Questa mattina, alle 9.30 diverse camionette sono arrivate in via Preneste. Il loro obiettivo non era un’operazione antimafia, o un blitz contro chissà quale criminale: decine di uomini in antisommossa, pagati con i soldi pubblici, sono arrivati con l’ordine di togliere la casa a una donna sola con tre bambini. Il Comitato Abitanti San Siro che già si trovava in giro per le strade del quartiere al termine della consueta colazione antisfratto, si è subito recato in presidio solidale fuori dall’abitazione. La routine è sempre la stessa: celerini davanti al cancello, e al sindacato As.I.A viene negato di recarsi all’interno dell’abitazione per prendere contatto con la famiglia e offrirle supporto. Eppure questo non ha fermato la solidarietà degli abitanti, che in decine si sono mobilitati per denunciare la vergogna di questi sgomberi che continuano, nonostante l’emergenza abitativa non accenni a fermarsi, nonostante il freddo si faccia ogni giorno più pungente: una maniera disumana di gestire un problema sociale, a cui nessun politico pare voler dare una soluzione definitiva. Come da copione, si sprecano le belle parole e le azioni simboliche, come la raccolta dei sacchi a pelo, per mostrare un (finto) volto umano di fronte a una vera emergenza: la solita bella faccia di chi si prepara alla corsa elettorale utilizzando problemi molto seri per portarsi a casa qualche voto proponendo soluzioni che di serio non hanno nulla.
Ogni sgombero costa a questa città oltre 5mila euro. Ogni casa che viene svuotata dei suoi abitanti, resterà vuota per anni. Ognuna delle 10mila case popolari ancora vuote è riscaldata, cosa vergognosa anche guardando chi si affanna a trovare coperte e sacchi a pelo per i senza tetto che si preparano all’inverno più freddo (così dicono) degli ultimi cento anni. Chi viene sgomberato, non avrà un aiuto dal Comune: rimarrà in mezzo alla strada, ad accrescere il numero dei senza tetto. Ah, la ciliegina sulla torta? Le case popolari, grazie anche alla nuova proposta di legge regionale sulla casa, continueranno ad essere messe all’asta ( già Aler ne vuole vendere 10mila) e saranno date in gestione ai privati: perchè svendere il patrimonio di edilizia residenziale pubblica quando l’obiettivo dovrebbe essere fermare un’emergenza che colpisce sempre di più gli abitanti di questa città? I soldi e le poltrone. Questo è quello che interessa alla casta di politicanti, troppo impegnata a difendere i propri privilegi e i propri poteri per pensare ai bisogni delle persone che vivono questa città, e che dopo anni di ruberie, vuole solo cambiare meccanismo, ma continuare a speculare.
San Siro è un quartiere meticcio e solidale e in oltre cinque anni di lotta ha sempre denunciato quel carrozzone mafioso chiamato Aler. Noi siamo convinti che le soluzioni ci siano, e che si possano praticare sin dall’immediato a partire dal blocco di sfratti e sgomberi, una misura inumana, non risolutiva e costosa per le tasche pubbliche. Bisogna fermare la svendita delle case popolari e procedere con l‘assegnazione in stato di fatto delle circa 10 mila case E.R.P vuote a chi è in graduatoria. Bisogna regolarizzare gli occupanti per necessità con una sanatoria che metta tutti in condizioni di pagare un affitto adeguato al reddito. Bisogna bloccare la nuova proposta di legge regionale sulla casa.
Comitato Abitanti San Siro – Asia Milano
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