Sabato 10, stazione di Ankara. Un’esplosione in mezzo alla folla uccide 121 persone, ferendone altre centinaia.
Sabato 10, stazione di Ankara, Turchia.
Migliaia di persone turche e curde si iniziano a raggruppare per dare vita ad una grossa manifestazione contro il governo Erdogan e contro le sue politiche di guerra e repressione.
Siamo a poche settimane dalle elezioni e nel pieno di una vera e propria guerra mossa contro il popol
Mentre i servizi segreti turchi annunciano di sospettare Isis, le truppe dell’esercito ricominciano a bombardare le postazioni curde del pkk in diverse zone del Kurdistan, nonostante il cessate il fuoco unilaterale annunciato da questa organizzazione addirittura prima della strage. Solo quattro giorni dopo, in un polverone caotico, il governo turco ha iniziato ad accusare anche l’organizzazione curda sulla base di un supposto tweet.
A chi serve il massacro di Ankara? E quello di Surûc?
A chi serve il Califfato che, come ci ha ricordato Gino Strada, non possiede fabbriche di armi, ma si rifornisce dalle democrazie europee? Di che matrice erano le bombe di Ankara? Cosa sta succedendo in Turchia e nelle zone del Kurdistan e perchè ci riguarda?
Ne parliamo con alcuni esponenti della comunità curda milanese e con il Laboratorio Lapsus di storia contemporanea dell’Università Statale.