Zara e McDonald’s.
La buona scuola ha impostato un’istruzione gerarchica in cui i presidi hanno pieno potere decisionale sui professori e assumono una figura al pari di un manager aziendale, trasformando le scuole in delle fabbriche. A tutto questo diciamo basta!
LETTERA A UN* PROF
Car* Prof,
CONTINUA A LEGGERE LA LETTERA
Sulla riapertura, tutti hanno detto molte cose, ma nella migliore delle ipotesi tutte tese a salvaguardare le briciole che concedevano prima, un’ottica miope per un Paese che conta uno dei più alti tassi di dispersione scolastica, chi ridarà i suoi 15 anni o i suoi 8 anni a Mohamed, Marco, Sofia o Jasmine? Qualcuno ci ridarà questi mesi o forse qualcuno pagherà per aver ritenuto più importante la produzione di f35 che la nostra formazione?
Non vogliamo difendere lo status quo, almeno la capacità di sognare e di immaginare altre scuole possibili vogliamo tenercela stretta.Non possiamo accettare che le scuole siano state chiuse ma non possiamo accettare neanche che nulla sia stato detto nè tantomeno fatto su come cambiare una scuola che, da molto prima del COVID, fa acqua da tutte le parti a causa dei governi che, uno dopo l’altro, hanno tagliato miliardo dopo miliardo i fondi all’istruzione pubblica, preferendo il finanziamento del privato.
Un banco qua, una mascherina là, come se questo bastasse a eliminare i numerosissimi problemi che da anni denunciamo. Classi pollaio, precarietà, scuole che ci cadono in testa, insegnanti che mancano e, quando ci sono, con gli stipendi più bassi d’Europa, la percentuale di dispersione più alta d’Europa, la scuola-impresa, i presidi-manager, la retorica di studentesse e studenti “preparat*” al mondo del lavoro e la concretezza di non essere preparat* a essere cittadin* attiv*, la didattica frontale tale e quale a 70 anni fa, le pochissime gite. E ancora la valutazione quantitativa, i test invalsi, scuole di serie A e di serie B, le ripetizioni private, i soldi pubblici alle scuole private, la dote scuola alle scuole private, le scuole private, le scuole cattoliche, l’educazione sessuale mancante, la completa mancanza di educazione ecologica nonostante l’emergenza climatica.
Non una proposta su come cambiare la scuola, su come reinventarla per costruire una scuola equa, solidale, cosmopolita, su come costruire la scuola nell’era della pandemia globale e del mondo globalizzato, su come uscire insieme da questa situazione dove il profitto conta sempre più delle vite umane. Le possibilità sono tante, l’educazione all’aperto, nei parchi, nei luoghi pubblici, negli spazi dismessi delle caserme, difesi e tenuti inutilizzati in attesa della prossime speculazioni e mai considerati come spazi da restituire alla collettività .
Vogliamo tornare a scuola ma vogliamo anche tutta un’altra scuola con edifici adeguati, programmi rivisti e metodi di insegnamento diversi, una scuola che non lasci indietro nessuno, se no non è scuola. Abbiamo alcune domande che non possono più aspettare, questa scuola tutta tesa ad una valutazione anacronistica e non alla comprensione della realtà, va cambiata.
Come studieremo l’ambiente e le scienze? L’economia? Qualcuno ci spiegherà mai il concetto di Spillover, il legame tra la crisi climatica e il virus che ci ha intrappolati e ci intrappolerà nelle nostre stanze? Chi ci spiegherà come funziona il mondo, a partire dai libri di storia? Chi ci racconterà che la rivoluzione è già stata fatta nel 1789 e che si può rifare?
Chiusi, isolati per mesi o anni davanti a uno schermo come faremo a diventare le donne e gli uomini del futuro? Come faremo a imparare come va il mondo? Come faremo a imparare a rispettare tutte le persone, senza differenziazione data dal colore della pelle, rispettosi dell’orientamento sessuale di chiunque? Come impareremo a essere solidali con qualunque essere umano, non facendo morire delle persone nel mediterraneo in nome di un nazionalismo inutile e ottuso, che ha il solo obiettivo di alimentare la guerra tra i poveri?
La nostra socialità, inter-azione, la nostra cospirazione di cervelli è necessaria. Siamo il mondo che verrà, se non volete un mondo di sociopatici, ignoranti, di persone sole e centrate solo su se stesse bisogna essere tutt* partigiane e partigiani, prendere parte, non stare a guardare, non pensare che oramai i giochi sono fatti e niente va più, tutto può ancora andare e cambiare, dipende da noi.
E’ necessario per noi studentesse e studenti, giovani e,senza retorica, futuro di questa italietta dei malati di Covid nella rsa e dei tamponi mancati, ma è necessario anche per tutti le e gli insegnanti, docenti, educatrici e educatori, ora più che mai, non dobbiamo lasciare indietro nessuno, a partire da una scuola che va rimmaginata come reale possibilità per tutti di vivere meglio, a partire dalle diverse capacità e possibilità.
Vi scriviamo per invitarvi a essere con noi, a immaginare insieme strade percorribili, per prendere parte, per continuare a fare a scuola e a farla meglio
Occupate con noi i parchi, le scuole, le strade! Apriamo le scuole alla città e la città alle scuole, stiamo in classe il pomeriggio e la sera, scioperate con noi facendo lezione in piazza, ribellatevi alla DAD, siate partigian*!
Non chiediamo di lavorare gratis, ma chiediamo di lottare assieme perché voi possiate avere un contratto dignitoso, ma allo stesso tempo riappropriamoci del tempo e degli spazi e dei contenuti scolastici!
Non sedetevi, non arrendetevi, non siate indifferenti! Disobbedite!
Abbiamo perso un sacco di tempo, nessuno ce lo ridarà. Voi non fermatevi ai vostri diritti di lavoratrici e lavoratori, siate insegnanti di vita: non diventate una corporazione chiusa, che difende le briciole, come nella peggiore guerra tra poveri. Non conquistate le briciole sulla nostra pelle, sacrificando sull’altare della DAD la nostra istruzione, il nostro futuro, il nostro diritto, la nostra scuola.
Lottiamo insieme per una scuola più giusta per tutt*!
Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano e provincia