Il Comune rilancia per il 16 e 17 maggio un week-end di spugnette. Per favore non chiamiamolo “civismo” o “volontariato”: andiamo a scomodare categorie ben lontante dal triste spettacolo andato in onda lo scorso 3 maggio. Per il 16 e 17 maggio avevamo in cantiere già da tempo due iniziative, una nella piazza centrale del quartiere popolare di San Siro e una nella piazza antistante lo Spazio del Mutuo Soccorso, iniziative di per sé “piccole”, ma profondamente significanti se inserite nel contesto di una presenza costante e quotidiana nei quartieri della periferia milanese. In queste occasioni sviluppiamo attività di riqualificazione partecipata e dal basso dei quartieri, in cui la “cura del luogo” non ha come unico obiettivo l'appagamento visivo di ordine e pulizia, ma piuttosto risponde alle necessità di bellezza e praticabilità degli spazi di relazione, incontro, scambio e condivisione.
Quello trasmesso a reti unificate il 3 maggio non era l’esempio di partecipazione encomiabile che vogliono farvi credere. Si è trattato di una superba ed impeccabile operazione di marketing e “orange” washing da parte della giunta che è responsabile di aver traghettato la truffa di Expo2015 nel cuore dei Milanesi, riuscendo ahinoi a far accettare ai più lo scempio di territori e risorse pubbliche in virtù di un “bene” maggiore, con la falsa promessa della crescita e della ripresa economica, quando invece l’unica vera grana che Expo ha fatto girare è finita nelle tasche di politici affaristi e costruttori mafiosi.
Come da copione (questa macchina del consenso l’abbiamo già vista in moto qualche anno fa…) la partecipazione è sbandierata come un valore positivo solo se docile agli interessi elettorali e di immagine di qualche politico ridicolo e ipocrita, marionetta di Expo e multinazionali.
Il volontariato viene mortificato ogni giorno.
Non è volontariato lavorare gratis per il profitto di qualche multinazionale facendo leva sul miraggio di una mezza riga in più da aggiungere al Curriculum Vitae (che nel migliore dei casi ti servirà per il prossimo contratto a termine senza garanzie grazie al JobsAct).
Non è volontariato cancellare una delle poche forme del dissenso che sono rimaste alla nostra generazione, senza riconoscere che il writing sia un enorme movimento sociale e culturale che attraversa i continenti come un urlo di libertà e rivendicazione di spazi di espressione (quando anche “artisti” affermati, lo scrittore Erri de Luca piuttosto che i rapper Jax e Fedez, vengono criminalizzati o addirittura processati per le loro opinioni).
“Armiamoci di spugnette e partite!” E’ l’ennesima presa in giro di una giunta che nasconde la sua ipocrisia e la difesa dei poteri forti della città dietro ad una idea distorta della partecipazione, per cui l’affluenza altissima ai referendum per l’acqua pubblica e per lo sviluppo urbanistico milanese sono caduti nell’oblio così come le posizioni prese dalla cittadinanza, mentre si esaltano le consultazioni online per il colore della metro lilla e per il nome della mascotte di Expo “Foody”.
Partecipare davvero è necessario, organizzarsi insieme è la potenza che dobbiamo mettere in campo per vivere davvero liberamente e degnamente.
Pensiamo che la bellezza dei luoghi – se vogliamo parlare di #BellaMilano – non sia tanto un fattore estetico, ma sia legata alla vivibilità della città, e quindi alla possibilità di autodeterminazione della comunità, alla qualità delle opzioni di socialità e alternativa culturale, alla presenza di pratiche di mutuo soccorso e solidarietà che combattano l’indifferenza.
#BellaMilano è la Stazione Centrale, dove decine di persone si adoperano per aiutare le centinaia di rifugiati che ogni giorno scampano ad una morte probabile in mare per scappare da una morte certa, #BellaMilano è nei quartieri popolari in cui gli abitanti si autorganizzano per resistere alla barbarie degli sgomberi e alla svendita del patrimonio pubblico, #BellaMilano è al Trenno o in viale Argonne, dove i cittadini scendono in strada per salvaguardare il verde della città.
#FattiNonSpugnette!
>> le prime grafiche della campagna:
>> 16 maggio: #OCCUPATI DEL TUO QUARTIERE @ PIAZZA SELINUNTE!
>> 17 maggio: #RISTU! RIqualifichiamo piazza STUparich!Mercato contadino e delle autoproduzioni, laboratori di riuso e riciclo, piantumazione partecipata
CONTRIBUTO DI APPROFONDIMENTO
Milano negli ultimi anni si è caratterizzata come un importante laboratorio di sperimentazione sulla partecipazione. O meglio, di un’idea del tutto particolare di partecipazione.
Una campagna elettorale ha fatto della partecipazione il suo asso nella manica, salvo poi mandare a casa tutti quando non servivano più, l’elogio dell’affluenza altissima ai referendum per l’acqua pubblica e per lo sviluppo urbanistico milanese ha lasciato il posto all’indifferenza più totale dei risultati e al rispetto delle “cruciali” consultazioni on-line per il colore della metro lilla e per il nome della mascotte di Expo “Foody”.
Con l’arrivo di Expo, poi, gli appelli alla partecipazione diventano la norma. Anche qui però c’è partecipazione e partecipazione!
N. 1: VOLUNTEER
La crisi è tutta colpa dei giovany choosy che non hanno voglia di spostare le cassete d’estate. E allora tu giovane bamboccione, non capisci che Expo è un’enorme opportunità di lavoro? Cosa vuoi fare, stare li sul divano (probabilmente vittima di un tasso di disoccupazione arrivato al 46%) o ti attivi e fai il “volunteer”, lavori cioè gratis per il profitto di qualche multinazionale e nel deserto delle prospettive che ti hanno lasciato speri di aggiungere una riga al tuo curriculum utile per il prossimo contratto a termine? Vedi tu… .
N. 2: STREET ARTIST
Se sei uno street artists potresti guadagnare parecchio, fino 1000000 di euro pubblici per cammuffare i lavori non conclusi in tempo per il 1 maggio 2015 (ovviamente perché erano più interessati alle mazzette che a combinare qualsiasi cosa). Se sei un writer invece stai attento, perché ti hanno dichiarato guerra. Trattano ragazzini come criminali per distogliere l’attenzione dai veri mafiosi, riducono un fenomeno culturale che da decenni attraversa i continenti, un urlo di libertà e di rivendicazione di spazi di espressione a mero problema di estetica e legalità. Se puoi vendere o coprire qualcosa sei un artista, se vuoi esprimerti un criminale.
N. 3: L’OPINIONE
Già se pensi è un problema, ma se proprio devi, almeno pensa bene! Intorno a grandi opere e grandi eventi, dalla Tav ad Expo, vengono sollecitate le prese di posizione a sostegno e legittimazione. Vediamo reclutare professori dei Politecnici di Milano e Torino, a cui poi vengono assegnati progetti di costruzione miliardari, ambasciatori pseudoculturali col compito di dare un volto umano alla devastazione. E se dici di no? Chiedetelo a Erri De Luca, scrittore finito a processo per aver sostenuto la legittimità del sabotaggio, una vera e propria accusa all’opinione, chiedetelo ai rapper JAx e Fedez, messi alla gogna pubblica per aver sostenuto le ragioni dell’opposizione ad Expo, oppure ai lavoratori della Scala costretti ad esibirsi il 1° maggio per il gaudio di qualche miliardario.
N. 4: LE SPUGNETTE
Dopo la MayDay, in un distorto senso della partecipazione per cui 50 mila persone scese in piazza contro mafia, speculazioni e modello neoliberista sono ovviamente scomparse da ogni narrazione main stream, abbiamo visto tutti quelli da anni con le mani in pasta con ogni intrallazzo e malaffare invitare i milanesi a pulire muri e vetrine del centro. Pisapia e Maroni, Comune e Regione, sono colpevoli dello scempio di interi quartieri popolari, per un’area complessivamente centinaia di volte più imponente di via Carducci e sicuramente abitata da un maggior numero di persone. La gentrification rende il centro sempre più costoso, che si svuota e rimane al massimo spazio per uffici e rappresentanza, ma ventimila persone sono pronte ad appagare in un’ora il proprio bisogno di attivismo con la spugnetta per dire “io c’ero”. Mentre nei quartieri popolari svendono il patrimonio pubblico e cacciano le persone di casa, negano la residenza a chi occupa per necessità e il degrado della mancanza di fondi e interventi mina concretamente la possibilità di una vita degna per chi ci abita. Qui sì che c’è bisogno di esserci tutti i giorni, e invece…
N.5: I RAZZISTI
Se sei razzista e neofascista no problem, il paradosso legalitario degli ultimi giorni è arrivato a includere nella partecipazione encomiabile un presidio di Salvini, razzista e neofascista che dichiara la necessità di sparare sui barconi dopo il naufragio di 700 persone. Migliaia di profughi arrivano nella nostra città e in stazione centrale, hanno fame e rischiano una morte probabile per scappare da una certa. Come pure lo scorso anno, associazioni di migranti e altri ragazzi cercano di rendersi utili e di costruire prospettive. Le istituzioni spendono qui e là qualche lacrima da coccodrillo, e poi ricorrono alla polizia, all’internamento nei centri disumani, ai respingimenti. Le cooperative che gestiscono questo business valgono molto di più delle associazioni, degli sportelli, degli ambulatori medici popolari.
N.6: COOPerazione
L’unica COOPerazione che viene accettata è quella che sfrutta e mena i facchini, le coperative ammesse sono quelle che non pagano i dipendenti e vincono le aste al ribasso, il co-working va bene solo se significa che tanti, dopo una competizione all’ultimo sangue, fungono semplicemente da base di lancio per l’unico su mille che forse ce la farà, l’intraprendenza dei giovani va bene solo se insegue il “sogno americano”.
QUINDI #PULIAMOMILANO?
Noi non siamo choosy, o meglio lo siamo se si tratta sabotare il lavoro gratis.
Noi #PuliamoMilano, la vogliamo pulire da Expo e dalla mafia, dagli speculatori e dai razzisti, dagli elemosinatori di partecipazione docile e al guinzaglio.
Ci occupiamo della nostra città e dei suoi quartieri, ci rimbocchiamo le maniche per riqualificare il degrado in cui ci lasciano, ci organizziamo per risolvere i bisogni più basilari che non trovano risposta da parte delle istituzioni, per garantirci spazi di libertà contro il fascismo della guerra tra poveri e dell’austerity.
NEL PRATICO DA COSA POSSIAMO INIZIARE?
Per quanto riguarda noi, e sappiamo bene che esistono moltissimi modi differenti e allo stesso modo degni per costruire altri mondi possibili, diamo vita a strutture di mutuo soccorso per assicurarci una vita degna: palestre popolari, gruppi di acquisto solidali e popolari, reti di contadini, produttori e trasformatori liberi da ogm e nocività, reti di logistica alternativa per mettere in connessione la campagna e la città, mercati basati sullo scambio e la gratuità per resistere alla miseria, laboratori di autoproduzione per dare vita alla potenza di una cooperazione che rimanga slegata dai vincoli patrimoniali e della sussunzione di valore capitalista, scuole di italiano per migranti e corsi di lingue meticce, case occupate e difese nei vuoti delle speculazioni immobiliari, università popolari per chi non si può permettersi le loro torri d’avorio, asili autogestiti per chi non riesce ad accedere a quelli comunali, spazi di conflitto, socialità e cultura altra nel deserto delle relazioni e della pacificazione che ci impongono, teniamo viva la memoria perché vogliamo seminare anticorpi nel presente, “Carlo vive” non lo cancelliamo certo dai nostri cuori e sui muri lo scriviamo altre 10, 100 e 1000 volte.
Partecipare davvero è necessario, organizzarsi insieme è la potenza che dobbiamo mettere in campo per vivere davvero liberamente e degnamente. Ricostruiamo le nostre astronavi, altri mondi sono possibili.