Ieri Milano è stata attraversata da decine di migliaia di persone.
Non sappiamo con esattezza quante, se 20-30-40mila, ma l’energia di questa marcia, costruita in meno di una settimana, è stata per noi la riprova che Milano sa reagire al razzismo, e che in tante e tanti quotidianamente lavoriamo per costruire comunità solidali e meticce. In piazza c’eravamo tutt*, grandi e piccini, autoctoni e stranieri, distinzione che neanche avrebbe senso esprimere dopo ieri; siamo cittadine e cittadini milanesi, che non ci stanno a subire ogni giorno una propaganda mediatica e elettorale razzista e xenofoba, volta a individuare nella figura del migrante un capro espiatorio. Ieri Milano ha dimostrato di saper essere partigiana!
Il 14 Settembre del 2008 Milano si è svegliata con una terribile notizia: Abba, un giovane italiano originario del Burkina Faso, è stato rincorso e ucciso a sprangate da due razzisti al grido di “Sporco negro ti ammazziamo”.
Abba era un ragazzo come noi, cresceva, sognava e viveva esattamente come noi.A ucciderlo è stato il razzismo.
Ricordare Abba non dev’essere solo un esercizio di memoria, ma un gesto partigiano.
Vogliamo che oggi e sempre si porti avanti il ricordo di Abba, Modou e Mor, Emmanuel, Ibrahim, Dax e di tutte le vittime del terrorismo nero, per non aver paura e continuare a costruire insieme comunitá meticce e solidali.Comitato per non dimenticare Abba
Di seguito il comunicato dei promotori della Marcia Antifascista e Antirazzista
OLTRE 20.000 A MILANO CONTRO FASCISMO E RAZZISMO
Oggi a Milano oltre 20.000 persone sono scese in piazza in solidarietà alla comunità antifascista di Macerata, rispondendo a un appello nato dal basso, rifiutandosi di stare in silenzio come avrebbe voluto qualcuno di fronte ai fatti di Macerata. Ad attraversare le vie della città uomini, donne, bambini, migranti, autoctoni, comunità LGBTQI, cittadine e cittadini uniti dalla lotta contro il fascismo e il razzismo.
Da Milano a Macerata oggi decine di migliaia di persone hanno attraversato le vie delle città contro la violenza fascista, razzista e sessista, in solidarietà alle vittime e ai partigiani di Macerata.
Quello che è successo a Macerata non si chiama “follia”, ma si chiama fascismo, si chiama razzismo, ed è lo stesso che ha ucciso Abba nel 2008 a Milano, lo stesso che ha ucciso Modou e Mor, Ibrahim, Emmanuel e purtroppo tanti altri.
La risposta della città Medaglia d’Oro alla Resistenza è chiara: la Milano che vogliamo è una città meticcia e antirazzista, che vede nella diversità una ricchezza e rifiuta ogni tipo di discriminazione.
Rifiutiamo il razzismo, promosso dalle politiche di questo Paese e dall’Europa, che chiamano “decoro” e “sicurezza” il peggior razzismo istituzionale.
Rifiutiamo le retoriche razziste di chi, seduto in poltrona, soffia sulla paura puntando il dito contro il capro espiatorio, il migrante.
Rivendichiamo la chiusura delle sedi nazi-fasciste, chiediamo a gran voce di smettere di dare agibilità ai neo-fascisti.
Ribadiamo che Milano ama la libertà e odia il razzismo, portiamo solidarietà alle vittime di Macerata e ai partigiani che oggi hanno deciso di far sentire la loro voce e sono scesi in piazza.
Contro la violenza Fascista.Razzista.Sessista: Solidarietà alle vittime di Macerata.
Quello che è successo a Macerata è intollerabile.
Pensiamo che una manifestazione, una marcia, sia dovuta e sia il minimo per condannare quello che è accaduto. Non si tratta del gesto di un folle, ma di un atto predeterminato di terrorismo fascista.
Uniamoci per dire che non ci stiamo. Siamo esseri umani e siamo contro ogni tipo di fascismo, razzismo e sessismo.
Restiamo umani!
Il 10 febbraio collettivi, associazioni e singoli organizzeranno una manifestazione a Macerata, vogliamo chiamare ad una risposta corale anche la città di Milano.
Le associazioni interessate possono aderire attraverso un commento sull’evento, chiediamo ai partiti politici che voglio partecipare di non connotare la loro presenza attraverso i propri simboli elettorali.
Di seguito il testo dell’appello di Macerata di cui condividiamo i contenuti:
Inizia per F ma non è follia
Trattare quanto successo a Macerata come l’ennesimo caso di cronaca in cui un folle si fa “giustizia” da solo è parte integrante del clima politico, sociale e culturale che stiamo vivendo da anni.
Chi oggi ha sparato per le strade della città ha un profilo politico chiaro: candidato della Lega alle amministrative, tatuaggio che richiama a Terza Posizione in fronte, frequentazioni in vari ambienti di estrema destra, al momento dell’arresto ha fatto il saluto romano con il tricolore legato al collo. Si tratta chiaramente di un’azione di matrice fascista: un fascista ha sparato a persone indifese che passeggiavano.
Un’azione che non è un episodio isolato: da anni militanti di estrema destra nel nostro paese sparano e sono responsabili di gravissimi episodi di violenza contro migranti e non solo.
Quello di oggi è solo l’ultimo, e sicuramente anche il più grave, di una serie di fatti che hanno un’unica origine, che si colloca sulla scia di una serie di atteggiamenti solo apparentemente “innocui”, anche quotidiani, a cui ciascuno di noi è costretto ad assistere a Macerata come altrove.
Stupirsi di quanto accaduto fa parte dello stesso meccanismo di sdoganamento delle ideologie razziste che è in atto nei mezzi di informazione e nel dibattito politico. Se infatti la matrice è chiara anche le ragioni che portano a questi fatti lo sono: nel nostro paese è in atto un meccanismo che alimenta odio razziale a tutti i livelli, la politica ha enormi responsabilità, negarlo, ancora una volta, significa essere complici. E le responsabilità non sono da attribuire solamente a partiti come la Lega, Casa Pound o Forza Nuova che minimizzano o addirittura “rivendicano” e dimostrano solidarietà all’aggressore, ma anche a chi in questi anni ha legittimato queste organizzazioni in nome di una falsa democrazia, dando adito a chi strumentalizza una povera ragazza massacrata per giustificare un fascista che tenta una strage.
Parte dello stesso meccanismo è quello che in queste ore ha portato al completo disinteresse rispetto alle vittime.
Chi lotta tra la vita e la morte, a loro va il nostro primo pensiero, è stato completamente dimenticato e sembra caduto nel dimenticatoio mediatico e del semplicistico dibattito da social.
Ancora una volta le vere vittime sono escluse, private della parola e del racconto. Anche questo, forse soprattutto questo, è sintomo del razzismo dilagante.
Episodi come questi vanno combattuti nel quotidiano, in ogni ambito, non sono sufficienti purtroppo i dati e le statistiche che da soli basterebbero a dimostrare in maniera evidente come quello dell’immigrazione sia un dibattito completamente folle e drogato da un substrato razzista.
La risposta a questi gravissimi fatti deve essere immediata ma non dovrà esaurirsi nella comprensibilissima onda emotiva iniziale, la lotta contro fascismo e razzismo è azione quotidiana, è ricostruzione costante delle condizioni che ne determinano l’inagibilità fisica, politica e culturale nelle nostre città e nelle nostre piazze.
BISOGNA REAGIRE SUBITO CON FORZA E DETERMINAZIONE.
INVITIAMO TUTTI SABATO 10 FEBBRAIO A COSTRUIRE INSIEME UNA GRANDE MANIFESTAZIONE CAPACE DI DARE VOCE E CORPO COLLETTIVO AD UNA REALE OPPOSIZIONE AD OGNI FASCISMO E RAZZISMO.
Aderiscono:
Accesso cooperativa sociale
Adif, Associazione Diritti e Frontiere
Assemblea Dm auto-organizzati
Associazione Parada
Black Panthers
Cambio Passo
Centro Sociale Cantiere
Circolo Metromondo di Milano
Comunità Curda
Coordinamento dei Collettivi Studenteschi
Coordinamento lavoratori della scuola “3ottobre”
Hopeball
Il Partito della Rifondazione Comunista
I Sentinelli di Lodi
I Sentinelli di Milano
La Rete Antifascista e Antirazzista dell’Alto Milanese
Lavoratori della scuola auto-organizzati
Lume
Macao
Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale
Milano senza frontiere
NoWalls
Potere Al Popolo – Milano
Rete della Conoscenza
SOS ERM – SOS Emergenza Rifugiati Milano
Stare al galla