Economia e Finanza – Orientarsi nella nebbia
“Only a crisis – actual or perceived – produces real change. When that crisis occurs, the actions that are taken depend on the ideas that are lying around. That, I believe, is our basic function: to develop alternatives to existing policies, to keep them alive and available until the politically impossible becomes the politically inevitable.”
― Milton Friedman
La situazione di crisi che stiamo vivendo ci catapulta direttamente nel cuore dello schema descritto dall’economista Milton Freidman, cioè in un momento in cui il politicamente impossibile, o comunque tutto ciò che di norma viene considerato come inapplicabile o distopico, diventa magicamente inevitabile.
La situazione comunque non è nuova; come infatti ha analizzato per anni la giornalista Naomi Klein il neoliberismo ha bisogno di queste crisi per alimentarsi, trasformasi e ripartire più forte di prima. Emergenza dopo emergenza il capitalismo prepara il terreno che condurrà alla prossima crisi in un processo che ha portato negli anni lo stato d’emergenza a farsi normalità. Un esempio lampante è la crisi finanziaria del 2008 le cui conseguenti misure messe in atto per “salvare l’economia” non hanno fatto altro che predisporre il terreno per un successivo sciacallaggio del mercato finanziario, che va avanti tuttora in modo ben più spudorato che nel periodo pre 2008.
Proprio perchè queste crisi rappresentano la benzina del capitale le prime e fondamentali misure che vengono messe in pratica sono sempre di stampo economico, così da preparare il terreno d’azione per gli speculatori. Le Banche Centrali sono sempre infatti le prime a mobilitarsi per “salvare l’economia”, un motto che da qualche decennio non conosce piu latitudine o longitudine, ed è proprio da esse che bisogna partire per capire come e dove il politicamente impossibile diventerà politicamente inevitabile.
Quantitative Easing e taglio dei tassi, due delle misure più comunemente usate da Bce e Fed per stimolare l’economia, rappresentano ormai la normalità nel calendario economico globale e sono una delle principali forme di finanziamento dei governi alle banche private. L’abbassamento del costo del denaro, come avviene per il QE, o il taglio dei tassi, spesso sui depositi bancari presso le le Banche centrali, sono misure che non raggiungono mai direttamente chi ne ha bisogno ma necessitano il passaggio intermedio dalle banche private. Le stesse soluzioni furono utilizzate per salvare i cosidetti “Piigs” dopo la crisi el 2008 e rappresentarono il vero e proprio punto di partenza per la svendita delle proprietà statali e lo smantellamento del welfare, situazione che mette ora Spagna e Italia di fronte ad una crisi sanitaria e di reddito con pochi precedenti.
Così come queste emergenze rappresentano il momento migliore per il capitale di consolidarsi esse possono, allo stesso modo, rappresentare il momento in cui si rivelano tutte le sue debolezze e le sue contraddizioni. E’ durante queste crisi che allora bisogna cominciare a “catalizzare una trasformazione totale dell’economia spostando il focus dal profitto alla salute e al wefare”.
Abbiamo raccolto qui di seguito vari contributi per provare ad analizzare a fondo i cambiamenti economici che si prospettano all’orizzonte e provare a mettere sul tavolo della discussione proposte, come il “Quatitavive easing for the people” e forme reddito garantito, utili affinchè queste misure non rappresentino solamente un ponte verso la prossima crisi.
“Meglio tardi che mai” verrebbe da dire a proposito dell’ormai celeberrimo intervento di Mario Draghi sul “Financial Times” del 25 marzo sotto il titolo potentissimo: We face a war against coronavirus and must mobilise accordingly. Ma cosa pensare davvero, di questo neopensionato governatore della Banca centrale europea che mette in campo un linguaggio di stampo keynesiano (il Keynes delle celeberrime considerazioni su Le conseguenze economiche della pace del 1919) dopo essere stato per decenni attento “custode dei cancelli” del credo ultraliberista egemone?
RadioMed intervista a Beppe Allegri del Basic Income Network Italia su reddito di cittadinanza e dibattito europeo
«Reddito di quarantena che superi i limiti del reddito di cittadinanza; sostegno ai comuni per evitare che il dramma sanitario si tramuti in emergenza criminale; stop a pagamenti, imposte e tributi fino a fine 2020 per dare la possibilità al motore del paese di ripartire»: sono i punti che il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, pone all’attenzione del governo.
«Si salvi chi può»: questo è sembrato il motto dei governi europei all’inizio della crisi del coronavirus. È mancata la coordinazione, e ciascuno ha introdotto misure senza informare i paesi vicini. Ne è scaturita un’accozzaglia di regole e consigli, la fotografia di una perdita di controllo a livello nazionale e, soprattutto, a livello europeo. Persino la Commissione Europea a Bruxelles ha capito solo ora che sono in palio l’essenza stessa della sua credibilità e il futuro dell’Europa.