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Per molteplici ragioni la maggioranza degli inglesi ha votato a maggioranza per la #Brexit.
Ci sono molteplici motivi che hanno convinto 17 milioni di elettori a votare Leave e 16 milioni a votare Remain, senza scordare i parecchi milioni che sono rimasti a casa.
Che la campagna del Leave sia stata una campagna razzista, nazionalista, xenofoba, basata sugli egoismi proprietari di una nazione tutto sommato più ricca di quelle con cui è associata entro l’UE è un dato che è inutile nascondere. E’ veramente strano esprimere soddisfazione per la sconfitta di Merkel e Hollande, guardando il ghigno sornione di Farage e Boris Johnson.

Come dice Bascetta nell’articolo: “Le vele gonfie del nazionalismo in Europa”.
“Un patetico Nigel Farage, leader dell’ultranazionalista Ukip, proclama il trionfo del Leave contro multinazionali e poteri globali. Se non facesse impressione sentire questo torvo figuro proclamare «il giorno dell’indipendenza» britannica, ci sarebbe da farsi una sonora risata. Eppure la favola che uscendo dall’Europa si diano le condizioni per un ripristino della sovranità popolare, nello stato in cui versa, ovunque, la rappresentanza politica, continua a vantare un certo seguito.”

Eppure come Bifo scrive nella “notte europea”, pensiamo che ci sia modo di comprendere le ragioni del “grande abbaglio” preso dalla working class inglese.
“I lavoratori inglesi che hanno massicciamente votato per la Brexit hanno preso un abbaglio colossale: l’aggressione anti-sociale del neoliberismo è iniziata proprio nel paese di Margaret Thatcher. Il nemico dei lavoratori inglesi non è l’Europa, ma l’eredità di Margaret Thatcher. Non l’Inghilterra doveva uscire dall’Unione Europea, ma l’Unione europea doveva liberarsi del male inglese. Purtroppo è tardi per farlo, perché l’Unione europea, dopo avere contratto il male inglese, è da tempo ridotta a un dispositivo di impoverimento della società, precarizzazione del lavoro e concentrazione del potere nelle mani del sistema bancario. Gran parte delle motivazioni che hanno portato i lavoratori inglesi a votare per la Brexit sono perciò comprensibili nonostante tutto.”

Altrettanto squallido sarebbe però, oggi, subire talmente il ricatto fi-nazista da schierarsi al fianco di quella burocrazia europea che ha sconfitto l’anelito internazionalista, solidale e sociale del processo di superamento dei confini che ha accompagnato la costruzione europea.
Una tecnocrazia prona ai poteri finanziari, tra cui quello potentissimo della City di Londra, e le cabine di comando dell’ordoliberismo (cioè il neoliberismo in salsa tedesca), che ha dichiarato da tempo di volersi sbarazzare della democrazia, di voler guidare il continente con il pilota automatico.
Ci sono dei “democratici” che si scatenano per proporre la sospensione del suffragio universale e molti, alle nostre latitudini che vorrebbero liberarsi della seccatura del popolo bue, quello razzista perchè incolto, come se questa declinazione fosse una inevitabile caratteristica genetica di chi nasce a troppa distanza dal centro. Su questo punto la pensiamo come Alesandro Robecchi nel suo “popolo colesterolo”.
“Ma resta il problema: ammesso e non concesso che il 52 per cento dei britannici sia incolto, burino, razzista, ignorante, stupido ed egoista, quale democrazia matura mantiene più della metà del suo popolo in condizione di incultura, burinaggine, razzismo, ignoranza stupidità ed egoismo? E’ una specie di equazione della democrazia: se i poveri sono ignoranti bisognerà lavorare per avere meno poveri e meno ignoranti. Questo significa welfare e riduzione delle diseguaglianze, mentre invece da decenni – in tutta Europa e pure qui da noi – si è ridotto il welfare e si è aumentata la diseguaglianza. La sinistra dovrebbe portare il popolo alla Tate Gallery, non sputargli in un occhio dicendo che è diventato razzista…

Il risultato immediato, è che intanto, mentre la storia fa il suo corso, le prime vittime sono i lavoratori polacchi, gli studenti europei, i migranti che popolano la ex-capitale del primo Impero mondiale (che con la City non ha mai perso del tutto questa vocazione). Gli Hate-Crimes, ovvero gli attacchi fascisti e xenofobi si sono moltiplicati nei giorni immediatamente seguenti al voto per la #Brexit.
Invitiamo ad una lettura dell’Indepedent per leggere quello che già l’omicidio di Jo Cox ci diceva: a vincere sono stati i nazisti. Il nostro problema è come mai lo abbiano potuto fare utilizzando, assieme alla loro merda, così tanti argomenti che sembravano buoni come quello di fare del male per una volta alla finanza e alla burocrazia che non perdono mai.

Stare in basso, a sinistra, dicevano gli zapatisti una manciata di anni fa ed è quello che vorremmo fare noi, eppure cerchiamo la strada in un tempo in cui la parola sinistra viene disgustosamente tradita nella bocca di una parte della elite classista di governo e, nel mentre, in basso, proliferano le guerre tra poveri.
La classe diceva Marx, si ma anche la coscienza di classe. Qua dentro vi è un limite che sembra insuperabile.
Che le lotte ci mostrino la strada, come ora in Francia, dove il movimento contro la Loi Travail è insieme il peggior incubo di Hollande e di Le Pen.

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