Non c’è futuro senza memoria
4 e 12 dicembre in piazza contro guerre e fascismo
Il mondo attorno a noi si sta riorganizzando attraverso un regime di guerra, che è il fascismo nella sua forma più estrema, che non e’ il fascismo storico, ma ripropone la stessa logica di autoritarismo nazonalista e razzista, perché è la negazione di ogni diritto, di ogni alternativa, di ogni autodeterminazione, di ogni libertà e di ogni possibilità di lottare. Il governo Meloni è precisamente in linea con questo sistema, dall’invio di armi per la guerra in Ucraina (e non solo), alla guerra combattuta contro il nostro pianeta e il futuro di tutti i viventi, alla guerra ai nostri corpi e diritti, per distruggere reddito e possibilità di autodeterminazione.
Ricordare Piazza Fontana oggi, nel 2022 e in questo scenario globale, significa parlare del nuovo fascismo, incarnato dal governo Meloni, ma parlare anche di guerra.
Parlare di guerra perché il 12 Dicembre del ’69, è cominciata una vera e propria guerra dello Stato ai movimenti e ai diritti conquistati, e questo governo sta intraprendendo questa strada, dalla criminalizzazione del dissenso all’attacco all’aborto, fino all’attacco al reddito come forma di attacco ai diritti di lavoratorx e poverx.
Nel ’69, oltre alla guerra ai diritti e ai movimenti, si combatteva un’altra guerra, quella fredda, in cui l’atomica era una minaccia del tutto reale nel quadro delle grandi potenze che ieri come oggi si spartivano il potere e ridefinivano l’ordine mondiale sulla pelle dei popoli.
La strategia della tensione, le stragi di stato per mano di fascisti e servizi segreti, sembra fin troppo attuale nel vedere Erdogan piazzare una bomba a Istambul per incolpare il PKK, nel ben noto meccanismo che gli anarchici e i movimenti italiani conoscono fin troppo bene. Ricordare Pino Pinelli ci obbliga a dire quanto è inaccettabile che a un simile governo l’Europa non solo affidi l gestione dei diritti umani dei migranti in transito, ma anche i negoziati di Pace rispetto allo scenario ucraino e come oggi come negli anni 60/70 tensione e guerra siano le basi del riassestamento della governance globale.
Tensione, fascismo e guerra sono i tre elementi con cui i potenti governano il mondo, non importa se muoiono lx poverx, all’estero sotto le bombe e di fame, in Italia schiacciati dalle bollette e dai debiti.
Saremo in piazza il 4 e il 12 dicembre per rifiutare i vecchi fascismi e nuovi e contro guerre vecchie e nuove, senza lasciare spazio a chi parla di pace inneggiando a un criminale omofono, guerrafondaio, repressore e fascista come Putin. Peraltro, sulla sua coscienza ci sono anche tutte quelle migliaia di giovani russi, militari di leva, mandati al macello. Il fascismo è anche questo, sono i nostri nonni contadini mandati a morire con le scarpe di cartone nelle steppe dell’Europa orientale, sono gli stupri di guerra nella Libia colonizzata e la leva obbligatoria per chi non ha mai avuto potere di decidere sulla guerra o sulla pace.
L’antifascismo oggi come ieri è l’opposizione ad ogni forma di guerra e di violenza sistemica, ma soprattutto la rivendicazione di un mondo radicalmente diverso in cui la guerra non ha motivo di esistere, in cui possiamo autodeterminare i nostri corpi e le nostre vite e in cui tutt* hanno accesso a reddito, salute e dignità.