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Nessun profitto sulla pandemia.

Cure e vaccini per ciascun* ovunque e gratuiti.

Durante entrambi gli incontri affronteremo, da vari punti di vista, la battaglia che vede contrapposti grandi attori globali di fronte alla sfida delle vaccinazioni contro il Covid 19 e le ingiustizie che ne vengono generate:
– La distribuzione globale dei vaccini e la battaglia sui brevetti. La sperequazione a livello globale e il disastro epidemiologico causato dall’abbandono di intere aree del pianeta.
– Lo strapotere di Big Pharma di fronte, la sudditanza della Commissione UE e le ripercussioni sulla popolazione europea in termini sanitari e sociali.
– Lo smantellamento della medicina di base in favore della sanità privata.
– Il piano di priorità vaccinale del governo Draghi e della Regione  Lombardia, con l’apertura di canali dedicati alla sanità privata, mentre mancano le dosi per vaccinare la popolazione vulnerabile.

Nessun profitto sulla Pandemia. Cure e vaccini per ciasun*, dovunque, gratuiti

L’incontro sarà fruibile online e dal vivo, esclusivamente nelle modalità eventualmente consentite dalle normative, durante il “Mercato nello Spazio” organizzato presso lo  Spazio di Mutuo Soccorso, in Piazza Stuparich 18.

La sanità e la cura sono un privilegio per pochi e non un diritto universale. Si tratta di una precisa scelta dei poteri statali e privati che hanno indirizzato la strategia di contrasto al Covid. Una scelta che privilegia a tutti i livelli, dal locale al globale, la sanità che fa profitto, contro la sanità che consente a tutt* di accedere alle cure, anche quando questo significa lasciare proliferare una pandemia che inevitabilmente, per definizione, o sarà sconfitta dappertutto o continuerà a tornare ciclicamente in tutto il mondo.

A livello globale la pandemia è stata, sin dall’inizio, terreno di scontri geopolitici e di straordinatrie speculazioni.
Come racconta il consueto report di Oxfam, a Dicembre la ricchezza dei miliardari nel mondo aveva raggiunto il massimo storico di 11.950 miliardi di dollari, ossia quanto stanziato da tutti i Paesi del G20 per rispondere al coronavirus. Il patrimonio dei primi 10 miliardari del mondo è aumentato di 540 miliardi di dollari sufficienti a garantire un accesso universale al vaccino
Non è difficile immaginare come lo stravolgimento dell’economia reale globale, sia stato un nuovo terreno di riorganizzazione per i grandi capitali finanziari come ad esempio le corporation della comunicazione web.

Ma sopra ogni altro è stato la salute il terreno in cui i capitali hanno investito, in un gioco speculativo che oggi si rivela carico di gravi conseguenze per l’intero pianeta. A dispetto di chi chiedeva e chiede che valga il principio della sospensione dei profitti di fronte alla Pandemia.​​​​​​​ Nonostante le esperienze che avevano visto in passato Nelson Mandela e il suo SudAfrica, con tanti altri paesi, impegnati a produrre farmaci contro l’AIDS ribellandosi al ricatto delle multinazionali che possedevano i brevetti e molte altre vicende del recente passato. La proposta di sospensione dei brevetti è stata di nuovo avanzata da centinaia di organizzazioni e dal governo SudAfricano, ma senza esito.

I vaccini sono stati un nuovo terreno su cui questi interessi si sono misurati, prevalendo su considerazioni etiche, ma anche su evidenze di carattere scientifico ed epidemiologico.

Quando Pfizer ha annunciato la realizzazione del primo vaccino, l’effetto è stato quello di un rialzo speculativo del titolo in borsa (con annessa vendita delle azioni da parte dell’amministratore delegato).
Da quel momento in poi, ogni tappa del percorso che dovrebbe condurre all’immunità delle comunità umane dal virus, è stata caratterizzata da rivalità tra potenze, logiche orientate al profitto e sudditanza delle istituzioni democratiche nei confronti delle multinazionali del farmaco.

In particolare la Commissione Europea, proponendosi come alternativa ad un “sovranismo vaccinale” che avrebbe messo le rivalità tra gli Stati davanti alle oggettiva necessità di salvare vite umane, ha fatto solo finta di assumere un punto di vista eticamente più avanzato. In realtà sin dal primo momento i contratti dell’Europa con le compagnie farmaceutiche sono caratterizzati da alcune scelte ideologiche e egoistiche, destinate a ritorcersi contro gli stessi cittadini europei.
1) Nè la Commissione Europea, né l’OMS, nè altre autorità di carattere sovranazionale hanno negoziato con le case farmaceutiche la sospensione dei brevetti  per consentire una produzione diffusa a livello globale. Nonostante le richieste di tantissime organizzazioni.
2) La distribuzione dei vaccini è subordinata alle sfere di influenza, come in una stupida guerra fredda medica. I vaccini russi e cinesi sono destinati,a consolidare la sfera di influenza delle super-potenze nelle aree del mondo che gli Stati Uniti ritengono non prioritarie. Cuba, piccola isola, capace di riempire il mondo dei suoi medici durante la attuale crisi pandemica, così come in tante altre occasioni, oggi sta realizzando vaccini pubblici, a disposizione dell’umanità.
3) Miliardi di investimenti pubblici sono stati destinati a sostenere la ricerca privata e nessun programma di ricerca vaccinale pubblico, magari a livello continentale
4) I contratti sono segreti. Dalle informazioni trapelate a seguito delle richieste dei parlamentari europei sappiamo che non prevedono sanzioni per le case farmaceutiche in caso di consegne ritardate (come stiamo verificando) e nemmeno in caso di reazioni avverse dei medesimi (gli Stati si sono asssunti la responsabilità).

Come ha spiegato molto bene da Manon Aubry “la scelta finale spetta sempre alle case farmaceutiche”. Con il seguente risultato: i diritti esclusivi e i monopoli dei colossi farmaceutici sui brevetti impediscono che ci siano dosi sufficienti di vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid19 per tutti. Le 3 più grandi aziende del mondo attualmente hanno in programma di produrre dosi solo per l’1,5% della popolazione mondiale nel corso del 2021, mentre altri grandi produttori non stanno producendo nessun vaccino efficace e sicuro (Comunicato Oxfam Emergency).

Il risultato di queste politiche è già oggi la prosecuzione incontrollata dell’epidemia in quasi tutto il mondo. Alcune aree del pianeta, come l’Africa, sono destinate a non ricevere i vaccini per tutto il corso dell’anno presente, poche (forse solo gli Stati uniti e qualche altra “enclave”) sono destinate ad ottenere vaccini per tutta la popolazione nel giro dei prossimi mesi.
E’ ovvio che non si tratta soltanto di un problema di solidarietà globale, ma anche di efficacia nel contrasto ad un virus che, finché non sarà sconfitto, conserva la capacità di mutare e dunque di “scappare” dai vaccini che mano a mano vengono prodotti.

Non è un mondo in cui le nostre vite dipendono dai capricci delle compagni e farmaceutiche quello che vogliamo. Servirebbe invece il coraggio di Albert Sabin scopritore del vaccino contro la Poliomelite che disse “Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo” e sfidando la Cortina di Ferro e le pressioni delle case farmaceutiche consnetì di eradicare la poliomelite in tutto il mondo.

Vaccini per chi? Una società a misura di ingiustizia

La Regione Lombardia ha deciso negli ultimi 20 anni di smantellare la sanità pubblica e la medicina di base, privilegiando invece le strutture private e ospedaliere.

Quando è scoppiata la Pandemia, questo modello di sanità ha mostrato tutti i suoi limiti… Le terapie intensive (strumentazioni costose e poco redditizie) erano inadeguate, la prevenzione (anti-pandemica in particolare, ma non solo) era stata completamente trascurata e non esistevano più neppure i canali di prossimità come i medici di base. per non parlare delle vicende assurde che hanno visto coinvolte le RSA, indotte ad ospitare degenti Covid 19 per incrementare il valore del proprio posto letto.
Invece di invertire la rotta, rischiando di mettere in discussione il sistema di potere che lega istituzioni sanitarie private, nomine regionali, imprenditori e politici senza scrupoli, la Regione da subito ha avviato accordi per utilizzare in convenzione i servizi della Sanità privata. 

Di fronte allo screening la Regione ha affidato ai cittadini la responsabilità di fare i tamponi, per tenere sotto controllo l’epidemia, tracciando i contagi. I laboratori privati vendevano la prestazione a decine (finanche centinaia) di euro, in tempi rapidissimi, mentre il sistema di tracciamento dell’Ats era invece in tilt. Non sarebbe stato meglio investire  tutte le risorse nello screening gratuito della popolazione attraverso la sanità pubblica? Non sarebbe forse l’epidemia l’occasione per comprendere che, una volta di più, “siamo tutti sulla stessa barca”?

Invece oggi, alla tappa del vaccino, Radio Popolare denuncia l’apertura di un canale di vaccinazione tramite la sanità privata, di Roberto Maggioni.

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