Per una fuga dalla distopia digitale
Pratiche di resistenza tra ocularità e hacking
Giovedì 10 Luglio al Cantiere, via Monterosa 84
Gli occhi del potere sono ovunque, i nostri dispositivi, gli account e gli abbonamenti sempre più necessari, le telecamere nello spazio pubblico, la stessa piattaforma su cui stai leggendo queste parole.
Come agiscono i meccanismi del controllo nel cyber-cene, sotto l’oculus che tutto vede e incasella mentre siamo sempre più dipendenti (e abbonat3) dalla facilità delle piattaforme?
Quali sono le prospettive, le teorie e le pratiche per resistere nell’era della distopia digitale? Come possiamo, e dobbiamo, ripensare i nostri sé, i nostri corpi e le nostre comunità per ribellarci al controllo del cyber-capitale?
Per provare a rispondere a queste domande e continuare a interrogarci insieme, abbiamo invitato in cantiere:
– Ippolita: gruppo di ricerca indipendente all’intersezione tra hacking, controculture e femminismo;
– clusterduck: collettivo indisciplinare che si occupa dello studio di nuovi media, design e transmedia, investigando processi e attori della creazione di contenuti internet;
– Autistici/inventati: un progetto collettivo per l’autonomia digitale delle organizzazioni di base e dell’autogestione
Insieme a loro presenteremo due titoli che potranno aiutarci a delineare le traiettorie della nostra rivolta:
– Anti-Oculus (Nero Edizioni): un manifesto hacker, un pamphlet militante, un manuale di sabotaggio dall’interno, una guida per sparire dall’*Oculus* e tracciare nuove vie di fuga, tradotto da clusterduck e con una prefazione di Ippolita;
“Il potere ci osserva, ci cataloga, ci contiene, ci intrappola nel suo sguardo. Il futuro distopico profetizzato dal cyberpunk è ormai la nostra vita quotidiana nel presente, un’epoca in cui tecnologie digitali sempre più avanzate, asservite al capitale, catturano e gestiscono i corpi e le identità. Ma è possibile sottrarsi, eludere collettivamente questa macchina dominante e ribellarsi ai suoi circuiti oppressivi?”
– Hacking del sé (Agenzia X): una guida per iniziare ad amare il nostro corpo digitale e prendercene cura, per emanciparci dalle corporation individualmente e collettivamente. Edito da Ippolita.
“L’hacking del sé è un esercizio di cura per disinnescare le norme inscritte nei nostri corpi dal capitalismo del controllo. […] Amare il nostro corpo digitale ci permette di immaginare una relazione con le tecnologie basata sulla reciprocità e non su dipendenza e sfruttamento. Emanciparci dalle grandi corporation significa fare un passo di consapevolezza e di responsabilità tecnica, etica ed ecologica. L’hacking del sé è tanto individuale quanto sociale perché solo partendo dalla propria esperienza situata è possibile aprire il percorso a una coscientizzazione collettiva.”
Sarà possibile acquistare entrambi i titoli e molti altri alla Libreria Don Durito
Ci vediamo Giovedì 11 Luglio, alle 18:30 al Cantiere. A seguire cena sociale di autofinanziamento per l’autonomia digitale del Cantiere.
📍@Cantiere, via Monterosa 84, Milano – Lotto M1M5 – Bus 49-68-69-78-90-91-98
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons
Attribuzione – Non commerciale 3.0 Italia (CC BY-NC 3.0 IT)



