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SAN SIRO: I NOSTRI DIRITTI PIU’ IN ALTRO DELLE VOSTRE SPECULAZIONI

San Siro è uno dei più grandi quartieri di edilizia residenziale pubblica a Milano ha un patrimonio abitativo di 5.996 abitazioni, 1416 sono vendute e solo 2521 sono assegnate, 800 occupate, 572 in manutenzione, 272 da valorizzare, 295 sono fuori ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) 101 sono sfitte.

Le case in manutenzione sono lastrate e riscaldate come quelle sfitte, case che rimangono vuote o in manutenzione per anni, in attesa di essere vendute al posto che assegnate alle 23 000 famiglia in graduatoria da anni per un alloggio ERP.

Delle graduatorie infinite che non tengono conto di tutti quelli con reddito troppo basso che non riescono ad accedervi o di chi stanco di aspettare senza un tetto sopra la testa decide di occupare una casa.

Perché non si vanno a sanare gli occupanti per necessità?

Per continuare a speculare non si recupera e non si restituisce alla città quel patrimonio di migliaia di metri cubi di sfitto in mano a speculatori e palazzinari, che giocano in borsa il valore immobiliare della città, mentre a Milano si dorme per strada.

Continuano ad aumentare gli sfratti da privato, aumentano gli affitti senza nessuna misura di welfare che supporti le fasce più vulnerabili, si continua a sgomberare chi vive nelle case popolari, ma allora perché si permette la vendita del patrimonio pubblico?

La logica è quella del profitto. Lo stesso profitto che sta cambiando il volto della città con dei progetti di riqualificazione che modificano interi territori, relegando ai margini chi non può permettersi l’aumento del costo della vita o chi non accetta di vivere in zone sempre meno verdi, sempre più incapaci di rispondere ai bisogni delle persone che vivono i territori. Interi quartieri privi di verde, servizi, spazi per i giovani.

A pochi metri dal quadrilatero delle case popolari di San Siro, si sta giocando uno dei più grandi progetti di riqualificazione di Milano: la costruzione di un nuovo stadio e la trasformazione dell’area limitrofa in una zona di lusso avverrà a discapito del verde e dell’accessibilità economica della zona.

Il nuovo Stadio non è una priorità per Milano, sarà meno capiente e più costoso, sarà costruito unicamente nell’ottica del profitto delle società calcistiche e dei grandi investitori immobiliari, uno stadio sempre più da “consumare”, che aumenterà ancor di più il business intorno allo sport.

Città che si costruiscono su confini immaginari ma molto reali nelle conseguenze, un modello di consumo e di città a cui si accede solo se si ha la possibilità di consumare e spendere, città in cui avere o meno la residenza e il permesso rinnovato fa la differenza nell’accesso a quelli che sono diritti inalienabili: casa, salute, istruzione per tutte e tutti.

Cosa succederà alla zona vicino allo Stadio?

Il valore immobiliare delle case aumenterà notevolmente e di conseguenza quello di tutto il territorio, gli affitti cresceranno, verrà alzata la possibilità di costruire, di fretta, senza che si imponga di restituire al territorio in servizi e spazi verdi.

Si continuerà con il processo di vendita delle case popolari, a partire da i palazzi “riqualificati”, senza seguire un percorso di sviluppo, un’idea di progettazione, lasciando il territorio in balia di grandi società immobiliari e grandi investitori che detteranno legge ai governi locali e nazionali.

Non importa che l’emergenza abitativa sia in continuo aumento, il territorio sarà così terreno di profitto e non di bene comune, ovvero accessibile a tutte e tutti senza discriminazioni, lasciando spazio a un modello selettivo e discriminatorio di metropoli.

Città disegnate per attrare capitali più che per essere vivibili e sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale, riprogettate per avere molti centri lussuosi e periferie in cui relegare gli abitanti meno abbienti.

Le città dovrebbero essere costruite a misura di persona, con luoghi pubblici di ritrovo non sostituti dal proliferare dei centri commerciali, con case accessibili in base al reddito senza suddividere il territorio in chi possiede ricchezza e chi vive in povertà estrema, senza confini e barriere di accesso che riducono mobilità, diritti e possibilità.

BASTA SPECULAZIONI, COSTRUIAMO QUARTIERE VIVIBILI!

BASTA SFRATTI E SGOMBERI!

STOP ALLA VENDITA DELLE CASE POPOLARI!

ALCUNI LINK PER APPROFONDIRE

Milan e Inter hanno scelto il progetto per il nuovo stadio di San Siro

Le dirigenze del Milan e dell’Inter hanno scelto il progetto dello studio di architettura statunitense Populous per la costruzione del loro nuovo stadio nel quartiere di San Siro a Milano. Nelle prossime settimane verranno definiti i termini e lo sviluppo della progettazione completa del nuovo impianto, la cui costruzione dovrebbe iniziare nel 2026, dopo le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, vicino all’attuale stadio il cui destino è ancora incerto.

Da https://www.ilpost.it/2021/12/21/progetto-stadio-milan-inter-san-siro/

Presentato inizialmente nel settembre del 2019, il progetto di Populous, già soprannominato “la cattedrale”, prevede un impianto squadrato tra i 60 e i 65.000 posti a sedere, ispirato alle guglie del Duomo e alla galleria Vittorio Emanuele II. L’area circostante sarà interamente pedonale, con circa 110 mila metri quadri di aree verdi, il 40 per cento del totale. I parcheggi, che rappresentano attualmente il 27 per cento della superficie, saranno totalmente interrati.

Lo stadio sarà più basso di quello attuale, con il campo posto sette metri più in basso rispetto al piano di accesso esterno. Verrà costruito nell’area ad est dell’attuale Giuseppe Meazza — dove ora ci sono i parcheggi — e sarà più vicino alla fermata San Siro Stadio della metropolitana.

Insieme allo stadio è prevista una profonda riqualificazione della zona circostante, ora occupata dai parcheggi e dal vecchio Ippodromo del Trotto, dismesso nel 2014 e attualmente in fase di demolizione. È ancora incerto invece il futuro dello stadio Meazza, per cui inizialmente era prevista la demolizione. L’impianto potrebbe essere ridotto a una struttura molto più contenuta e adibito a scopi secondari dalle due squadre e dal comune di Milano.

Più di cento milioni in arrivo dal Pnrr per le case popolari di Milano

Oltre cento milioni di euro per le case popolari di Milano: i fondi, nell’ambito della ‘qualità dell’abitare’, sono in arrivo dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e, complessivamente, ammontano a due miliardi e 800 milioni di euro. Tra i progetti che saranno finanziati a Milano, un intervento nel quartiere San Siro ed uno a Lorenteggio. Nei giorni scorsi il Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato gli elenchi dei progetti ammessi (alcuni dei quali definiti ‘progetti pilota’) e diversi riguardano Milano e la sua Città metropolitana.

L’intervento relativo alla zona popolare di San Siro, del valore di 15 milioni di euro, riguarda essenzialmente la riqualificazione di un edificio in via Newton, oggi adibito ad uffici, che verrà dato in comodato d’uso gratuito al Comune di Milano per venticinque anni. Verrà trasformato in un ‘hub’ di residenza temporanea con 104 posti letto tra stanze per brevi permanenze e mini alloggi per locazioni più lunghe. Il progetto prevede anche la costruzione del secondo piano dell’edificio oltre alla realizzazione di spazi destinati a servizi condivisi per gli abitanti: portineria, sale comuni, lavanderia e cucina.

Ma il progetto che porterà maggior denaro nel territorio milanese è quello da 99 milioni di euro (oltre a quelli che investiranno altri enti pubblici) per Lorenteggio e Giambellino, dove è prevista la riqualificazione complessiva delle case esistenti e, in particolare, verranno demolite e ricostruite le ‘stecche’ di via dei Giaggioli realizzando 210 nuovi alloggi più efficienti. Il progetto prevede anche la nuova biblioteca, le connsessioni ciclabili e le sistemazioni in superficie del percorso della nuova M4: tutti interventi che vanno ad integrarsi con gli altri previsti in zona e finanziati con altre risorse.

Adesso sì: luci a San Siro. Oltre allo stadio c’è un quartiere intero che vuole ripartire

Non c’è solo il nuovo stadio, con il complesso edilizio annesso, che caratterizza il momento di trasformazione di San Siro. Altri progetti sono partiti – o stanno per sbocciare – e contribuiranno a cambiare il volto di un quartiere la cui notorietà travalica da decenni la città. Oltre al nuovo stadio, insomma, esiste un altro San Siro che sta per decollare. Proviamo a capire in che termini.

San Siro, l’accordo per lo stadio

Si deve partire dall’accordo della settimana scorsa tra Comune, Inter e Milan che ha stabilito alcuni punti importanti: il nuovo stadio si farà, ma il Meazza resterà in piedi fino all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali del febbraio 2026. E ancora: si potrà costruire nel rispetto dell’indice 0.35 fissato nel Pgt e non oltre, come chiedevano le due società. Altro importante accordo, sempre della scorsa settimana, riguarda le case Aler: Comune e Regione si sono impegnati a rivitalizzare un’area di forte disagio sociale.

Tanti altri tasselli

Poi c’è il progetto di riqualificazione dell’ex scuderia De Montel sul cui sito verranno create nuove terme. Un intervento importante, già in corso, è sull’ex ippodromo del Trotto destinato a ospitare un complesso di edilizia residenziale e un’area verde. Sempre parlando di ippodromo, c’è quello del Galoppo che, dopo alcuni timori di una chiusura, è stato rilanciato con iniziative anche extrasportive mentre il Lido di piazzale Lotto, dismesso da Milanosport, attende un nuovo gestore privato. Sono tanti, dunque, i pezzi che concorreranno a ridisegnare un quartiere sotto il profilo estetico, economico e sociale.

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