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Il 15 Novembre a Bologna era atteso Salvini per il lancio dell’ennesima campagna elettorale condita da hate speech e caratterizzata dalla retorica del populismo nazionalista.
Mentre molte realtà sociale si sono mobilitate con una manifestazione (che è stata anche caricata dalla polizia) Piazza Maggiore si riempiva di migliaia di persone accorse per partecipare ad un flash mob lanciato da alcuni ragazzi senza organizzazioni né grandi storie di attivismo alle spalle. Il fenomeno è rapidamente cresciuto e si è posto l’obiettivo di fermare Salvini e la sua ascesa.
Chi sono le Sardine? E’ diventata dal 15 Novembre una domanda ricorrente. Noi abbiamo scelto di essere Sardine per  nuotare nel mare di questo movimento di persone che, stanche di come nel discorso pubblico del nostro paese l’hate speech, i pregiudizi, la violenza discriminatoria siano diventati il principale linguaggio di alcune forze politiche istituzionali, hanno deciso di scendere in piazza e riappropriarsi (anche fisicamente) delle strade.Le prime piazze che hanno ripreso le Sardine sono state in Emilia Romagna, la prima, dopo Bologna1, a Modena.
Bella Ciao è diventata l’inno del movimento, mentre nello stesso tempo con una curiosa coincidenza, questa canzone veniva adottata da diverse piazze in tutto il mondo

La piazza di Milano, a cui abbiamo partecipato è stata fortemente caratterizzata dal Soccorso in Mare. Coperte termiche che ricoprivano gli ombrelli (in una serata di diluvio che ha visto scendere in piazza decine di migliaia di persone) ed erano sul piccolo risciò-palco con impianto ecologico a batteria.
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Il messaggio antirazzista è stato predominante in moltissime piazze e non è un caso se il 14 Dicembre, un mese dopo la nascita del movimento, a Roma, le sardine abbiano chiesto un intervento di Sea Watch sul tema dei decreti sicurezza.
Il 15, a Spin Time Labs, uno spazio occupato romano, dalla prima riunione delle Sardine è uscito un comunicato in 6 punti.
La prima rivendicazione precisa delle Sardine è dunque l’abolizione dei cosiddetti decreti sicurezza che multano le navi che salvano vite umane, distruggono il tessuto dell’accoglienza.In moltissime piazze (e non solo a MIlano) il movimento antirazzista ha riempito le sardine con contenuti che sono semplici e irrinunciabili, ma che il mainstream presenta come “radicali e di estrema sinistra” (come ad es. “salvare le vite umane”).
Per queste ragioni bisognerebbe proseguire su questa strada: no agli accordi con la Libia, no alla violazione dei diritti umani. Non è una posizione di pochi settari di estrema sinistra quella che vuole salvare vite, che odia i lager, che vuole una società coesa e fatta di diritti.

Il discorso più importante e fondativo dell Sardine è il contrasto al populismo sovranista e al suo linguaggio d’odio. L’appello al rifiuto della violenza nella politica, se non si abbina alla libertà di manifestare ed esprimere il dissenso, ha anche un aspetto pericoloso. Basta pensare alle pene severissime che il Decreto Sicurezza applica al blocco stradale (forma tipica e storica di protesta del movimento operaio e dei movimenti sociali, ecologisti, per i diritti civili da sempre).
E’ chiaro però che la dimensione sociale, il bisogno da cui nasce questo appello è di porre un argine al dilagare della violenza razzista, fascista di quello che nel mondo chiamano “Hate Speech”.

Inutile negare che il primo risultato concreto del movimento è stato quello desiderato attraverso le elezioni in Emilia Romagna, dove la Bestia si è inceppata e la macchina di consensi salviniana è entrata in crisi, sebbene a beneficiarne sono state inevitabilmente altri partiti “di sistema”, primo fra tutti il PD.
Il Concerto di Bologna, che ha raccolto decine e decine di artisti e migliaia di persone, ma anche la manifestazione a Bibbiano, teatro di una disgustosa campagna mediatica che, sullo spunto di una vicenda di cronaca giudiziaria, ha riesumato tutto l’armamentario religioso-tradizionalista accusando sostanzialmente i “comunisti di mangiare i bambini” e “gli omosessuali di rubarli”.

Dopo questo primo risultato le Sardine si sono date un appuntamento a Scampia, il 14 e il1 15, cegliendo un luogo che non compare nelle riviste patinate, ma dove moltissime realtà sociali operano, da decenni, in condizioni difficilissime per rafforzare il tessuto di una comunità. Anche a Riace una bellissima manifestazione ha portato questo movimento in uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza degna in Italia e non è un caso che la manifestazione si sia portata con sè un corollario di “hate speech” con la sequela di Minacce a Jasmine Cristallo, Globalist.

Hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio di cui riportiamo un passaggio:

Quando il concetto di Sicurezza viene messo in contrapposizione al salvataggio di vite umane, alla tutela dei diritti fondamentali della persona dentro e fuori i confini nazionali o di percorsi d’integrazione e cittadinanza, si generano eclissi della ragione e sonni della civiltà. Quando il problema del Sud diventa l’invasione degli stranieri e non la fuga degli autoctoni o l’assenza di opportunità, si esclude ogni possibile sinergia tra l’accoglienza e la permanenza.

Non sono mancati gli scivoloni, come l’improvvida visita dei 4 ragazzi di Bologna che hanno “fondato” il movimento inventando il flash mob di piazza maggiore con Luciano Benetton, patron della multinazionale che sfrutta e uccide dalla Patagonia al Bangladesh, passando per il Ponte Morandi di Genova.
Si rimettiamo a questo proposito alle parole di un’altra portavoce delle sardine Jasmine Cristallo: L’incontro con Benetton sbagliato e improvvido e anche alle dichiarazioni che hanno rilasciato in seguito i 4 ragazzi. Pentiti e arrabbiati, sardine contro Toscani.

In tutto il mondo ci si è chiesti se questo movimento è un modello di quello che si può fare per battere l’ondata nazionalista. Noi siamo abituati a chiederci queste cose facendole, assieme agli altri.

The Guardian view on Italy’s “Sardine” movement: politics with panache can defeat the hard right
Swimming against the tide, who are italy’s antifascist’sardines?
Simpatia per le sardine, di Girolamo De Michele, da Euronomade
Contro le passioni tristi, le sardine urtano il populismo, di Marco Bascetta, da Il Manifesto e Euronomade

Attraverso il lavoro fatto insieme le Sardine di Milano hanno deciso di sostenere la campagna “Milano si unisce alla flotta” (www.abbavive.org) per dimostrare concretamente il supporto al soccorso in mare.

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