Mercoledì 10 Dicembre, h.18,30 @ Centro Sociale Cantiere, incontro pubblico
In un periodo di crisi economica che sempre più spesso si traduce in crisi delle libertà, l’attacco più potente ad ogni diritto parte contro i più poveri.
Come ricorda sempre la famosa poesia di Brecht, il razzismo e la guerra tra poveri sono elementi chiave indispensabili per ogni offensiva reazionaria, volta ad eliminare uno ad uno tutti gli elementi scomodi agli interessi di potere.
Il caso del successo impressionante di Marine Le Pen in Francia, basato su parole d’ordine razziste e xenofobe deve farci riflettere, soprattutto alla luce delle analogie e delle complicità palesi con la nostrana LegaNord, che al Front National guarda con parecchia attenzione, a partire dall’assunzione di parole d’ordine nazionaliste che ne permettono l’alleanza con i gruppi più esplicitamente nazi-fascisti.
Questa deriva a destra non è però l’unica conseguenza della crisi e del disagio delle periferie. c’è anche l’opzione dell’organizzazione dal basso, della rabbia degna e della vera e propria rivolta popolare, come abbiamo visto a Ferguson e in molte città americane. Approfondire quel che si muove negli stati uniti, a partire da un radicale razzismo quotidiano che uccide per mano della polizia un nero ogni 28 ore, è quanto mai interessante per cogliere la potenza della costruzione di un tessuto sociale meticcio e solidale (a partire dalla natura stessa delle generazioni più giovani) ,quel tessuto meticcio e solo stesso che nei quartieri popolari rifiuta le campagne elettorali basate sul capro espiatorio per nascondere i privilegi, lo stesso incrociando corpi e lingue riesce a bloccare sfratti e sgomberi.