Il 18 marzo, in occasione della prima apertura in Italia di un CAS (Centro di Accoglienza Straordinario), della ex Caserma Montello, si è tenuta un’assemblea pubblica che ha visto la partecipazione di richiedenti asilo dei diversi centri di accoglienza della città e di migranti per rivendicare i propri diritti, a partire dalla critica al sistema di accoglienza italiano fino ad arrivare al rifiuto della neolegge sull’immigrazione Minniti-Orlando.
Questa assemblea ha sancito la volontà di iniziare un percorso di lotta che attraversasse diversi luoghi della città per dare voce alle persone che si trovano fuori e dentro i centri e che, a causa della marginalizzazione in cui si trovano, non trovano occasione per confrontarsi e per parlare con la città, resi “fantasmi” dalle politiche di (non) accoglienza. Ci siamo trovati quindi il 1 aprile in Stazione Centrale, un luogo simbolo del transito delle persone a Milano, che proprio un mese più tardi vedrà veri e propri rastrellamenti della polizia a caccia di migranti senza documenti che si concluderà con l’espulsione di 8 persone, per un’assemblea che segna la genesi di un movimento di lotta che dice forte e chiaro “Nessuna persona è illegale”.
I tre punti principali toccati con grande determinazione dall’assemblea sono: la consapevolezza che i migranti devono avere rispetto ai propri diritti, e che chi non li conosce non è in grado di difenderli, in seguito si coglie l’immediata necessità di unire tutti i percorsi nati in città che reclamino un miglioramento delle condizioni di vita dei migranti: “Uniti siamo forti, divisi cadiamo.” Il terzo punto riguarda invece il contenuto delle principali rivendicazioni politiche che stanno alla base di questo percorso; innanzitutto la libertà di movimento, la possibilità per tutte e tutti ad avere dei documenti, e infine il superamento del sistema CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria, maxi strutture-ghetto senza alcun tipo di supporto) passando al sistema SPRAR, il quale prevede un’accoglienza diffusa e un supporto e un accompagnamento al lavoro o allo studio tramite corsi formativi.
Proprio a partire da queste rivendicazioni, arriviamo ad un presidio davanti all’Assessorato alle Politiche Sociali, preceduto da un corteo colorato e determinato che ha attraversato le vie del centro e della moda di Milano. Qui la rete di solidarietà e lotta porta avanti le proprie richieste, scontrandosi ancora con il muro delle istituzioni che si ostinano a non trovare soluzioni valide a garantire diritti e dignità delle persone. Noi continuiamo ad andare avanti, accanto ai migranti perchè la lotta per i diritti dei migranti e delle migranti è la lotta per i diritti di tutte e tutti, perchè milano è una città meticcia, e sappiamo che l’unico antidoto al razzismo istituzionale sono la costruzione di territori meticci e solidali dal basso attraverso mutuo soccorso e solidarietà.