Il Cantiere e il Comitato per non dimenticare Abba sono fra i tanti equipaggi di terra di Mediterranea Saving Humans.
Oggi, di fronte all’ennesimo attacco politico-giudiziario che ha l’obiettivo di ostacolare le nostre missioni di salvataggio in mare, siamo più che mai complici con tutte le sorelle e i fratelli di Mediterranea e di Idra Social Shipping.
Mediterranea è piattaforma, alleanza di tante e tanti che animano equipaggi di terra, mobilitazioni, solidarietà: ma la nostra missione, quella che dà senso al fatto che Mediterranea esiste è che si tratta di una nave, l’unica battente bandiera italiana, che ha salvato centinaia di vite. Mare è “là dove Mediterranea è nata” e dove Mediterranea vuole stare.
Nello stesso tempo siamo convinti che questa pratica: “Salvare vite” è radicale, perché perseguita dai molti potri che difendono la “Fortezza Europa”, ma anche istintiva, genuina, immediatamente umana.
Questa è la ragione principale per cui la Fortezza Europa cerca di annientarla.
Questo significa che salvare le vite e rivendicarlo ha anche un valore politico: l’ingresso in acqua della Mare Jonio, il gesto di Carola Rackete, il salvataggio di Open Arms dell’Agosto 2019 hanno aperto una breccia nella “macchina da guerra della propaganda di Salvini”.
Questo accade ancora e, come spiega molto bene l’appello internazionale di alcune persone cui saremo sempre grate per il loro sostegno. Come Carola Rackete (Capitana), Pia Klemp (Capitana), Achille Mbembe (University of the Witwatersrand, Johannesburg), Naomi Klein (Autrice e giornalista), Erik Marquardt (Europarlamentare), Sandro Mezzadra (Università di Bologna):
“Quello che le nuove inchieste contro le ONG ed in particolare quella contro mediterranea cerca di colpire è la potenzialità di un’alleanza tra un’ampia varietà di attori civili che operano in mare intorno alla questione del soccorso dei migranti. È importante riconoscere che molte compagnie di navigazione sono molto preoccupate per questo problema, spesso combinando motivazioni umanitarie e interessi commerciali.”
Per quanto riguarda le curiosità della Procura, tutto potrà facilmente essere conosciuto, anche se non coinciderà con le ricostruzioni dell’accusa. Come abbiamo spiegato in un comunicato il 6 Marzo.
“Idra social shipping è la compagnia armatoriale che abbiamo creato per gestire la Mare Jonio e i servizi di bordo. È una impresa social oriented riconosciuta dal Fondo Sociale Europeo. Significa che non vi sono “dividendi” tra soci, ma ogni singolo centesimo deve essere reinvestito nella mission di impresa: offrire ad associazioni della società civile navi di ricerca e soccorso. È la prima compagnia armatoriale social oriented per la ricerca e il soccorso in mare in Europa.”
Pensiamo invece che sarebbe di grande interesse pubblico sapere se qualcuno stia indagando sul perché quei profughi e naufraghi, fossero lasciati da 37 giorni sul ponte di una petroliera, all’aperto, senza che nessuna autorità si sia nemmeno preoccupata di inviare un medico.
Oppure sapere se l’Unione Europea, o meglio la Fortezza Europa, vuole sostanzialmente cambiare lo status del naufrago nel diritto internazionale attraverso l’intimidazione di tutte le navi che viaggiano nel Mediterraneo (e non soltanto quelle di soccorso in mare).
Oppure sapere se il governo italiano ha intenzione di fare luce su ciò che è oramai noto, anche grazie alle inchieste di Nello Scavo che è sotto scorta, ovvero che gli accordi che hanno dato vita, con soldi italiani ed europei, alla “cosiddetta” Guardia Costiera Libia, confermati da tutti i governi in questi anni, sono stati negoziati grazie alla presenza in Italia del criminale Bija (evidentemente sotto la protezione di qualche autorità) con (ai tempi in cui era ministro lo stesso Minniti che ora lavora per Leonardo).