Aprite le porte di Imrali, adesso!
Come in tutta Europa, anche Milano è in piazza sotto al consolato Turco per chiedere immediate notizie e libertà per Öcalan. Le voci sulla sua presunta morte non sono tutt’ ora state nè confermate nè smentite: è inaccettabile sia per i legali di Apo, sia per chiunque resista in ogni angolo del mondo.
Riportiamo di seguito le parole della comunità curda:
“Dichiarazione sulle voci sullo stato di salute di Öcalan
Il team legale di Öcalan, lo studio legale Asrin, ha pubblicato una lettera dedicata alle voci che Lunedì 15 marzo hanno iniziato a circolare diffusamente sullo stato di salute di Öcalan.
Condividiamo le preoccupazioni degli avvocati. Così come la loro ragionevole e giusta richiesta per un immediato accesso ad Abullah Öcalan e ai loro tre assistiti nell’isola carceraria di Imrali. Gli avvocati sono stati bloccati nella consultazione con Abdullah Ocalan dal 7 agosto 2019, e dal 1999, Öcalan ha avuto solo una conversazione telefonica con un membro della famiglia, il 27 aprile 2020. Da allora gli avvocati non sono stati in grado in nessun modo di comunicare con i loro assistiti, sebbene sia un diritto costituzionale e legale dei loro assistiti consultare i loro avvocati.
In realtà Abdullah Öcalan, Ömer Hayri Konar, Hamili Yıldırım, e Veysi Aktaş nei fatti, sono stati completamente isolati per molto più tempo;
il loro isolamento è stato rotto solo da uno sciopero della fame di Leyla Güven, che allora si trovava in carcere e che è stata di nuovo incarcerata, con altri detenuti e altre persone nel mondo che si sono unite. Adesso è in corso un altro sciopero della fame che è iniziato più di cento giorni fa.
Le politiche vendicative dello stato turco nei confronti di Öcalan e dei suoi compagni detenuti, rendono possibile che ogni voce sia vera; è impossibile verificare o non prendere in considerazione ogni affermazione sul suo stato di salute. Questo significa che ogni danno intenzionale nei suoi confronti passerà inosservato.
Il silenzio delle organizzazioni e delle istituzioni internazionali è clamoroso. Il Consiglio d’Europa appare incapace di seguire le raccomandazioni fatte dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti (CPT). Il Consiglio dei Ministri sta fallendo nell’imporre l’esecuzio nelle sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani, e le Nazioni Unite guardano solamente a come la Turchia calpesta ripetutamente tutti gli accordi e convenzioni internazionali.
Noi non stiamo chiedendo che i detenuti sull’isola di Imrali ricevano un trattamento speciale;
al contrario, stiamo chiedendo che il loro trattamento speciale finisca.
Abbiamo richiamato l’attenzione su questi temi in numerose occasioni. Il sistema dell’isolamento nel carcere dell’isola di Imrali è al di fuori dei confini del diritto nazionale ed internazionale, e in violazione degli accordi e delle convenzioni sui diritti umani. L’intero complesso del carcere di Imrali deve essere smantellato. Tutti coloro che sono coinvolti nel mantenere il totale isolamento nel carcere dell’isola di Imrali stanno agendo illegalmente e sono coinvolti nella violazione dei diritti umani in corso.
Il solo modo per porre fine alla speculazione sullo stato di salute di coloro che sono incarcerati, e che preclude che ogni possibilità che queste voci diventino realtà è di rendere il carcere di Imrali trasparente.