Un grande e forse inaspettato numero di solidali ha risposto oggi all’appello della manifestazione Migrant.e.s bienvenu.e.s.
Dopo la dichiarazione dell’état d’urgence e il suo prolungamento di tre mesi, il tempo che Hollande chiede per modificare gli articoli 16 e 36 della Costituzione, la manifestazione di ieri ha testato la determinazione di quanti non accettano di sottomettersi in silenzio alle restrizioni della libertà imposte dall’appello all’unità nazionale in difesa della patria.
Un’imponente mobilitazione delle forze dell’ordine ha tentato di bloccare il corteo quando un migliaio di manifestanti hanno deciso di muoversi da Bastille, rompendo il divieto a manifestare.
I momenti di tensione non hanno impedito al corteo di proseguire senza esitazioni verso Place de la Republique.
Al grido di “Liberté!” e ” Etat policier – on ne nous enlèvera pas le droit de manifester!” un corteo forte e unito è riuscito a raggiungere la piazza, simbolo ormai della Francia ferita dagli attentati oggi come a inizio anno, ma anche della solidarietà verso i/le migranti/e che non si è mai fermata in questi mesi.
In un momento in cui gli appelli alla sicurezza si traducono nella chiusura delle frontiere e nella militarizzazione crescente degli spazi pubblici, il corteo di oggi è stato un gesto di solidarietà dovuta. Abbiamo davanti agli occhi un mondo in cui si moltiplicano i fronti di questa guerra sporca, a cui i governi reagiscono con bombardamenti spettacolo che hanno più il sapore di una reazione di vendetta che di una vera lotta al terrore di Daesh, spingendo sempre più persone a dover fuggire dal Medio Oriente, l’accoglienza di quanti spingono alle porte dell’Europa è un atto di umanità fondamentale.
Assistiamo invece alla proliferazione di muri e di bisticci politici fra gli Stati dell’Unione a scapito delle vite di migliaia di migranti, alla criminalizzazione dei solidali di Calais, agli sgomberi indiscriminati di quanti si riappropriano del diritto a vivere una vita dignitosa nell’Europa che si vanta di essere la culla della civiltà e nella Francia che si dice il paese dei diritti dell’uomo e non lo è stato mai, come ha confermato anche l’ultimo rapporto ONU (10/07/2015).
A Parigi la giustizia sociale e la solidarietà muovono dal basso, dall’occupazione dei migranti de La Chapelle di quest’estate fino alle provocazioni ripetute contro l’accampamento dei migranti a Republique a seguito dello sgombero del Lycée Jean Quarré, passando per l’esperienza del giornale Merhaba (https://paris-luttes.info/un-journal-d-echange-et-d-3949…).
In una città che ancora si lecca le ferite dopo i massacri della settimana scorsa, il corteo di ieri ha respinto a gran voce l’idea che i dispositivi iper-securitari e antidemocratici come l’état d’urgence possano essere la soluzione; nella Francia che è fra i primi esportatori di armi al mondo e che non ha mai cessato di intervenire in teatri di conflitto come potenza neo-coloniale, gli eserciti non sono un’alternativa praticabile e non sono certo le persone a dover essere fermate alle porte dell’Europa.
Mentre la politica trema e agisce solo sulle conseguenze degli attacchi, senza interrogarsi su come il razzismo istituzionalizzato, la marginalizzazione e l’assenza di prospettive abbiano potuto spingere molti cittadini francesi a combattere fra le fila di Daesh, la solidarietà è la nostra unica arma per frantumare i vincoli imposti dalla paura e dall’obbedienza al potere.
Il corteo di ieri ha anche inaugurato anche la settimana di mobilitazione verso la COP21, che si aprirà oggi con una serie di iniziative prima della manifestazione di domenica 29.
Cambiamenti climatici, guerre, migrazioni: sono gli elementi inestricabili di uno scenario mondiale sull’orlo della catastrofe e non siamo disposti ad accettare misure di restrizione delle libertà né soluzioni scintillanti presentate da governi che sono una parte importante del problema.
C’est ne qu’un dèbut.
< A seguito della manifestazione 58 compagni sono stati denunciati per “manifestazione non autorizzata” , Giovedì 26 Novembre si organizza un’altra manifestazione per la libertà di movimento – Qui il Comunicato del DAL >