“O il profitto del neoliberismo o le vite degli esseri umani, noi la nostra scelta l’abbiamo già presa: cambiare il sistema non il clima!” Migliaia di studenti in piazza oggi a Milano!
Una piazza connessa con le migliaia di mobilitazioni in tutto il mondo.
Vogliamo mettere in discussione il modello di sviluppo!
“Either the profit of neoliberalism or the lives of human beings, we’ve already made our choice: change the system, not the climate!” Thousands of students are striking today in Milan!
A demonstration linked to the thousands of mobilitations that are taking place all over the world.
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System Change not Climate Change
“O il profitto del neoliberismo o le vite degli esseri umani, noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta: cambiamo il sistema non il clima!”
Il mondo e la sua biodiversità come la conosciamo a breve non esisterà più. Scienziati e ricerche di tutto il mondo sostengono ormai da anni che ci stiamo avvicinando ad un punto di non ritorno. L’aumento esponenziale della temperatura mondiale dovuto al buco dell’ozono, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare, l’inquinamento dell’aria che respiriamo e la drastica proliferazione dei tumori sono i sintomi di un pianeta malato. Il virus è lo sfruttamento incontrollato delle risorse della terra e di chi la abita per il profitto di pochi.
In ogni angolo del mondo le multinazionali accrescono la propria ricchezza a danno dell’esistenza di interi popoli, specie animali e territori: estraendo e monetizzando risorse naturali senza pensare ad un futuro vivibile, senza emissioni né disuguaglianze.
I maggiori motori di questa catastrofe sono le fabbriche energetiche con risorse non rinnovabili, gli allevamenti intensivi e le monocolture, l’utilizzo sfrenato di plastica e l’immenso spreco di cibo che avviene ogni giorno. I combustibili fossili costano di più delle fonti rinnovabili, la carne e le monocolture abbassano la qualità dei prodotti, la plastica impiega oltre diecimila anni ad essere smaltita e soprattutto a fronte di uno spreco del 50% del cibo prodotto ogni giorno abbiamo 800mln di persone che non riescono a sfamarsi.
Qui non si tratta soltanto di essere d’accordo o meno, si tratta di riconoscere gli avvenimenti in quanto tali, sapere che i colpevoli hanno facce e nomi e che se non vogliono accettare di cambiare rotta gliela faremo cambiare noi. Un sistema economico che definisce il successo e il progresso come un’espansione economica infinita non regge più e non lo dicono soltanto gli studenti attivisti ma gli scienziati climatici. O il profitto del neoliberismo o le vite degli esseri umani, noi la nostra scelta l’abbiamo già presa: cambiare il sistema non il clima!
Quando? Ora! Chi? Noi! Dove? Dappertutto!
Il 15 Marzo siamo scesi in piazza come studenti, ma soprattutto come giovani. La composizione dello sciopero globale infatti non è indifferente: un’intera generazione ha sollevato una vertenza urgente, potente e necessaria.
Una generazione che non accetta il fatto che i potenti si sentano sicuri di costruire i loro “mondi protetti” nel mezzo di un pianeta nel pieno di un cataclisma, o che si mostrino semplicemente disinteressati alle sorti delle generazioni future.
La questione fondamentale è che un cambiamento va fatto sì o sì e allora
‘’quando, se non ora?’’,‘’chi, se non noi?’’, “dove, se non dapperutto?”
per questo siamo scesi in piazza venerdì.
E’ stata una giornata con focolari accesi in ogni angolo del globo, i giovani in piazza chiedono a gran voce una giustizia sociale che vada di pari passo ad una giustizia climatica.
La grande portata della faccenda, ossia la fine della terra e delle specie che la abitano, è una questione che non può ridursi ad un piano individuale, cittadino o nazionale. Ne verrebbe coinvolto ciascun essere che abita la terra. Si tratta di una sfida impossibile da interpretare attraverso confini, egoismi nazionali, sovranismi.
Un movimento che connette tutto in quanto parla di pianeta nel suo insieme, tutta l’umanità e non solo; che affronta locale e globale in un solo nodo e riflette un bisogno materiale: la sopravvivenza della specie e della terra… oltre che un desiderio solidaristico-etico di giustizia.
Siamo ancora in tempo!
Fermare il cambiamento climatico tramite un cambio del sistema è ancora possibile!
Questo non ce lo dicono solo gli scienziati, ma ce lo dicono i movimenti… le moltitudini che hanno deciso di scegliere lo sciopero e la piazza.
Abbiamo già detto che la battaglia contro il cambiamento climatico coinvolge molte grandi questioni globali:
– il modello di sviluppo economico neoliberista è incompatibile con un approccio che tenga in considerazione i danni ambientali delle grandi multinazionali.
– le ineguaglianze sociali, la povertà estrema che è spesso causa delle migrazioni massicce sono causate quasi sempre dalla distribuzione ineguale delle risorse, compresa l’acqua .
– il potere del monopolio petrolifero e le guerre che si combattono in suo nome sono legate a doppio filo all’economia fossile.
– il controllo militare del mondo, i muri che separano il mondo ricco (pur pieno di povertà) da quello povero diventano inutili, o quantomeno insufficienti, di fronte alla siccità e ai cataclismi della natura.
Allora attorno a questo grido dei giovanissimi che hanno riempito la piazza di Milano potremo costruire una alleanza, una assemblea, un assemblaggio di tanti e diversi: una moltitudine capace di cambiare il mondo.
ACT LOCAL THINK GLOBAL _Fotogallery dal mondo
Per seguire la diretta della manifestazione da Milano:
Per seguire la diretta delle manifestazioni nel mondo:
#FridaysforFuture #ClimateStrike #schoolstrike4climate #315청소년기후행동 #315기후행동 #ClimateAction #YouthStrike4Climate #YouthClimateStrike
Il mondo e la sua biodiversità come la conosciamo a breve non esisterà più. Scienziati e ricerche di tutto il mondo sostengono ormai da anni che ci stiamo avvicinando ad un punto di non ritorno. L’aumento esponenziale della temperatura mondiale dovuto al buco dell’ozono, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare, l’inquinamento dell’aria che respiriamo e la drastica proliferazione dei tumori sono i sintomi di un pianeta malato. Il virus è lo sfruttamento incontrollato delle risorse della terra e di chi la abita per il profitto di pochi. In ogni angolo del mondo le multinazionali accrescono la propria ricchezza a danno dell’esistenza di interi popoli, specie animali e territori: estraendo e monetizzando risorse naturali senza pensare ad un futuro vivibile, senza emissioni né disuguaglianze. I maggiori motori di questa catastrofe sono le fabbriche energetiche con risorse non rinnovabili,gli allevamenti intensivi e le monocolture,l’utilizzo sfrenato di plastica e l’immenso spreco di cibo che avviene ogni giorno. I combustibili fossili costano di più delle fonti rinnovabili, la carne e le monocolture abbassano la qualità dei prodotti, la plastica impiega oltre diecimila anni ad essere smaltita e soprattutto a fronte di uno spreco del 50% del cibo prodotto ogni giorno abbiamo 800mln di persone che non riescono a sfamarsi. Qui non si tratta di essere d’accordo o meno, si tratta di riconoscere gli avvenimenti in quanto tali, sapere che i colpevoli hanno facce e nomi e che se non vogliono accettare di cambiare rotta gliela faremo cambiare noi. Un sistema economico che definisce il successo e il progresso come un’espansione economica infinita non regge più e non lo dicono soltanto gli studenti attivisti ma gli scienziati climatici. O il profitto del neoliberismo o le vite degli esseri umani, noi la nostra scelta l’abbiamo già presa: cambiare il sistema non il clima! SYSTEM CHANGE NOT CLIMATE CHANGE Ci vediamo il 15 Marzo H9:30 in Largo Cairoli, ci trovate con il nostro risciò allestito! E il 14 Marzo H 15 Al Cs Cantiere, per il lab. Coreografie! @Ccs_Milano