26/10: 10.000 persone in corteo: #defendRojava!
[VAI ALLO SPECIALE DELLA MANIFESTAZIONE]
Il 9 Ottobre l’esercito turco ha attaccato il Rojava.
La guerra globale, ancora una volta promossa da un esercito Nato ha aperto un nuovo fronte all’interno del capitolo mediorientale.
Questa volta ad essere attaccate non sono soltanto comunità e città abitate da centinaia di migliaia di persone che rischiano di diventare profughi, non soltanto le minoranze etniche e su tutte il popolo kurdo perseguitato dagli stati in cui abita: ad essere sotto attacco è una rivoluzione.
Mentre le comunità che vivono nella Siria del Nord si stanno organizzando in armi per resistere all’Occupazione, tutto il mondo si sta mobilitando. [Leggi l’appello internazionale di mobilitazione per il Rojava]
AGGIORNAMENTI:
L’accordo tra Putin e Erdogan disegna una nuova mappa per la Siria: una mappa in cui l’esperimento del Rojava viene confinato nella parte orientale del paese (doeve Ypg-Ypj possono ancora essere “utili” a contrastare Isis), ma le sorti delle popolazioni nella fascia di confine tra Siria e Turchia resteranno nelle mani dei 3 autocrati che si spartiscono il paese (Putin e Erdogan + Assad).
Il rischio di una pulizia etnica e di un genocidio sono molto rilevanti.
Inoltre va considerato il fatto che la fascia (di 30 km di profondità tra Tell-Abyad e Sere Kanie) assegnata a Erdogan nel piano, non è ancora stata conquistata dall’esercito turco, il che significa che Putin ha acconsentito a una ripresa dei bombardamenti turchi fino al completo sterminio della resistenza in quell’area.
Ascolta il commento di Murat Cinar a Radio Onda d’urto sull’accordo Putin-Erdogan.
COSA E’ SUCCESSO?
Nel 2011 le primavere arabe e l’ondata rivoluzionaria iniziata in piazza Tahrir ha dato vita ad enormi proteste contro il governo di Assad in Siria.
Gli interessi delle potenze geopolitiche mediorientali (come Iran e Arabia Saudita) e di quelle globali (come USA e Russia) hanno rapidamente trasformato la rivoluzione siriana in una confusa guerra civile tra fondamentalisti religiosi, esercito siriano, gruppi ribelli non fondamentalisti, con la presenza di eserciti stranieri.
In questo contesto nella regione a maggioranza Kurda (il Rojava) una confederazione multietnica e democratica, socialista, ecologista e femminista è nata, riconquistando ciascun villaggio dalle mani dell’Isis.
Questo è stato possibile poiché da decenni il partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e le organizzazioni del movimento curdo di liberazione portano avanti una lotta contro l’occupazione militare del proprio territorio che è sempre più divenuta una lotta per la liberazione da tutte le oppressioni: militare, ma anche sociale, economica, della terra e delle donne.
COSA POSSIAMO FARE?
Partecipare alle mobilitazioni:
Venerdì 18 Ottobre 2019, ore 9.30 Largo Cairoli: Manifestazione studentesca Stop War Not People – #DefendRojava, leggi l’articolo su MilanoToday
Vai allo speciale Is Facebook Supporting War? Call for Action.
Leggi l’articolo sull’occupazione degli uffici di Facebook a Milano: da cantiere.org, da MilanoToday su Radio Capital (dal minuto 26)
Venerdì 25 Ottobre: iniziative al consolato russo e Usa.
Guarda il video di MilanoToday
Diffondere e sostenerele 3 richieste della resistenza curda:
♦ Istituzione immediata di una No Fly Zone sul Rojava
♦ Sostegno alle forze di autodifesa popolare curda (in ogni forma)
♦ Fine degli attacchi militari della Siria del Nord
Conoscere per lottare.
♦ Per conoscere la storia della nascita della Rojava un contributo di Wu Ming del 2014
♦ I libri di Ocalan sono stampati in lingua italiana dall’Editore Punto Rosso.
♦ I contributi in italiano di Murat Cinar, Benedetta Argentieri,
♦ I contributi in inglese di David Graeber sul Guardian,
♦ Per seguire gli aggiornamenti Live dalla Siria del Nord: Live Ticker di Retekurdistan e Syrian Civil War Map, canale Telegram Rojava Resiste.
Sostenere economicamente la resistenza del Rojava e le organizzazioni del Kurdistan.
In Italia il KCK [Koma Civakên Kurdistan – Unione delle Comunità Kurde] e il movimento di liberazione kurdo sono rappresentati da UIKI – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia.
E’ possibile sostenerlo attraverso diverse campagne, ad esempio questa: Dalla parte dei curdi.
Boicottare i prodotti Turchi.
Per colpire, con i consumi, l’economia del Paese che sta invadendo il Kurdistan.