Nessuno spazio a razzismo, sessismo e squadrismo.
Ieri un corteo partecipato per il centro di Milano: studenti e studentesse, abitanti dei quartieri popolari, lavoratori e lavoratrici, tutte e tutti in piazza per dire NO NAZI IN MY TOWN, MILANO È ANTIFASCISTA!
#NONAZIINMYTOWN!
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Il prossimo 25 Aprile, senza che nessuna istituzione prenda parola, gruppi neonazisti nostalgici del ventennio mussoliniano si troveranno al cimitero maggiore per commemorare i peggiori assassini dei battaglioni che portarono morte, stupri e deportazioni in Italia, in Europa e in Africa.
A febbraio il consiglio di Zona 4 ha concesso un’aula pubblica ad un convegno negazionista e revisionista dei crimini fascisti nella ex-jugoslavia, gettando fango sulla medaglia d’oro alla resistenza di Milano e segnando un precedente davvero grave, reiterato con l’assegnazione di Sala Alessi a Palazzo Marino il giorno dopo.
A gennaio un presidio di pochissimi idioti rasati intenti ad esibire il saluto romano ha ricevuto l’autorizzazione per ritrovarsi addirittura ai piedi dell’arco della pace, nonostante i contenuti esplicitamente fascisti e squadristi nella sua convocazine.
Troppe volte in questa città le istituzioni di ogni tipo fanno finta di non accorgersi che dietro a finte associazioni di facciata si celano gruppi razzisti e xenofobi.
Il problema non è solo e non è tanto che nonostante il fascismo sia incostituzionale continua a ricevere fondi e spazi, ma che il fascismo non ha smesso di uccidere e pestare nel 1945. Negli anni della strategia della tensione si è prestato come braccio armato dei poteri forti e anche oggi serve a chi ha bisogno di alimentare la guerra tra poveri per raccimolare voti, come Salvini o anche Minniti.
Negli ultimi anni respingimenti, rimpatri e accordi con i dittatori di ogni latitudine hanno provocato vere e proprie stragi, gruppi di picchiatori legati a sigle come Forza Nuova, Casapound o Lealtà e Azione hanno ucciso Emmanuel a Fermo, Modou e Mor a Firenze, Renato a Roma, Abba a DAx a Milano soltanto per il colore della pelle o per il loro impegno antirazzista. I pestaggi contro la comunità lgbtqi sono tristemente troppo noti a Roma e in altre città d’Italia, le pratiche di sottomissione delle donne sono addirittura rivendicate a livello teorico nell’ambito dell’ideologia fascista.
Le aggressioni di sabato 1 Aprile a Milano, a gratosoglio e in Ticinese non sono episodi sporadici, ma come pure le provocazioni fuori dalle scuole, dai centri di accoglienza o nei paraggi dei locali lgbtqi, sono semplicemente il risultato di una politica che in questo paese lascia spazi di agibilità ai “soliti utili idioti” per seminare paura e guerra tra poveri.
Vogliamo che vengano chiuse le sedi nazifasciste e che razzisti e sessisti non possano mai più trovare spazi in città. Vogliamo costruire territori resistenti e solidali e anticorpi ai rigurgiti di ignoranza.
Per questo saremo in piazza domani sera alle 20,30 in Porta Genova, solidali con i compagni aggrediti.
#NONAZIINMYTOWN