Un’organizzazione talmente temibile e scomoda da far tremare i potenti di tutto il mondo: dalla nascita di WikiLeaks e la campagna in sua difesa in poi, Anonymous è diventato una sorta di supereroe popolare, contro tutte le ingiustizie e difensore della libertà, il cui potere più incredibile è quello di poter essere chiunque: il tuo vicino di casa, il compagno di scuola, il collega… tu stesso. E capace di non guardare in faccia a nessuno, di non porsi limiti… governi, eserciti, banche e enormi corporation sono il suo pane quotidiano, nemici potenti ma spesso incapaci di arginare la capacità e la volontà di uno sciame di intelligenze che punta a un obiettivo.
Uno sciame di intelligenze che ha reso possibile stravolgimenti come il Datagate e svelato a più voci come il mondo venga govenato a nostra insaputa e a beneficio di pochi. Ci ha sbattuto in faccia le ingiustizie dell’economia dei Big Data e mostrato come difenderci diffondendo e promuovendo gli strumenti dell’anonimato. E sopratutto ha saputo rendere vulnerabili coloro i quali si spacciano come monoliti incontestabili: come spesso accade nella narrazione del Potere gli attivisti sono descritti alla stregua di pericolosi criminali e terroristi, ai margini della società, ma noi sappiamo quanto questo nasca dalla necessità di sbattere un mostro in prima pagina, per lenire e giustificare l’enorme impatto negativo di immagine e talvolta anche economico che le azioni di Anonymous hanno avuto. Azioni paragonabili di fatto a picchetti o volantinaggi virtuali, al massimo creando disagi con interruzioni di servizio, o pubblicando informazioni segretate che sarebbero dovute essere legittimamente di dominio pubblico.
Lo scorso 19 maggio in diverse città è scattata un’operazione repressiva che conferma una novità importante in Italia. Già il dispositivo dell’associazione a delinquere, che poco si addice a un organismo mutevole come Anonymous, era stato usato nei confronti di altri presunti membri dello stesso collettivo. Associazione a delinquere significa essere colpevoli solo per il fatto di farne parte, ed è evidentemente questo che pensano, è questo il modello che vogliono applicare a tutte le persone che si autoorganizzano e contestano il Potere. L’operazione si chiama Unmask, smascheramento, ma non potranno mai togliere davvero la maschera ad Anonymous.
Questo accade oggi in un paese nel quale il 90% dell’informazione è in mano a un unico gruppo, decretando così il il 73° posto nella classifica globale della libertà di stampa. Nel quale assistiamo continuamente a morti e violazioni dei diritti civili per mano dello Stato e dei suoi apparati. Nel quale le scuole cadono a pezzi ma i soldi per foraggiare l’industria bellica si trovano sempre. In cui ogni giorno ci scontriamo con un sistema corrotto e mafioso. Nel quale finisci in galera se difendi il tuo territorio dalle speculazioni e dalla distruzione, ma ognuno è libero di professare e praticare odio razziale e xenofobia.
Pensiamo che di fronte a una progressiva restrizione delle libertà individuali da ogni fronte, negazione di diritti, ignoranza diffusa in nome delle politiche di auserity e di un neoliberismo crudele e matematico, in cui nessuno conta più di un numero, l’attacco ad Anonymous sia un attacco diretto al cuore delle libertà civili e politiche, a tutti i movimenti sociali e dal basso. Viva Anonymous e viva tutti coloro che si oppongono ai regimi, ovunque essi si trovino, con ogni mezzo necessario.
approfondimenti:
il blog ufficiale di Anonymous Italy con tutte le azioni, le release di dati e i comunicati degli ultimi anni
– “Vi racconto le mille facce di Anonymous” – Carola Frediani
– ANONYMOUS E ARRESTI: E’ IPOTIZZABILE L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE VIRTUALE FINALIZZATA ALL’ACCESSO ABUSIVO ? – Fulvio Sarzana
– WE ARE ANONYMOUS – Parmy Olson
– DENTRO ANONYMOUS – Viaggio nelle legioni dei cyberattivisti – Carola Frediani
siti internazionali
https://www.anonops.org
https://cyberguerrilla.org/
http://operationgreenrights.blogspot.it/
https://freeanons.org/
news
Il blitz della postale contro Anonymous: i dettagli