Il 22 luglio alle 18.30 durante il San Siro Street Festival presenteremo il libro “Giulio Regeni, le verità ignorate” di Lorenzo Declich, un libro che ha la volontà di smontare meticolosamente i vari diversivi e complottismi messi in circolazione fin dal ritrovamento del corpo di Regeni, raccogliendo in un libro appunti, informazioni e partendo dalla storia di un Paese in cui, nell’ultimo anno, sotto il regime di Al-Sisi ci sono circa 3 desaparecidos in media al giorno.
La morte di Giulio Regeni non è un caso isolato, ma fa parte della sistematica repressione messa in atto dal regime di Al-Sisi, salito al potere nel 2013 con un colpo di stato ai danni di Morsi, primo unico e presidente eletto dei Fratelli Musulmani. Gli ultimi rapporti sulle violazioni dei diritti umani in Egitto pubblicati da Amnesty International denunciano 1.176 casi di detenuti torturati in carcere e 500 sparizioni forzate solo nel 2015.
Inoltre, Declich decide di denunciare i rapporti di Italia ed Egitto. Infatti, fino a quando questo Stato di polizia non ha toccato direttamente l’Italia, nel nostro Paese non solo si è taciuto sulle violazioni dei diritti umani, ma addirittura il premier Renzi ha stretto la mano a questo spietato dittatore, dichiarando:” La tua guerra è la nostra guerra”, in nome della “lotta al terrorimo”, riconoscendo Al-Sisi come un “grande statista”. Non dimentichiamo che negli ultimi anni l’Italia si è confermata secondo partner economico a livello mondiale dell’Egitto e primo in Europa, secondo mercato in assoluto per le esportazioni, non dimentichiamoci che L’Eni ha enormi interessi in Egitto, e che l’alleanza con il Cairo è necessaria per qualsiasi iniziativa militare in Libia, altra cruciale piazza petrolifera. Le lacrime di coccodrillo che il premier Matteo Renzi ha versato per Giulio sono ancora una volta lo specchio dell’ipocrisia di un Paese che vende le armi a Stati di polizia e poi piange i suoi morti. Ricordiamoci che solo nel 2014 sono ammontate a circa 30 milioni di euro le esportazioni italiane di pistole, fucili, carabine e simili verso regioni come Algeria, Tunisia ed Egitto, e che il 6% delle armi presenti in Africa sono di fabbricazione italiana.
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Leggi il rapporto di Amnesty International sulle sparizioni forzate in Egitto