Dopo la vittoria del NO al referendum costituzionale, ultimo tentativo di Renzi di avvicinarsi sempre più ai suoi amici Al-Sisi ed Erdogan, accentrando il potere nelle mani dell’Esecutivo, fortunatamente fallito, il Presidente del Consiglio ha deciso di dare le proprie dimissioni. Mattarella si preoccupa di costituire immediatamente il nuovo governo, e ieri chiama al Quirinale Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri e braccio destro di Renzi. Con un passato nella sinistra extraparlamentare, direttore del giornale di Legambiente, ex rutelliano, Gentiloni sicuramente non è un animale da palcoscenico come il suo predecessore, ma nei suoi viaggi all’estero nella figura istituzionale di ministro degli Esteri ha fatto dichiarazioni e avviato processi agghiaccianti, in particolare per uanto riguarda la uestione migratoria. Il governo Renzi che si è sempre nascosto dietro la bella faccia del Paese che non respinge i migranti perchè non alza le frontiere, ha però deciso di militarizzare tutte le principali stazioni del Paese (se siete stati ultimamente in Stazione Centrale a Milano o a Termini a Roma sapete di cosa parlo), continua a fare dell’accoglienza un business, caratterizzata dalla speculazione sulla vita delle persone, continua a non rispettare i diritti fondamentali sia all’interno delle strutture-ghetto di cui si è munita e sia nelle strade delle città, dove siamo costretti a vedere un razzismo dilagante che non permette alle persone di costruirsi una vita indipendente. L’Italia continua inoltre a finanziare guerre in tutto il mondo, proprio nei Paesi da cui le persone scappano; da poco sono usciti i dati sugli investimenti in armi per il 2017: 2,6 milioni all’ora spesi in armamenti, ci dice l’Osservatorio sulle armi Milex. Continuano le devastazioni dei territori, i bombardamenti, l’esproprio delle risorse, le strette di mano a dittatori come Al-Sisi, definito “un baluardo di democrazia in Medio Oriente”, un dittatore colpevole di migliaia di sparizioni, morti, torture, tra cui Giulio Regeni, il giovane ricercatore scomparso l’anno scorso, per il uale Renzi continuava a chiedere con grande ipocrisia “Verità e giustizia”, dopo aver elogiato il dittatore che ha le mani sporche del sangue di Giulio, oltre che di migliaia di persone.
E ora ci troviamo Gentiloni, che proprio appena prima di diventare Premier è andato in Niger, Mali e Senegal per portare avanti il famigerato Migration Compact, la geniale idea di Renzi proposta al vertice europeo di giugno di replicare il patto UE-Turchia di 6 miliardi per arginare i flussi migratori con i Paesi Africani da cui provengono i migranti. In particolare in Niger si è fatto un passo avanti per istituire veri e propri lager-hub dove concentrare i migranti in transito nel Sahara, in attesa che l’UE valuti le loro domande d’asilo. Anche grazie a Gentiloni ministro, i confini della Fortezza Europa hanno varcato il mare per insediarsi nel deserto africano.
Ad agosto a Washington con la Pinotti, molto probabilmente riconfermata ministra della Difesa, offre agli Usa il consenso all’utilizzo della base di Sigonella per gli attacchi in Libia con i droni armati. Ai giornalisti Gentiloni spiega che “l’utilizzo delle basi italiane non richiede una specifica comunicazione al parlamento”. Così oltre a Sigonella, dall’hub aeroportuale di Pisa possono decollare gli aerei C-130 dell’US Air Force per trasportare armi e materiali militari in Libia e ai paesi nordafricani e mediorientali partner della campagna contro il “terrorismo internazionale”.
Gentiloni ministro non ha perso occasione di far visita e farsi fotografare accanto ai generali in missione di guerra all’estero: a Mosul dove fanno la guardia alle imprese impegnate nella realizzazione di dighe dal controverso impatto socio-ambientale; a Kabul ed Herat dove operano con il Comando delle operazioni Nato in Aghanistan; in Libiano con le forze Unifil. A Roma Gentiloni ha ricevuto invece il Primo Ministro della Repubblica Federale di Somalia, Omar Abdirashid Ali Shamarke, accompagnato dai principali ministri del suo governo e dai manager di Confindustria Assafrica e Mediterraneo. Una visita, quella dei leader somali, conclusasi con un lauto assegno italiano: 21 milioni di euro in “aiuti alla cooperazione”, 7 in più di quanto era stato ricevuto l’anno prima.
Insomma, le premesse di Gentiloni ministro e la continuità con il governo di Matteo Renzi non ci fanno ben sperare, soprattutto per uanto riguarda il sostegno in termini politici ed economici a dittatori e l’alimentazione delle guerre.
Noi vogliamo che 2,6 milioni all’ora nel nuovo anno siano spesi in diritti, scuola, casa, sanità, lavoro, accoglienza degna, non ancora per armi e guerre!
Basta speculare sulla vita delle persone, basta finanziare governi corrotti contro i migranti!
STOP WAR NOT PEOPLE!
CONTRIBUTI:
Gentiloni: da pacifista militante a finanziatore di guerre e dittature.
Il risultato del viaggio di Gentiloni in Africa: contro i migranti finanziamo governi corrotti.
Dichiarazioni di Gentiloni su accordo UE-Turchia e migrazione