Giovedì 4 maggio presidio in piazza della Scala per ribadire che Nessuna Persona E’ Illegale e che ci vogliono documenti per tutte e tutti e delle soluzioni, e che l’amministrazione della città non può rimanere in silenzio.
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Rastrellamento alla Stazione Centrale di Milano, un pericolo per tutta la cittadinanza.
A Milano si è consumato un gravissimo abuso.
Senza alcuna ragione un abnorme dispiegamento di “forze dell’ordine”, con tanto di cavalli ed elicottero, ha circondato piazza Duca d’Aosta, chiuso i cancelli della Stazione Centrale, bloccato la metropolitana ed effettuato un vero e proprio rastrellamento di migranti e richiedenti asilo, trascinandone in questura 52.
I quattro quinti risulteranno poi essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno, e ci chiediamo perciò secondo quale criterio siano stati fermati, se non per il colore della loro pelle.
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Crediamo che un’operazione di questo tipo rappresenti un grave passo in avanti nel processo di criminalizzazione dell’immigrazione che sembra l’unico “metodo” che le istituzioni (o almeno la gran parte di esse) riescono a concepire e praticare di fronte al fenomeno migratorio. Criminalizzazione dei cittadini stranieri alla quale si è aggiunta ora anche quella delle Ong che operano nel Mediterraneo per evitare di lasciarli affogare.
Si prepara così il terreno per l’applicazione a tappeto del decreto Minniti: espulsioni per dimostrare a una opinione pubblica silente e incattivita che “si fa sul serio”.
Noi crediamo che non si possa tacere e ci aspettiamo che l’amministrazione comunale di Milano, che si propone come modello di accoglienza e inclusione sociale, assuma su quanto accaduto una posizione chiara, intraprendendo iniziative orientate a garantire che nessuna persona che vive sul territorio comunale rischi di essere espulsa sulla base della sua condizione di “clandestinità”, così come fatto anche da amministrazioni comunali di importanti città globali.
Ciò soprattutto in questo momento ove la riduzione, da parte dell’amministrazione, dell’accoglienza presso l’hub Sammartini senza che sia stata contestualmente predisposta una soluzione alternativa rischia di moltiplicare le persone senza fissa dimora che, in un infernale corto circuito, diventano oggetto di blitz come quello di ieri.
E’ evidente a tutti che anche il problema di una città vivibile e sicura non si risolve attraverso interventi di polizia, ma attraverso interventi di accompagnamento all’inclusione sociale, in particolare nei confronti dei cittadini stranieri in attesa della definizione della loro richiesta di protezione internazionale.
Chi alimenta la guerra tra poveri, cavalcando xenofobia e razzismo, si rende disponibile a percorrere una strada molto pericolosa che dall’abuso del diritto può scivolare nel crimine contro l’umanità.
Quello che è successo ieri costituisce un attacco alle libertà e una limitazione dei diritti di tutti e tutte, migranti e non.
Dobbiamo saperlo per opporci, con forza e determinazione in tutti i modi possibili, ribadendo che “nessuna persona è illegale”.
ASGI-Cambio Passo-Cantiere-Convergenza delle Culture-L’altra Europa con Tsipras Milano-Lambretta-Lume – Laboratorio Universitario Metropolitano-Macao – Nuovo Centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano-Milano in comune-Milano In Movimento-Milano Senza Frontiere-Naga ONLUS-People Before Borders-Possibile Milano-Partito della Rifondazione Comunista Milano-Radio No Border-Rete della Conoscenza-Todo Cambia-ZAM-Zona 8 Solidale
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COMUNICATO ZONA 8 SOLIDALE
Di seguito riprendiamo il comunicato di Zona 8 Solidale sui fatti accaduti ieri a Milano:
Quello che è andato in scena ieri alla Stazione Centrale è un brutto, bruttissimo film.
Il regista, il questore di Milano, che solo pochi giorni fa non ha visto mille naziskin muoversi insieme, ha usato tutti i peggiori effetti speciali: elicotteri, celle, polizia a cavallo, con un ospite speciale, Matteo Salvini, alle prese con il solito show che lo contraddistingue a suon di parole razziste. Produttore la legge Minniti-Orlando che con repressione e razzismo istituzionale alimenta la cosiddetta “percezione di insicurezza”.
Un rastrellamento che finisce con un pullman direzione Questura di Milano con un centinaio di persone “presunte irregolari” senza più le proprie cose che l’Amsa, solerte, si è subito premurata di buttare via.
A cosa è servito questo spettacolo?
Sono state portate in questura 40 persone, senza alcuna assistenza legale, rischiano di essere deportate grazie agli accordi che l’Italia stringe con Paesi come Libia e Turchia che non rispettano certamente i diritti umani.
Se Milano vuole essere la città dell’accoglienza non è questa la direzione giusta. Il degrado si combatte con diritti e solidarietà, non lasciando le persone per strada perchè non si è in grado di garantire un’accoglienza dignitosa.
Oggi più che mai ci sembra fondamentale ribadire che NESSUNA PERSONA E’ ILLEGALE e che ci vogliono DOCUMENTI PER TUTTE E TUTTI.
Ecco un video che racconta la giornata di Local Team