Oggi come Coordinamento dei Collettivi Studenteschi siamo andati davanti al Severi a fare la DAD per Schools for future, assieme ad altre città. Una mobilitazione per chiedere la riapertura in sicurezza delle scuole chiuse. Cosa si sta facendo adesso per garantire una riapertura sicura? Si stanno implementando trasporti, spazi, docenti, tracciamento? Vogliamo sapere se e quando riapriranno le scuole ma soprattutto COME.
Scuole chiuse significa dispersione scolastica, significa diseguaglianza, significa che chi ha una famiglia numerosa, vive in un monolocale ed ha una connessione debole non gode dello stesso fondamentale diritto all’istruzione di coloro che, invece, hanno il privilegio di potersi permettere di fare didattica da casa.
Scuola vuol dire socialità, vuol dire strappare ragazzi e ragazze dalla dispersione scolastica e dalla criminalità. La generazione che porta sulle proprie spalle il compito di costruire una società in grado di salvare il nostro futuro non può istruirsi dietro uno schermo.
Il diritto ad una scuola in presenza per tutte e tutti ci è stato negato, insieme alla continuità della didattica, la socialità e la qualità della vita di student* insegnanti e genitori. Dicono di non avere abbastanza aule per assicurare il distanziamento fisico, ma Milano è piena di edifici abbandonati.
REQUISIRE LO SFITTO E TAGLIARE LA SPESA MILITARE PER DARE SPAZIO ALLA SCUOLA.
Milano é piena di spazi vuoti, pubblici e privati. Palazzinari speculano e fanno affari sullo sfitto e la rendita immobiliare, mentre per la scuola non c’è mai posto e tempo. Il diritto ad una scuola in presenza per tutte e tutti ci è stato negato, insieme alla continuità della didattica, la socialità e la qualità della vita di student* insegnanti e genitori. Dicono di non avere abbastanza aule per assicurare il distanziamento fisico, ma Milano è piena di edifici abbandonati. Quelli pubblici potrebbero essere risanati per ospitare le classi e quelli privati requisiti e restituiti alla collettività.
Per questo oggi abbiamo segnalato l’ex Caserma Montello, spazio inutilizzato ormai da anni. Lo stabile misura 100000 mq, sufficienti per ospitare 570 student* distanziati ovvero circa 60 classi.








DAD DAVANTI ALLE SCUOLE
LETTERA A UN* PROF
Car* Prof,
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Sulla riapertura, tutti hanno detto molte cose, ma nella migliore delle ipotesi tutte tese a salvaguardare le briciole che concedevano prima, un’ottica miope per un Paese che conta uno dei più alti tassi di dispersione scolastica, chi ridarà i suoi 15 anni o i suoi 8 anni a Mohamed, Marco, Sofia o Jasmine? Qualcuno ci ridarà questi mesi o forse qualcuno pagherà per aver ritenuto più importante la produzione di f35 che la nostra formazione?
Non vogliamo difendere lo status quo, almeno la capacità di sognare e di immaginare altre scuole possibili vogliamo tenercela stretta.Non possiamo accettare che le scuole siano state chiuse ma non possiamo accettare neanche che nulla sia stato detto nè tantomeno fatto su come cambiare una scuola che, da molto prima del COVID, fa acqua da tutte le parti a causa dei governi che, uno dopo l’altro, hanno tagliato miliardo dopo miliardo i fondi all’istruzione pubblica, preferendo il finanziamento del privato.
Un banco qua, una mascherina là, come se questo bastasse a eliminare i numerosissimi problemi che da anni denunciamo. Classi pollaio, precarietà, scuole che ci cadono in testa, insegnanti che mancano e, quando ci sono, con gli stipendi più bassi d’Europa, la percentuale di dispersione più alta d’Europa, la scuola-impresa, i presidi-manager, la retorica di studentesse e studenti “preparat*” al mondo del lavoro e la concretezza di non essere preparat* a essere cittadin* attiv*, la didattica frontale tale e quale a 70 anni fa, le pochissime gite. E ancora la valutazione quantitativa, i test invalsi, scuole di serie A e di serie B, le ripetizioni private, i soldi pubblici alle scuole private, la dote scuola alle scuole private, le scuole private, le scuole cattoliche, l’educazione sessuale mancante, la completa mancanza di educazione ecologica nonostante l’emergenza climatica.
Non una proposta su come cambiare la scuola, su come reinventarla per costruire una scuola equa, solidale, cosmopolita, su come costruire la scuola nell’era della pandemia globale e del mondo globalizzato, su come uscire insieme da questa situazione dove il profitto conta sempre più delle vite umane. Le possibilità sono tante, l’educazione all’aperto, nei parchi, nei luoghi pubblici, negli spazi dismessi delle caserme, difesi e tenuti inutilizzati in attesa della prossime speculazioni e mai considerati come spazi da restituire alla collettività .
Vogliamo tornare a scuola ma vogliamo anche tutta un’altra scuola con edifici adeguati, programmi rivisti e metodi di insegnamento diversi, una scuola che non lasci indietro nessuno, se no non è scuola. Abbiamo alcune domande che non possono più aspettare, questa scuola tutta tesa ad una valutazione anacronistica e non alla comprensione della realtà, va cambiata.
Come studieremo l’ambiente e le scienze? L’economia? Qualcuno ci spiegherà mai il concetto di Spillover, il legame tra la crisi climatica e il virus che ci ha intrappolati e ci intrappolerà nelle nostre stanze? Chi ci spiegherà come funziona il mondo, a partire dai libri di storia? Chi ci racconterà che la rivoluzione è già stata fatta nel 1789 e che si può rifare?
Chiusi, isolati per mesi o anni davanti a uno schermo come faremo a diventare le donne e gli uomini del futuro? Come faremo a imparare come va il mondo? Come faremo a imparare a rispettare tutte le persone, senza differenziazione data dal colore della pelle, rispettosi dell’orientamento sessuale di chiunque? Come impareremo a essere solidali con qualunque essere umano, non facendo morire delle persone nel mediterraneo in nome di un nazionalismo inutile e ottuso, che ha il solo obiettivo di alimentare la guerra tra i poveri?
La nostra socialità, inter-azione, la nostra cospirazione di cervelli è necessaria. Siamo il mondo che verrà, se non volete un mondo di sociopatici, ignoranti, di persone sole e centrate solo su se stesse bisogna essere tutt* partigiane e partigiani, prendere parte, non stare a guardare, non pensare che oramai i giochi sono fatti e niente va più, tutto può ancora andare e cambiare, dipende da noi.
E’ necessario per noi studentesse e studenti, giovani e,senza retorica, futuro di questa italietta dei malati di Covid nella rsa e dei tamponi mancati, ma è necessario anche per tutti le e gli insegnanti, docenti, educatrici e educatori, ora più che mai, non dobbiamo lasciare indietro nessuno, a partire da una scuola che va rimmaginata come reale possibilità per tutti di vivere meglio, a partire dalle diverse capacità e possibilità.
Vi scriviamo per invitarvi a essere con noi, a immaginare insieme strade percorribili, per prendere parte, per continuare a fare a scuola e a farla meglio
Occupate con noi i parchi, le scuole, le strade! Apriamo le scuole alla città e la città alle scuole, stiamo in classe il pomeriggio e la sera, scioperate con noi facendo lezione in piazza, ribellatevi alla DAD, siate partigian*!
Non chiediamo di lavorare gratis, ma chiediamo di lottare assieme perché voi possiate avere un contratto dignitoso, ma allo stesso tempo riappropriamoci del tempo e degli spazi e dei contenuti scolastici!
Non sedetevi, non arrendetevi, non siate indifferenti! Disobbedite!
Abbiamo perso un sacco di tempo, nessuno ce lo ridarà. Voi non fermatevi ai vostri diritti di lavoratrici e lavoratori, siate insegnanti di vita: non diventate una corporazione chiusa, che difende le briciole, come nella peggiore guerra tra poveri. Non conquistate le briciole sulla nostra pelle, sacrificando sull’altare della DAD la nostra istruzione, il nostro futuro, il nostro diritto, la nostra scuola.
Lottiamo insieme per una scuola più giusta per tutt*!
Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano e provincia
SCHOOLS FOR FUTURE: LA CAMPAGNA DI PRIORITÀ ALLA SCUOLA!


