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Decolonizzare la città: un'opera collettiva

Vogliamo aprire un portale che mostri altri mondi, altre storie, che apra un processo di costruzione di memoria collettiva a partire dalla risignificazione dei simboli necessari a giustificare o mascherare un passato razzista, sessista, assassino. Questa è una chiamata alle arti e alle scienze per dare il via a una campagna di detournment artistico per decolonizzare la città.

NELLA PAGINA: TESTI, RISORSE, APPROFONDIMENTI VIDEO, AUDIO, E LIVE DEI DIBATTITI… 

Come partecipare!

Utilizza l’hashtag #decolonize #decolonizethecity #decolonizetheworld
Contattaci per organizzare una iniziativa di approfondimento nella tua scuola / università
Coinvolgi il tuo collettivo / la tua scuola (organizza una assemblea – appendi uno striscione)
partecipa alle tappe iniziative pubbliche della campagna, segui la pagina e i social del Cantiere e di Abba Vive.
Organizza con noi le tappe (iniziative, azioni, mobilitazioni) della campagna, contattaci scrivendo a abbavive@gmail.com 
Proponici una iniziativa di arte urbana (una statua, un attacchinaggio, un murales), proponici un incontro o un dibattito contattaci scrivendo a abbavive@gmail.com
Aiutaci a riempire la mappa partecipata decoloniale.
Riproduci, stampa, vieni a ritirare, attacca i qr code della campagna che raccontano le opere e le iniziative toponomastiche decoloniali.

In questa pagina puoi trovare:

La mappa decoloniale curata da Giap
L’elenco delle iniziative pubbliche della campagna DeColonize The City
I video delle iniziative di autoformazione e i dibattiti
Contributi video
Contributi audio

Decolonize the city: un’opera collettiva.

Sabato 4 Maggio dalle 18 vi aspettiamo nel cortile dello Spazio di Mutuo Soccorso per lavorare insieme a più mani e a più voci a una mappa che racconti la cittá di Milano.

Vogliamo aprire un portale che mostri altri mondi, altre storie, che apra un processo di costruzione di memoria collettiva a partire dalla risignificazione dei simboli necessari a giustificare o mascherare un passato razzista, sessista e assassino.

Per noi una città bella, in senso estetico e politico, non può essere altro che una città viva, che parla, racconta, si trasforma: per noi l’arte non è quella pratica che imita e celebra un’unica Natura, una sola Storia, una incontestabile Verità, ma quella che apre spazi di possibilità nuovi.

La città è di chi la vive per questo rivolgiamo un invito affinché insieme sia possibile risignificare e ridefinire lo spazio pubblico, i suoi simboli, monumenti, infrastrutture, per costruire insieme una metropoli a immagine e somiglianza dei tanti corpi e delle tante storie che compongono la comunità che abita questa città.

AIUTACI A COMPILARE UNA MAPPA DECOLONIALE

Wu Ming ha reso pubblica la mappa qui a sinistra, in costante aggiornamento, dove intendiamo rappresentare i luoghi di una sterminata “topografia colonialista”: edifici, monumenti, odonimi, lapidi e fantasmi che incarnano nel paesaggio l’eredità coloniale d’Italia.

Il progetto è stato battezzato il progetto “Viva Zerai!“, in assonanza con il “Viva Menilicchi!” che architettammo a Palermo nel 2018. Ma chi diavolo era questo Zerai?
Per raccontarlo, possiamo ripartire dal 19 febbraio 1937 e dal massacro di Addis Abeba, in risposta all’attentato contro il Viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani. Come abbiamo visto, gli Italiani non si accontentarono di scatenare una gigantesca rappresaglia, ma deportarono all’Asinara, e poi in altri luoghi di confino, circa 400 notabili etiopi, per punirli, sorvegliarli e raccogliere informazioni. A questo scopo, nell’estate di quell’anno, il regime fascista convoca a Roma una squadra d’interpreti: tra questi, c’è ዘርኣይ ደረስ (Zerai Deres), un ragazzo di ventiré anni, nato in un villaggio dello Hamasien, venti chilometri a nord-ovest di Asmara, capitale dell’Eritrea italiana.

Continua a leggere

Abba Cup 2020, 
campo da basket decolonizzato
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12 Ottobre 2020
Corso Colombo cambia nome
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Giardini pubblici
statua a Thomas Sankara
LINK
Giardini pubblici
la statua che non c’è
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Il Dito si tinge di fuxia_8marzo2021
Milano, marzo 2021
Il “Dito” si tinge di fucsia
LINK
Quartiere di San Siro
Yekatit 12
LINK

Il Dito si tinge di fuxia_8marzo2021
CambieRAI
Presidio contro il linguaggio razzista
LINK

Toponomastica transfemminista e
antirazzista a Milano
LINK
Il Dito si tinge di fuxia_8marzo2021
25 Aprile 2021
La liberazioneè Antirazzista e Decoloniale
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DeColonize the city. La decolonizzazione è un’opera collettiva.

Oggi moltissimi, in tutto il mondo, si pongono il problema di come affrontare l’eredità del colonialismo. Se da anni i movimenti nativi nelle americhe abbattono le statue di Colombo, le manifestazioni di Black Lives Matter hanno preso di mira quelle dei generali sudisti, dei trafficanti di schiavi, dei suprematisti bianchi.In Australia quelle degli esploratori inglesi, in Belgio e in Francia la storia ha presentato il conto a re Leopoldo II e Voltaire.

A Milano abbiamo deciso di affidarci, attraverso la chiamata alle arti #Decolonizethecity, alla storia, all’arte e a tutta l’intelligenza e la creatività meticcia del tessuto sociale vivo di questa città.

Pubblico per chi?

Statue e monumenti hanno il ruolo di cristallizzare status quo e rapporti di potere. Di celebrare i valori di chi può scegliere quali siano i valori da celebrare. Sono parte fondamentale dello spazio pubblico e la loro installazione è vincolata al volere di chi detiene la sua governance. Non è un caso che le statue di Milano abbiano tutte il volto di uomini bianchi, ricchi e “forti” e la maggior parte delle strade sia intitolata allo stesso modo. Nella migliore delle ipotesi c’è una lacuna nella rappresentatività e nella narrazione. Nella peggiore si tratta di un insulto alle migliaia e migliaia di milanesi che non corrispondono a questa immagine e, in questi casi, la forma è sostanza.

La decolonizzazione comincia a scuola.

Mentre le scuole sono state chiuse per mesi, abbiamo deciso di affidarci a delle lezione di storia, per comprendere ciò che è accaduto nei secoli scorsi ed è oggi alla base del razzismo contemporaneo.
Come è possibile comprendere ciò che accade nel Mediterraneo senza ripercorrere le principali tappe di una battaglia per il diritto di fuga? Ancora oggi (in Libia, come nei campi agricoli italiani) la schiavitù, lo sfruttamento e la morte sono dirette conseguenze del colonialismo, paragrafi dello stesso capitolo della storia e della cronaca. I libri di testo superano raramente la seconda guerra mondiale, viene presentata come La Storia, la storia europea, la stessa imposta come Universale nelle classi delle colonie di ogni latitudine. Lo stesso vale naturalmente per ogni altra materia, a partire dalla Geografia e dall’Arte, nel retaggio di programmi di gentiliana memoria.

Per una informazione liberata

Ogni volta che si apre la discussione pubblica sulla statua di Montanelli, ecco levarsi all’unisono bipartisan gli scudi di tutti i figli del “padre del giornalismo italiano”, uno stupratore fascista, pure volontario. Chissà perchè non ci stupisce che il mondo dell’informazione trasudi di razzismo e pressapochismo, altalenando tra la ben nota strategia “sbatti il mostro in prima pagina”  alla riduzione a poche righe di cronaca delle morti ai confini della fortezza europa.

Chiamata alle arti: la decolonizzazione è un’opera collettiva!

Mentre il mondo dell’Arte e della cultura fatica a ricominciare con eventi e iniziative pubbliche, noi proponiamo una chiamata alle arti, per dare il via a una campagna di detournment artistico per decolonizzare la città attraverso decolonizz-Azioni di ogni genere: statue, lezioni in piazza, performances, poster, graffiti, stickers, collages….
Per noi, una città bella, in senso estetico e politico, non può essere altro che una città viva, che parla, racconta, si trasforma: per noi la creatività  non è quella che imita e celebra una unica Natura, una sola Storia, una incontestabile Verità, ma quella che apre spazi di possibilità nuovi. La città è di chi la abita e rivolgiamo un invito  affinché, insieme, sia possibile risignificare e ridefinire lo spazio pubblico, i suoi simboli, monumenti, infrastrutture… per costruire insieme una metropoli a immagine e somiglianza dei tanti corpi e delle tante storie che compongono la comunità meticcia e transfemminista che qui abita.

INCONTRI DI AUTOFORMAZIONE

#BlackLivesMatter incontro con attivist* da USA e UKC. Hawthorne (ricercatrice e professoressa alla UC Berkley)K. Griffiths (Black Lives Matter Boston e The Movement for Black Lives), A. Boccato (giornalista italiano a Londra per Open Migration, The Independent, Equal Time e Internazionale), U-Net (autore attivista amante esperto di cultura Hip-Hop e dei movimenti sociali radicali statunitensi)

#BlackLivesMatter e #DecolonizeTheCity
Abbiamo organizzato un confronto a cavallo tra diverse città italiane sulle pratiche decoloniali che stanno trasformando le vie, le piazze e le città, cercando i significati coloniali per rendere la narrazione dei luoghi in cui abitiamo una esperienza collettiva e partigiana.

#Decolonize the city per una città antirazzista e TransfemministaLezione aperta sul colonialismo italiano. I monumenti scolpiscono la “normalità”, una normalità estremamente violenta che produce esclusione e sopraffazione. I monumenti hanno l’importante ruolo di cristallizzare status quo e rapporti di potere e la loro installazione è vincolata al volere di chi detiene la governance…

Giovedì 22 aprile a SMS Spazio di Mutuo Soccorso INCONTRO: Lotta partigiana e lotta decoloniale conDiana Pavlovic, Tzigari e i partigiani Rom, Luca Casarotti, partigiani d’oltremare, Pao khouma, i senegalesi che liberarono l’Europa, Angelica Pesarini, la storia di Giorgio Marinella, partigiano italo-somalo.

Decolonize the world” interventi di F. Rahola e L. Queirolo (autori di “Undergound Europe”); M. Hardt, (autore di Impero, Comune, Moltitudine, Assemblaggi con Toni Negri); M. Moïse (ricercatrice e redattrice di Jacobin Italia); Equipaggi, attivisti, marinai e piloti della Flotta CivileMediterranea Saving Humans (in collegamento dalla Mare Ionio), M. Bellingreri (Alarm Phone); F. Piobbichi (Mediterranean Hope)

RISORSE VIDEO

Attraverso l’uso di un originale format che prende spunto dal noto mixtape format degli anni settanta, Black Power Mixtape è un viaggio cinematografico e musicale nei ghetti americani. Racconta l’evoluzione del movimento Black Power tra il 1967 e il 1975…

Sfido’ i potenti del mondo, disse che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicita’ dei popoli. Sostenne le ragioni degli ultimi, dei diversi e delle donne. Denuncio’ lo strapotere criminale della grande finanza: chi era Thomas Sankara…

Durante detto procedimento sono state prese in considerazione solo testimonianze redatte dai testimoni degli eventi, in primo luogo i diari di Cristoforo Colombo stesso, il quale non fa segreto delle proprie malefatte ma anzi se ne vanta…

 

 

RISORSE MUSICALI

Chiamata alle arti

Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente.
La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa.
Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità.”
Thomas Sankara

Sulla memoria, si gioca una partita importante. La storia, si sa, non è un elenco di fatti storici raccontati da una voce neutrale, ma è una storia scritta da chi detiene il potere di determinare che questa sia la “storia unica”. Questa a modo suo racconta e non racconta, cambia cornice, mette in ombra alcuni dettagli e altri li mette più in luce. Negli ultimi anni nel mondo sono in atto processi di decolonizzazione fisica delle città, attraverso la distruzione dei simboli che rappresentano il potere schiavista, coloniale, patriarcale e razzista. Le azioni dei movimenti della resistenza indigena in Sud America, quelle del movimento #blacklivesmatter mettono in campo pratiche di riscrittura della memoria collettiva, abbattendo, sostituendo, detournando le statue.

Decolonizzare la memoria, decolonizzando le città.

A Milano la statua di Indro Montanelli ha dato occasione di aprire un varco attraverso il quale guardare con occhi diversi al passato colonialista del nostro paese, per riconoscerne gli orrori, perché la memoria ci serva a farsì che la storia non si ripetaQuando la marea di Non Una di Meno ha dipinto di rosa quella statua, per colpire e distruggere la celebrazione dell’immagine di Montanelli, dipinto sempre e solo come uno dei più celebri giornalisti italiani, ricordando quello che il colonialismo è stupro; e poi ancora pochi mesi fa, in seguito alle azioni del movimento #blacklivesmatter per mostrare che esiste un’altra storia, che parla di colonizzazione, schiavitù, oppressione, sfruttamento, stupro, sterminio.

Durante l’Abba Cup, abbiamo decorato il campetto da basket del parco sempione: ora il perimetro del campo è segnato da una grande scritta BLACK LIVES MATTER e i messaggi che i giocatori NBA indossano mentre giocano le partite: freedom, equality, power to the people, I can’t breathe, no justice no peace... Il nostro è un invito a attraversare con noi quel varco, e far parlare la città. Vogliamo tenere aperto quel varco.

Vogliamo mostrare che c’è un legame compromesso tra il passato e la memoria: vogliamo risignificare i simboli, perché i monumenti, cosi come la storia, appartengono a tutt*.

Vogliamo aprire un portale che mostri altri mondi, altre storie, che apra un processo di costruzione di memoria collettiva a partire dalla risignificazione dei simboli necessari a giustificare o mascherare un passato razzista, sessista, assassino. Questa è una chiamata alle arti, per dare il via a una campagna di detournment artistico per decolonizzare la città.

COME PARTECIPARE:

1) Sei un* artist*? Non ci importa 😉 Chiunque tu sia, puoi mandarci poster, illustrazioni, grafiche #decolonizzAzioni alla mail abbavive@gmail.com

2) Fai graffiti, mural, installazioni… ?? Mandaci una foto sui social usando #decolonizzAzioni

3) Partecipa alla campagna di #decolonizzAzioni resta aggiornato 😉

LE INIZIATIVE:

Domenica 18 ottobre: statua per Thomas Sankara (info di seguito)

Venerdì 6 Novembre, presentazione di Storia del popolo americano a fumetti

Data da definire:  incontro sulla Resistenza e l’esodo Eritrei con Moussi Zerai e altri attivisti.

OMAGGIO A THOMAS SANKARA

Domenica 18 ottobre, ore 17 @ Giardini Pubblici P.ta Venezia (ingresso PAC). Il programma

INFORMATI! 

GUARDA “…E QUEL GIORNO UCCISERO LA FELICITA'” di Silvestro Montanaro

da “C’era una volta” rai3 – 18.01.13

25 anni fa un piccolo uomo dalla pelle nera sfido’ i potenti del mondo. Disse che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicita’ dei popoli.

***DOMENICA 18 ai Giardini Pubblici!***

“Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità.” Thomas Sankara.

Conosci Thomas Sankara?
Cosa sai dell’Africa? E del Burkina Faso?
Quanti minuti di lezione a scuola, nella tua vita, sono stati dedicati al continente più grande del mondo?
Quanto poco studiamo e sappiamo di quel che è accaduto e che accade in epoca moderna e contemporanea?
Conosci qualcosa delle 1,216 miliardi di persone che abitano i 55 diversi paesi del continente?
Hai idea della storia e del presente africano? Degli effetti del colonialismo e delle politiche neocoloniali ancora in atto? E del
colonialismo italiano? Del debito economico imposto dall’occidente ai paesi africani?

Il colonialismo viene rimosso dai programmi scolastici, dallo spazio pubblico delle città, dal discorso mediatico e culturale.
Perché non è mai finito veramente.
Perché molte delle domande sollevate da chi è costretto ad attraversare i confini militarizzati dell’Europa, rischiando la vita, troverebbero una spiegazione nello stupro e saccheggio del continente africano e non solo.
Perché immediatamente riconduce ad una riflessione sulle ingiustizie globali, sulla insostenibilità di questo sistema e sull’urgenza di una trasformazione rivoluzionaria.

Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali che erano i loro fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici anzi dovremmo invece dire «assassini tecnici»”. Uccisero Thomas Sankara tre mesi dopo questo discorso, pronunciato nel 1987 ad Addis Abeba, durante la conferenza dell’Organizzazione per l’unità africana. Diceva che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicita’ dei popoli. Denunciava lo strapotere criminale della grande finanza. Lottava affinchè il mondo fosse per tutte le donne e tutti gli uomini perchè non era giusto che tanti, troppi potessero solo guardare la vita di pochi e tentar di sopravvivere.   

Domenica 18 ottobre installeremo una statua in ferro dedicata a Thomas Sankara, scolpita da Mor Talla Seck, scultore senegalese della Black Diaspora Art. Per mettere al centro un simbolo che parla di liberazione, di neocolonialismo, sistema finanziari, autodeterminazione dei popoli, cambiamento climatico, diritti e libertà per tutte le donne. Perchè i Giardini Pubblici raccontino anche l’altra faccia della medaglia, quella che Montanelli nascondeva, troppo impegnato a propagandare la purezza della razza bianca. Oggi, da un capo all’altro dell’oceano, un’unica voce indica che è ora di cambiare la storia. Come diceva Michael Foucault, il sapere non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione. Questa statua sarà un atto di condivisione di sapere, un attacco al sistema neoliberista. E’ un’opera collettiva di ricostruzione della storia e dell’immaginario. E’ un’azione di solidarietà globale con i popoli che nel resto del mondo lottano per la loro dignità e i loro diritti. Forse per questo ai sovranisti vari va di traverso? 

Incontro pubblico: La battaglia di Thomas Sankara, ieri e oggi

Domenica 18 Ottobre alle 16.00 ai Giardini Pubblici di Porta Venezia poseremo una statua dedicata a Thomas Sankara, che il 15 Ottobre del 1987 veniva ucciso, la cui figura è fondamentale per capire la storia del neocolonialismo odierno e gli effetti di una storia che nessuno vorrebbe affrontare, ricordare e rovesciare….

Decolonize the city, un’opera collettiva

Comitato per non dimenticare Abba

e per fermare il razzismo

Presentazione della Statua

Mor Talla Seck

Black Diaspora Art

La battaglia Panafricanista contro il post-colonialismo francese. L’eredità di Thomas Sankara alla luce delle vicende contemporanee dell’Africa Occidentale.

Michel Koffi

Compagnia Africana

Thomas Sankara, una biografia rivoluzionaria.

Aliou Diop

Associazione Sunugal e organizzatore del Sankara Day

Dal debito al franco CFA, e il dominio economico post-coloniale

Patrizia

Codai - Comunità della diaspora africana in Italia

Risignificare il passato coloniale.

Cristina Fiamingo

professoressa dell'Università di Mediazione Culturale

#ColombusDay

Decolonize the city! 

INFORMATI! 

GUARDA IL PROCESSO A COLOMBO di Jacopo Fo

Firmato
Jacopo Fo, Mario Pirovano, Berico e il resto della compagnia di guitti, bagatti e smargiassi della Libera Università di Alcatraz, altrimenti nota come Alcatraz Band.

Da Corso Colombo a Via della Resistenza Indigena

Oggi è il 12 Ottobre, giornata chiamata per secoli “Colombus Day”. Giorno che segnò l’inizio di 500 anni di genocidi e massacri dei popoli indigeni delle Americhe. Questo 12 ottobre, Milano si è svegliata con una novità: “Corso Colombo” ha cambiato nome, da questa mattina è “Corso Resistenza Indigena”. L’azione fa parte della chiamata alle arti e della campagna “Decolonize the city”, un’opera collettiva per decolonizzare la città in cui viviamo, a partire dai simboli che celebrano colonialismo, razzismo e violenza patriarcale. Negli ultimi anni nel mondo sono in atto processi di decolonizzazione fisica delle città, attraverso la distruzione dei simboli che rappresentano il potere schiavista, coloniale, patriarcale e razzista. Le azioni dei movimenti della resistenza indigena in Sud America, quelle del movimento #blacklivesmatter mettono in campo pratiche di riscrittura della memoria collettiva, abbattendo, sostituendo, detournando le statue. Grazie alla forza dei movimenti indigeni e decoloniali centro e sud Americani, in moltissimi paesi del continente non si celebra più quella “scoperta” che fu l’inizio del genocidio, ma si omaggia il “Dia de la Resistencia Indigena”, l’inizio di 500 anni di resistenza dei popoli dell’Abya Yala, nome in lingua Kuna dell’America Latina. 
“Decolonize the city” è un appello a decolonizzare la memoria, decolonizzando le città. Il prossimo appuntamento della campagna di decolonizz-azioni sarà Domenica 18 Ottobre ai Giardini Pubblici di Porta Venezia, con la posa di una Statua alla memoria di Thomas Sankara, a 33 anni dal suo assassinio, una figura fondamentale per capire la storia del neocolonialismo odierno e gli effetti di una storia che nessuno vorrebbe affrontare, ricordare e rovesciare.

SCARICA, RISTAMPA, DECOLONIZZA!

#BlackLivesMatter

Decolonize the city @ Abba Cup 2020, Parco Sempione

INFORMATI! 

GUARDA IL VIDEO RACCONTO 

dall’AbbaCup 2020

Tre giori di sport, musica, spettacoli, arte, dibattiti. Tre giorni per diffondere anticorpi, per Abba, ucciso dal razzismo nel 2008, per non dimenticare, perchè non accada mai più!

Dal Parco Sempione, il campo da basket per #BLM

Se ieri eravate con noi ai campi da basket beh… sapete di cosa stiamo parlando!
Difficile descrivere a parole la bellezza che sprigionata questo campo, alla 1° edizione del torneo di basket per non dimenticare Abba e per fermare il razzismo, con Willy nel cuore. Pura energia: di corpi, cervelli, messaggi, stile.
Sedici squadre, milioni di colori diversi, un solo obiettivo: dire forte e chiaro che BLACK LIVES MATTER, come è stato impresso a lettere cubitali a lato del campo. Una pantera nera, da ieri, decora la lunetta, e intorno al campo i messaggi che i giocatori NBA hanno scelto di promuovere sulle loro magliette: freedom, equality, stay their names, I can’t breathe, justice, all power to the people, say her name…
Un torneo potente, non solo per lo spettacolo che i giocatori hanno portato sul campo, un livello altissimo che ha fatto emozionare. Ma soprattutto per il cuore: magliette per Abba, per Willy, per black lives matter, contro il razzismo. Un messaggio che parte dallo sport dal basso e invita tutt* a prendere posizione: perché lo sport è questo, è unione, fratellanza, mettersi in gioco fianco a fianco e confrontarsi sul campo, dove non conta chi sei, di che colore hai la pelle, conta quanto sei capace di giocare. E giocare vuol dire divertirsi insieme. Perché lo sport popolare è uno strumento di felicità e ben/essere dei popoli! 
Complimenti a tutti i partecipanti, a chi ha giocato, guardato, organizzato, dipinto. Complimenti a Los Domis che sì son portati a casa la coppa per il primo posto in una finale indimenticabile contro gli Shqutari Brianzoli.
E un grazie di cuore ad Abi per questa giornata bellissima!