Sabato notte a Corsico Assane è stato ammazzato.
L’assassino ha confessato di averlo ucciso senza alcuna ragione: uno “sgarro”, un insulto, uno sguardo malinterpretato… il nulla contro una vita spezzata. Lascia una figlia di 11 anni e una moglie.
Ci risiamo. Ogni volta che viene ucciso un africano il copione si ripete.
1) Le menzogne dei media che. attraveso formule confuse e accusatorie diffamano chi è stato ucciso:
– di Abba dissero che stavano rubando e attaccando rissa
– di Soumaila che, con i suoi amici, erano un gruppo dedito ai furti
– di Assane hanno detto che era un pregiudicato che frequentava “brutti ambienti”
Quando infine dopo alcuni giorni in cui la sua vita è stata setacciata emerge la vicenda di un padre di famiglia, con tanti amici e moltissimi conoscenti, senza mai nessuna denuncia per reati violenti e nemmeno una piccola segnalazione da 20 anni a questa parte, è troppo tardi. Le pagine della cronaca si sono riempite di insinuazioni e non si riempiranno di smentite.
Se lo avessero ucciso pochi mesi fa, prima che riuscisse ad ottenere un permesso di soggiorno temporaneo in sostituzione di quello per lavoro con cui aveva vissuto per anni fino alla forzata chiusura della sua azienda, avrebbero anche gridato “al clandestino”.
2) Non è razzismo!
Anche quando diventa certo che le vittime sono state colpite da un assassino che considera di poco valore la vita, qualcosa da spezzare in cambio di un insulto (reale o inventato), oppure per vendicare un fatto che non ha nessun nesso con le vittime (come a Macerata), ci spiegano che si tratta di pazzi, non di razzisti.
Non abbiamo mai dubitato che siano squilibrati coloro che attribuiscono così poco valore alla vita delle persone, molto lontani da quello che per noi è il “buon senso” (tanto per citare una parola abusata di questi tempi).
Eppure è evidente come solo in una cultura della sopraffazione in cui la vita altrui vale poco, a maggior ragione se è nera, si possono verificare un così elevato numero di casi di omicidi (o tentati omicidi) razzisti. Questo è il legame solidissimo tra la propaganda della politica ufficiale e i tanti simili casi di cronaca.
Per questo, anche dopo la morte di Assane continueremo a dire la verità: il razzismo, la cultura mafiosa fanno schifo e uccidono. Ribellarsi e non tacere è un passo insufficiente, ma indispensabile per sconfiggerli.