Stamattina San Siro si è svegliata con le camionette, un quartiere militarizzato e una mattina di sgomberi.
In via Abbiati una donna occupante per necessità, sola con tre figli, di cui una minorenne che era a scuola è stata buttata per strada.
Tanti soldi pubblici per fare cosa? Lasciare un’altra famiglia in mezzo alla strada mentre ci sono migliaia di case vendute e sfitte, mentre il Covid continua a diffondersi e una casa è necessaria anche per non ammalarsi.
Eseguito lo sgombero con modalità da Stato di polizia più che di diritto, buttata giù la porta con la signora ancora dentro, assumendosi il rischio di eventuali danni alla salute, i solerti ispettori di Aler, accompagnati dalla polizia, sono andati in via Mar Jonio dove dalla mattina bruciavano i sottotetti della scala G.
A pagare il prezzo di case fatiscenti e di nessuna manutenzione è stata una donna sola con un bambino di 9 anni che nel giro di poche ore ha vissuto il trauma della inagibilità della sua casa e di uno sgombero senza nessuna soluzione duratura, ma due settimane in un centro di accoglienza, giusto per “tamponare una vergogna senza confini.”
Oggi Comune e Regione hanno dato l’ennesima dimostrazione di non saper gestire l’emergenza abitativa, di non tutelare il diritto alla casa di nuclei in condizioni di difficoltà.


Non ci vengano a raccontare che la mancanza di case è colpa degli occupanti per necessità, a San Siro ci sono 1400 case vendute e 800 sfitte (a loro piace chiamarle in manutenzione ma noi sappiamo che rimangono vuote per anni), bisogna assegnare le case vuote e smettere di svendere il patrimonio pubblico ma chi gestisce questo patrimonio vuole solo speculare e le politiche pubbliche abitative sono inesistenti
Da anni a San Siro dal basso si organizzano doposcuola e attività per bambini e ragazzi perchè si crede nella possibilità di riscatto delle giovani generazioni, il Comune sempre pronto a spendere tante belle parole sui diritti dei minori è così inefficace nel tutelare i più piccoli.
Si deve garantire ad ogni minore una casa in cui vivere e una scuola in cui andare con la dovuta serenità senza trovare una lastra di ferro al posto della porta di casa al ritorno dalle lezioni.