“Hanno ammazzato Abba!”
Così si é svegliata la nostra città ormai 10 anni fa.
A 10 anni di distanza, oggi migliaia di persone hanno attraversato le vie di questa città con rabbia e desiderio di riscatto.
Con rabbia per quello che in dieci anni non ha fatto altro che aumentare: il razzismo, quello portato avanti dai vari governi, prima dal PD che con la Minniti-Orlando ha aperto la strada alle scellerate politiche di Salvini, riaprendo gli accordi con la Libia e istituendo di nuovo luoghi detentivi per i migranti.
Adesso, dal governo attuale, che non ha nessuna intenzione di cambiare le politiche basate sui profitti invece che sulle persone e allora se la prende con un facile capro espiatorio: chi ha attraversato le frontiere, in fuga dalla guerra, dalla fame o semplicemente in cerca di un futuro.
I leghisti che alimentano la retorica per cui i migranti rubano risorse e diritti sono gli stessi che hanno rubato 49 milioni di soldi pubblici, gli stessi che si rifanno al ventennio fascista, e che portano avanti decreti legge razzisti, negando la possibilità per le persone di vivere in libertà. 49 milioni di diritti rubati, rubati al diritto all’abitare, al diritto di curarsi, di andare a scuola, di muoversi e di restare.
Ricordare Abba significa da 10 anni rifiutare il razzismo, rifiutare la guerra e la devastazione dei territori da cui le persone scappano, rifiutare confini e barriere fisiche e mentali. versi e di restare. Significa anche battersi per la giustizia sociale e il welfare, la casa, la scuola, la sanità, il reddito. Portare avanti la memoria di Abba, in modo che sia antidoto a tutto questo, perché ciò che ė successo non si ripeta e perché il mondo possa essere migliore, domani, ma anche oggi, grazie alle nostre lotte quotidiane.
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APPELLO DEL COMITATO PER NON DIMENTICARE ABBA E FERMARE IL RAZZISMO
SABATO 22 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA
PARTENZA ORE 15.30 da PALESTRO
La Razza bianca per fortuna non esiste.
Altrimenti ne avrebbe combinate di tutti i colori: crociate, colonialismo, schiavitù, , Olocausto, Porajimos e un fossato mortifero nel Mar Mediterraneo.
Esiste il fascismo, non soltanto quello delle ridicole marcette di 70 anni fa, che comunque ha lasciato dietro di sé milioni di morti. Può essere anche il nome contemporaneo del dominio che da secoli colpisce le donne, le moltitudini dei poveri e dei precari, le minoranze, gli stranieri.
La storia di Abba è solo un piccolo pezzo di questa storia, un pezzo grande come una vita.
CONTINUA A LEGGERE IL TESTO
“Negro di merda”, e poi sprangate e botte: così viene ammazzato Abba il 14 settembre 2008 in via Zuretti a Milano, vicino alla Stazione Centrale. Ad ucciderlo è stato il razzismo.
E’ lo stesso che ha ucciso Modou e Mor a Firenze il 13 dicembre 2011, Emmanuel a Fermo il 5 luglio 2016, Ibrahim a Napoli l’11 luglio 2017, e purtroppo tanti altri.
E’ lo stesso che ha colpito Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou e Festus lo scorso 3 febbraio a Macerata.
E’ lo stesso che ha ucciso Idy Diene a Firenze poco dopo.
È lo stesso che, intrecciato a mafia e sfruttamento ha ucciso Soumaila proprio lì dove una grande rivolta contro il caporalato è nata qualche anno fa: Rosarno, terra in cui il colore della pelle è diventato elemento della gerarchia del lavoro. È lo stesso che, al grido di “Salvini, Salvini” ha ferito Sekou e Daby nel Casertano.
Per tutt* loro, come hanno detto le compagne di Marielle Franco a migliaia nelle piazze dopo il suo omicidio, “nessun minuto di silenzio, ma una vita intera di lotta”.
Non sarebbe successo se, dopo la crisi, una classe dirigente italiana ed Europea spaventata e senza idee, non avesse rovesciato una valanga di retorica razzista nel discorso pubblico, inquinandolo per nascondere le responsabilità di chi ha lasciato che enormi ingiustizie sociali si insediassero in ogni angolo d’Europa, arrivando al punto, con il potente veicolo di media main stream, da avere Salvini ministro degli Interni, all’interno di una cornica europea che vede sempre più l’ascesa delle destre al potere. Un ministro che in pochi giorni di governo parla di censimento su base etnica, ricordando uno dei periodi più bui della storia d’Europa iniziato proprio allo stesso modo, prendendosela ugualmente con gli ultimi, i poveri, gli emarginati.
Non sarebbe successo se in Italia non venisse concesso sempre più spazio ai gruppi neofascisti organizzati, coccolati dalla destra istituzionale. Organizzazioni criminali che pretendono (e ottengono) di essere difese dalla polizia dello Stato mentre propagandano odio.
Non sarebbero successe molte altre morti se i governi e le multinazionali dei paesi Occidentali non avessero da sempre, fino ad oggi, alimentato o combattuto guerre in Africa e in Asia, chiudendo poi ermeticamente i confini alle masse in fuga dalla miseria.
Non sarebbe un mondo così ingiusto senza il razzismo, con troppi uomini che ammazzano le donne e troppi poveri calpestati. Perché le ingiustizie si tengono sempre per mano, impediscono il legame tra gli esseri umani, con i loro desideri e le loro rivendicazioni, segmentandoli in un reticolo di soprusi in cui ciascuno deve obbedire quando è vittima e avere paura di cadere quanto non lo è.
La città meticcia che – intrecciata con quella femminista e queer, con quella delle lotte per il lavoro e dei quartieri solidali – convive con quella razzista, sottraendole terreno tutti i giorni, non può dimenticare “Abba” Abdoul Guibre, figlio nero di questa città, strappato alla vita dal razzismo amato con rabbia e desiderio di riscatto, come solo si ama ciò che non c’è più.
Per questo chiamiamo tutta la Milano meticcia, antirazzista e antifascista a scendere in piazza il 22 Settembre per inondare la città di messaggi, colori e memoria, per non dimenticare Abba contro ogni tipo di discriminazione.
Comitato per non dimenticare Abba e fermare il razzismo
REALTA' CHE ADERISCONO ALLA MOBILITAZIONE
** Abbiamo iniziato a raccogliere le adesioni alla manifestazione, se volete aggiungervi scrivete alla pagina ABBA VIVE**
Abareka nandree onlus
Allah Loves Equality
Argentinos para la victoria
ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione
Asia USB Milano
Associazione Dax
Associazione Nabad onlus
Associazione per i diritti umani
Associazione Senegalesi Milano e provincia
BlackPanthers
Cantiere
Casc Lambrate
CISPM Italia – Coalizione Internazionale Sans-Papier e Migranti
Comitato degli Abitanti di San Siro
Convergenza delle culture
Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano e Provincia
Combatientes Populares
CSOA Baraonda
CSOA Lambretta
Dimensioni Diverse
Europe’s people of colour
Federazione PRC – Milano
i Sentinelli di Milano
Le radici e le ali
Lezioni al Campo – Lecco
LUME – Laboratorio Universitario Metropolitano
MACAO
Memoria Antifascista
Milano in Movimento
Milano Senza Frontiere
Nabad Onlus
Naga ONLUS
NoWalls
Ponte della Ghisolfa Milano
Partigiani in Ogni Quartiere
Rete della Conoscenza
Rete Studenti
Scuola di italiano Abdoul Guibre
Spazio di Mutuo Soccorso
Zam
Zip
Zona 8 Solidale
English
SATURDAY, SEPTEMBER 22, ANTIRACIST PARADE
APPEAL OF THE COMMITTEE NOT TO FORGET ABBA AND STOP THE RACISM
The White Race fortunately does not exist.
Otherwise it would have combined all the colors: crusades, colonialism, slavery, Holocaust, Porajimos and a deadly moat in the Mediterranean Sea.
There is fascism, not only that of the ridiculous little wedges of 70 years ago, which has left millions of dead behind it. It can also be the contemporary name of domination that has been affecting women for centuries, the multitudes of the poor and the precarious, minorities, foreigners.
The story of Abba is just a small piece of this story, a piece as big as a life.
“Dirty N****r”, and then bolted and beaten: this is how Abba was killed on 14 September 2008 in via Zuretti in Milan, near the Central Station. Racism killed him.
It is the same that killed Modou and Mor in Florence on December 13, 2011, Emmanuel in Fermo on July 5, 2016, Ibrahim in Naples on July 11, 2017, and unfortunately many others.
It is the same that hit Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou and Festus last February 3 in Macerata.
It is the same one who killed Idy Diene in Florence shortly thereafter.
It is the same that, linked with the mafia and exploitation, killed Soumaila right there where a great riot against the corporal was born a few years ago: Rosarno, a land where the skin color has become an element of the hierarchy of work. It is the same that, to the cry of “Salvini, Salvini” has wounded Sekou and Daby in the Casertano.
For all of them, as thousands Marielle Franco’s comrades told in the streets after her murder, “no minute of silence, but a whole life of fight.
It wouldn’t happened if, after the crisis, a frightened Italian and European ruling class had not overturned an fueled of racist rhetoric the public opinion, polluting it to hide the responsibilities of those who left enormous social injustices in every corner of Europe, coming to the point, with the powerful vehicle of media main stream, to have Salvini deputy Prime Minister, within a European frame that sees more and more the rise of the far right to power. A minister that in few days of government have spoken of census on an ethnic basis, recalling one of the darkest periods of Europe’s history, that had started in the same way, criminalizing the last, the poorest, the marginalized.
It would not have happened if in Italy wasn’t given so much space to organized neo-fascist groups, protected by the institutional right wing.
These criminal organizations that claim (and obtain) to be protected by the state police while spreading hate speech.
Not many other deaths would have happened if the governments and big corporations of Western countries had not, until today, fed or fought wars in Africa and Asia, then hermetically closed the borders to the masses fleeing from poverty.
It would not be such an unjust world without racism, with too many men killing women and too many poor people trampled. Because the injustices always held hand by hand, they prevent the link between human beings, their desires and their claims, segmenting them into a network of abuses in which everyone must obey when he is a victim and be afraid of falling as he is.
The multiethnic city that – connected with the feminist and queer, with labor struggles and solidarity neighborhoods – coexists with the racist side of it, taking space away from it every day, can not forget “Abba” Abdoul Guiebre, black son of this city, who is life has been taken by racism violence, loved with anger and a desire of redemption, just as who loves what is no longer there.
This is why we call the whole Milan, anti-racist and anti-fascist to take the streets on September 22th to flood the city with messages, colors and memory, not to forget Abba against any kind of discrimination.
Committee not to forget Abba and stop racism
Espanol
APELACIÓN POR LA MANIFESTACION DEL 22 DE SEPTIEMBRE
Comité para no olvidar Abba y para detener el racismo
La raza blanca afortunadamente no existe.
De lo contrario habría combinado de todos los colores: cruzadas, colonialismo, esclavitud, Holocausto, Porajimos y un foso mortal en el mar Mediterráneo.
Existe el fascismo, no solamente ese de las ridículas marchas de hace 70 años, que sin embargo ha dejado millones de muertos detrás de él. Puede ser también el nombre contemporáneo del dominio que durante siglos han sufrido las mujeres, las multitudes de pobres y precarios, las minorías, los extranjeros.
La historia de Abba es solo una pequeña parte de esta historia, una pieza grande como una vida.
“Negro de mierda”, y después maltratado y golpeado: así fue asesinado Abba el 14 de septiembre de 2008 en la vía Zuretti en Milán, cerca de la Estación Central. El racismo lo ha matado.
Es lo mismo que mató a Modou y Mor en Florencia el 13 de diciembre de 2011, Emmanuel en Fermo el 5 de julio de 2016, Ibrahim en Nápoles el 11 de julio de 2017 y así muchos otros lamentablemente.
Es lo mismo que golpeó a Wilson, Omar, Jennifer, Gideon, Mahamadou y Festus el pasado 3 de febrero en Macerata.
Es el mismo que mató a Idy Diene en Florencia poco después.
Es el mismo que enlazado a la mafia y la explotación ha matado a Soumaila justo ahí donde una grande revuelta contra la explotación ilícita del inmigrante nació algunos años atrás: Rosarno, tierra donde el color de la piel se ha transformado en un elemento dentro de la jerarquía del trabajo.
Es el mismo que al grito de ”Salvini, Salvini” ha herido a Sekou e Daby en Caserta.
Por tod*s ellos, como dijo la compañera de Marielle Franco a miles de personas en la plaza después de su homicidio: ” ningún minuto de silencio sino una vida entera de lucha”
No habría ocurrido si después de la crisis, la clase dirigente italiana y europea asustada y sin ideas, no hubiesen lanzado una avalancha de retorica racista en el discurso publico, contaminándolo para ocultar las responsabilidades de aquellos que han dejado que enormes injusticias sociales se instalasen en cada rincón de Europa, llegando al punto, con el poderoso vehículo de los principales medios de comunicación , de tener a Salvini como Ministro del Interior, dentro de un marco europeo que ve cada vez más el aumento de la derecha al poder. Un ministro que en unos pocos días de gobierno habla de censar sobre una base étnica, recordando que uno de los períodos más oscuros de la historia de Europa inicio de idéntica forma, culpando igualmente a los últimos, los pobres, los marginados.
No habría sucedido si en Italia no se hubiera dado espacio a los grupos organizados neo-fascistas, mimados por la derecha institucional. Organizaciones criminales que reclaman (y consiguen) ser defendidas por la policía del estado mientras propagan el odio.
No habrían sucedido muchas otras muertes si el gobierno y las multinacionales de los países occidentales no hubieran desde siempre, hasta el día de hoy, alimentado o combatido guerras en África o en Asia, cerrando después herméticamente las fronteras a las masas que escapaban de la miseria.
No sería un mundo tan injusto sin racismo, con demasiados hombres matando mujeres y demasiados pobres pisoteados. Porque las injusticias van siempre de la mano, impidiendo el vínculo entre los seres humanos, con sus deseos y sus demandas, segmentandolos en un patrón de abusos en la que todos deben obedecer cuando se es la víctima y tener miedo de caer cuando no lo es.
La ciudad mestiza – entretejida con la feminista y queer, con la de la lucha por el trabajo y los barrios solidarios – coexiste con aquella racista, ganandole el terreno todos los días, no se puede olvidar “Abba” Abdoul Guibre, hijo negro de esta ciudad, arrancado de la vida por el racismo, amado con rabia y un deseo de redención, así como uno ama lo que ya no está allí.
Es por eso que llamamos a todo Milán mezclado, antirracista y antifascista a salir a la calle el 22 de septiembre e inundar la ciudad con mensajes, colores y memoria, para no olvidar a Abba, contra cualquier tipo de discriminación.
Comité para no olvidar a Abba y detener el racismo
Francais
APPEL POUR LA MANIFESTATION DU 22 SEPTEMBRE
Comité de ne pas oublier Abba et de mettre un terme au racisme
La race blanche n’existe heureusement pas.
Sinon, elle aurait combinée toutes les couleurs: croisades, colonialisme, esclavage, Holocauste, Porajimos et le fossé mortel de la Méditerranée.
Il y a le fascisme, pas seulement celui des petits coins ridicules d’il y a 70 ans, celui qui a laissé des millions de morts derrière lui. Ce peut être aussi le nom contemporain de domination qui affecte les femmes depuis des siècles, les multitudes de pauvres et de précaires, les minorités, les étrangers.
L’histoire d’Abba n’est qu’une petite partie de cette histoire, une pièce aussi grande qu’une vie.
“Negro de merde” poursuivi Et roué de coups : voilà comment Abba a été tué le 14 septembre 2008 à via Zuretti à Milan, près de la gare centrale. Le racisme l’a tué.
C’est le même qui a tué tant d’autres. Pour toutes et tous, comme les compagnons de Marielle Franco l’ont dit à des milliers de personnes après son assassinat, “aucune minute de silence, mais toute une vie de lutte”.
Il ne serait pas arrivé si, après la crise, une élite dirigeante italienne et européenne apeurée et sans idées, n’avait pas déversé une avalanche de discours racistes dans le discours public, polluer pour cacher la responsabilité de ceux qui sont partis quand les injustices sociales énormes étaient en place tous les coins de l’Europe.
Cela ne serait pas arrivé si, en Italie, il n’y avait plus d’espace pour les groupes néo-fascistes organisés, choyés par la droite institutionnelle.
Peu d’autres décès se seraient produits si les gouvernements et les multinationales des pays occidentaux n’avaient pas, jusqu’à présent, nourri ou combattu des guerres en Afrique et en Asie, puis fermé hermétiquement les frontières aux masses fuyant la pauvreté.
Ce ne serait pas un monde si injuste, avec trop d’hommes tuant des femmes et trop de pauvres piétinés.
La ville métisse ne peut pas oublier “Abba” Abdoul Guibre, fils noir de cette ville, arraché à la vie par le racisme, aimé avec colère et désir de rédemption, comme lorsqu’il est parti.
Nous serons donc présents, sur la place le 22 septembre.