Un articolo che raccoglie al suo interno alcune immagini, video, che reputiamo interessanti su questi giorni di mobilitazione contro EXPO. Insomma vogliamo mostrarvi quello che i media main stream non vi dicono e le tante iniziative e mobilitazioni che le realtà cittadine hanno prodotto.
1) Leggi qui di seguito il comunicato: “Altri mondi sono possibili, li stiamo costruendo”
Il 1 Maggio 2015 si è inaugurato il modello Expo. Nonostante un viceministro rimasto chiuso per un’ora in un ascensore mal funzionante e una turista rimasta ferita dal crollo di un pezzo del padiglione Turchia (pare fosse tenuto insieme da nastro adesivo anziché saldato a dovere), è andata in scena una passerella luccicante, ennesima opera di camouflage dei tanti fallimenti, delle infinite ruberie mafiose, della complessità degli appalti truccati, degli enormi benefici per proprietari di terreni e palazzinari. Una vetrina scintillante fatta dall’esaltazione del lavoro di giovani lavoratori non pagati, dalla propaganda degli interessi di multinazionali come Monsanto, Coca Cola, Mc Donalds o Nestlè sotto la falsa retorica di “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Tanto fumo a coprire l’esposizione più sgangherata di tutti i tempi, divorata dalla voracità dei suoi stessi padrini.
Leggi tutto il comunicato
La May Day è stata una manifestazione che ha dato il via ai 6 mesi di #alterexpo, un percorso che pungolerà l’esposizione universale per tutta la sua durata e un giorno di più.
#Alterexpo è una campagna che catalizzerà la potenza costituente dei movimenti, delle reti, dei soggetti che costruiscono una città davvero umana a misura dei bisogni di tutti e non dei profitti di pochi, uno sviluppo realmente sostenibile per le popolazioni del mondo oltre la fame, la guerra e l’austerità, che alimentano il pianeta curando la terra senza nocività e ogm.
Le decine di migliaia di persone in piazza hanno festeggiato con gioia la potenza dello stare insieme unendo le lotte, contro la solitudine disperata in cui il potere vorrebbe relegarci e sbeffeggiando l’arroganza della provocazione insita nella scelta del 1 maggio per inaugurare la fiera del lavoro gratis. Le decine di migliaia di persone in piazza hanno anche contestato e sanzionato con radicalità diversi enti pubblici e privati presenti lungo il percorso; obiettivi di lampante senso politico e immediata comprensibilità: le banche finanziatrici del grande evento e strozzine di migliaia di persone, l’Enel che con Expo parla di “energie per la vita” ma ruba risorse in tutto il mondo e qui in italia si presta a staccare la corrente a chi occupa per necessità, la sede di un’unione Europea totalmente asservita a Troika e Bce e che mette sotto il ricatto dell’austerity intere popolazioni, a partire dalla Grecia.
A pochi giorni dal settantesimo anniversario della liberazione abbiamo affermato il bisogno di resistere anche oggi alla casta del magna magna, al Piano Casa, alla Buona Scuola al Jobs Act, allo Sblocca Italia, alle politiche della fortezza Europa che porta guerre e morti in mare fuori dai suoi confini, sacrifici e miseria al suo interno.
A molti ha fatto comodo concentrare lo sguardo sulla cortina di fumo nero che è calata su una parte minimale di questa espressione di piazza per nascondere i guai di Expo e le ragioni di una protesta di generazioni precarie, per far dimenticare il percorso accidentato che ha portato all’avvio dell’Expo, lo scarsissimo consenso che suscita, la vuota ipocrisia delle sue promesse e del modello che propone.
E’ sempre stato gioco delle retoriche mainstream accendere i riflettori sul dito per oscurare la luna.
Nulla di nuovo, solo la noia di un copione già scritto e riscritto.
La noia di titoli già scritti centinaia di volte e di un’esaltazione senza prospettiva oltre l’autorappresentazione che si è messa di fronte alla passione di tutti. Una noia che nulla ha a che vedere con l’unire le lotte, con la complicità, con l’incontro, con l’eccedenza.
Una noia pericolosa però, perché relega ai margini della narrazione la sostanza.
Nasconde col solito fumo gran parte dell’arrosto.
L’arrosto sono le lotte reali, la partecipazione che tutti i giorni costruiamo dai quartieri alle scuole, che purtroppo rischiano di trovarsi chiusi spazi di agibilità faticosamente costruiti in una continua tensione affatto antitetica tra conflitto e consenso.
Le pagine dei giornali e le dichiarazioni dei mafiosi arrivisti della politica sono state in perfetta continuità con quelle dei giorni precedenti. La “strategia della tensione” e il tentativo di criminalizzare la totalità del dissenso è pratica solita del potere.
Tuttavia, così come gli articoli allarmistici non hanno scoraggiato la partecipazione alla may day, confidiamo che questi ultimi a posteriori non intacchino la voglia di libertà contro la mancanza di aria, speranza e prospettive in cui ci stanno relegando.
Non ci interessa affatto lasciare ingabbiare il nostro ragionamento sul numero di auto o vetrine rotte, non siamo né opinionisti né giudici, non burocrati con in mano il pallottoliere dei danni (tra l’altro oltre tutto quel fumo il danno reale non supera la cifra che il Comune regala agli street artists per cammuffare i cantieri rimasti incompiuti prima di Expo).
Non è questo il punto e di certo non è questa la sbavatura di una giornata in cui in ogni caso quel che è certo è che si era deciso di fare altre cose.
Proporre un’opzione politica non è questione di disquisire sulle pratiche, che per noi non si distinguono certo in giuste o sbagliate, ma in funzionali o meno o addirittura in funzionali al movimento o al potere.
Il danno più grave è stato permettere ad Expo di nascondere gli enormi parcheggi rimasti deserti nel giorno della sua massima celebrazione.
Expo non ha venduto neanche la metà dei biglietti che si era prefissato, (quasi) tutti conoscono l’ipocrisia e la mafia del grande evento, sarebbe stato bello schiaffare questo dato in faccia a Sala, Pisapia, Maroni, Renzi e a tutta la casta.
In gran parte l’abbiamo fatto comunque e ad ogni modo le lotte reali non smetteranno certo di farlo di qui in avanti: nulla in questo senso è stato “asfaltato”.
La “logica del grande evento” e la “logica d’eccezione” non ci appartengono, né quando sono funzionali all’attivazione dei dispositivi di potere, né quando a sfilare in passerella è un’estetica del conflitto che dura il tempi di un giorno (o un’ora) da leoni, efficacissima, volente o nolente, a mettere in secondo piano le ragioni delle lotte sociali.
Un gioco che, volente o nolente, ha fatto assai comodo al potere.
Non ci appartiene nemmeno la mistificazione dell’insorgenza spontanea, supportiamo incondizionatamente i moti di Baltimora, di Ferguson e di qualsiasi altra parte del mondo, ma non siamo ultras della politica, non siamo tifosi delle rivolte altrui, non siamo ammiratori acritici delle espressioni di rabbia scomposta, rifiutiamo l’avanguardia e non abbiamo intenzione di perdere tempo a innescare scintille sperando che prima o poi accendano un fuoco in una dimensione fideistica che poco ha a che fare con l’analisi del contesto storico, sociale, politico, culturale ed economico in cui viviamo NOI, del territorio che si determina a partire da quello che sappiamo costruire QUI.
Non abbiamo alcuna paura di veder scavalcare le organizzazioni di movimento da un’insorgenza moltitudinaria, ma costruiamo ogni giorno progetti e percorsi che sappiano dare potenza costituente e cultura politica partigiana ad una rabbia che altrimenti rischia tranquillamente di prendere le facili forme del nichilismo o peggio dei forconismi, dei nuovi fascismi.
L’arroganza del modello Expo, del modello PD, del modello Renzi e del modello neoliberista arriva a non concepire nulla al di fuori da esso. Per questo si prepara e cerca in continuazione di chiudere spazi di espressione, di dibattito politico, di libertà di movimento, di libero dissenso, di affermazione di contrarietà e alterità.
La pacificazione totale, l’americanizzazione della politica, la normalizzazione di ogni comportamento, identità e istanza sono le parole d’ordine del potere che dobbiamo contrastare da subito, dei nostri territori, a partire dalle nostre molteplici reti sociali.
E’ quello che hanno fatto 50.000 persone a partire dalla loro scelta di essere in piazza il 1 maggio, per esempio.
Quelle 50.000 persone quel giorno non bastano però purtroppo.
La casta che governa Milano e gli interessi forti sul suo territorio si appresta a lavare le vetrine. Lavare le vetrine per ripulirsi le mani tante volte trovate in pasta con le peggiori mafie di Expo per tanti anni? Per nascondere di essersi sporcati tante volte con la negazione di ogni minimo diritto alla città? Ripulire i muri dalle scritte di dissenso per non dover essere costretti a ripulire Milano da mafia e speculazioni.
La partecipazione è sbandierata come un valore positivo solo se docile agli interessi elettorali e di immagine di qualche politico ridicolo e ipocrita, marionetta di Expo e multinazionali. Il volontariato viene mortificato ogni giorno approfittando della noia, della disillusione, della mancanza reale di prospettive e occasioni di generazioni intere, dirottando con luccicanti specchietti per allodole le energie che potrebbero invece confluire nella riqualificazione partecipata e dal basso dei quartieri, nella costruzione di diverse pratiche di mutuo soccorso, nella crescita di opzioni di socialità e di alternativa culturale.
La pacificazione sociale non assume certo il volto di un piazza gremita di decine di migliaia di persone determinate, ma quello delle spugnette e del sapone bipartisan e che con la scusa del rispetto delle regole in sé e per sé ha buon gioco nell’arrivare a includere e legittimare persino i peggiori razzisti e fascisti, quegli stessi che come Salvini fino ad ora non si sono mai potuti permettere di apparire in pubblico o tentare manifestazioni senza essere contestati e cacciati da migliaia di persone.
La guerra ai poveri e la guerra tra poveri, soprattutto nelle sue declinazioni campaniliste e razziste trae forza ed è speculare alla pretesa di unità nazionale, dell’”uniamoci tutti a difendere le istituzioni”: alla caccia alle streghe dunque, qualsiasi esse siano di volta in volta.
Viviamo una fase estrema di americanizzazione della politica: mentre le piazze si svuotano e nasce il partito della nazione, il neoliberismo che ha assunto la forma della crisi sta combattendo ogni organizzazione sociale, lavora per produrre isolamento e rompere la solidarietà, chiudere spazi di agibilità.
Expò è solo uno strumento di questa tendenza, gli effetti del grande evento dureranno ben oltre il 31 Ottobre.
I ragazzi e le ragazze arrestati in piazza (peraltro totalmente a caso visto che abbiamo notizia di un ragazzino di 16 anni fermato mentre guardava il corteo) e di cui vogliamo in ogni caso la liberazione immediata, sono solo un esempio
La sfida è quella di continuare difendere diritti e spazi di libertà e di autorganizzazione, favorire l’attivazione e la costruzione di prospettiva oltre la forma “volunteer”, praticare un conflitto realmente radicato e capillare nel tessuto sociale, accompagnato dal consenso dei territori in cui si sviluppa, e che costruisce intorno a sé reti di solidarietà e di mutuo soccorso, disegnando ogni giorno altri mondi possibili; lo stiamo facendo.
2) Leggi la lettera aperta, in continua rielaborazione e aggiornamento, di riflessione e contributo su questi giorni: “Il fumo e la sostanza”
3) Guarda il VIDEO che esprime a chiare lettere che UN ALTRO MONDO POSSIBILE ESISTE che racchiude i momenti delle giornate della MAYDAY e dell’incontro con Hugo Blanco:
SHOCK PRESS IS OUT!!! SFOGLIA O SCARICA L’ULTIMO NUMERO: “LET’S MAKE OUR EXPO!”
APPUNTAMENTI
Giovedì 30 Maggio: Corteo Studentesco
Venerdì 1 Maggio: MayDay – Let’s Make our Expo! Altri Mondi sono Possibili! + [Diretta]
Sabato 2 Maggio: TAVOLATA E PICNIC / CONTRO IL SISTEMA DELLE MULTINAZIONALI PRESENTI A EXPO – PER L’AUTODETERMINAZIONE ALIMENTARE
Domenica 3 Maggio: Spazio Fuori Mercato ai giardini Primo Moroni
FOTO dal Web
VIDEO
2 Maggio 2015:
* Parte finale dell’intervento di Hugo Blanco @Genuino Clandestino
* Da repubblica: Intervista a Hugo Blanco
* Clown Army
1 Maggio 2015:
* May Day – La testa del corteo aperta dalle bande.
Posted by Paola Bucci on Sabato 2 maggio 2015
CONTRIBUTI
* ExpoXchi? Tutte le vere opportunità di expo 2015 [leggi qui]