I NOSTRI DIRITTI PIU’ IN ALTO DEI VOSTRI INTERESSI! QUE SE VAYAN TOD@S!
Cacerolazo popolare al primo consiglio comunale davanti a Palazzo Marino
A Milano due Manager si contenderanno la poltrona da Sindaco di Milano per i prossimi, forse, 5 anni. Due manager con alle spalle una lunga carriera fatta di speculazione e a braccetto con chi “conta” in questa città. Uno, Parisi, burocrate socialista trasformatosi in City Manager durante la giunta ciellina di Albertini; l’altro Sala, simbolo di Expo, che tra cementificazioni e infiltrazioni ‘ndranghetiste è lo specchio del modello di sviluppo lombardo.
Due facce della stessa medaglia. Due nomi per lo stesso modello. Infatti questa è stata la campagna elettorale più asettica a cui abbiamo assistito da anni; questo per dirci che non c’è una vera scelta, che quella che abbiamo davanti è l’unica Milano possibile per il futuro.
Una Milano città della moda e dei grandi eventi, pronta a stendere passerelle ai soliti palazzinari e sorda ai bisogni di chi una casa non ce l’ha perché non ha redditto sufficiente per un affitto di mercato. Una Milano con un sistema regionale clientelare e mafioso, spesso coinvolto in scandali e favoritismi, dove vengono difesi gli interessi di pochi a discapito dei diritti di molti: lo mostra benissimo la nuova proposta di legge sull’edilizia residenziale fatta di discriminazioni verso i più deboli, di chiusura delle assegnazioni in deroga per emergenza delle case popolari, di apertura a terzi nella gestione del patrimonio pubblico.
Una Milano che dell’accoglienza dei rifugiati e dell’emergenza abitativa ha fatto un business redditizio, sfruttando chi soffre per poter spartire appalti di gestione e soldi a cooperative, comunità, dormitori: è una scelta non risolvere strutturalmente quest’emergenze perché significherebbe smettere di speculare e togliere linfa a quel sistema mafioso e clientelare che governa la città da decine di anni.
Comunque vada questo ballottaggio, sarà un successo: per palazzinari, speculatori e affaristi.
Già si possono sentire le loro rida di gioia e lo sfregarsi delle loro mani: fior fior di appalti pioveranno per “riqualificare” i nostri quartieri popolari e per cementificare ancora con l’“housing sociale”.
La “giunta della partecipazione” ha avuto un tale successo da far registrare un record di astensione al voto: più del 45% hanno rifiutato la scelta della Milano che è stata proposta.
Dopo cinque anni di giunta arancione, il conto rimasto incompiuto è molto alto e questi continuano ad essere i numeri dell’emergenza abitativa: 10mila sono le case popolari ancora vuote, 24 mila le famiglie in lista d’attesa solo a Milano (di cui l’80% con reddito complessivo isee inferiore ai 7mila€) , 32.249 le richieste di sfratto nel 2015, davanti a questi numeri Comune e Regione, Aler e MM hanno sempre fatto orecchie da mercante.
In campagna elettorale la parola CASA si è sentita risuonare solamente nei proclami populisti e legalitari o abbinati ai progetti di “riqualificazioni” agevolate per i soliti palazzinari, nonostante abbiano tra le loro fila, senza nessuna vergogna, personaggi come Osnato, condannato per appalti Aler. Allo stesso tempo il tema casa è stato oggetto spesso di campagne securitarie, si proclamano sgomberi di massa, facendo i forti con i deboli e i deboli con i forti, si fa pagare una non gestione tutta politica del patrimonio pubblico e dell’ emergenza casa a chi è più in difficoltà, salvo poi essere pronti e servili a qualsiasi progetto di gentrification, basta che attragga capitale.
QUE SE VAYAN TODOS! è l’immaginario che unisce le lotte di chi non è più disposto a farsi rappresentare da un branco di politici mafiosi e ladroni e dai tecnici del sacrificio al servizio della finanza.
QUE SE VAYAN TODOS, è rimbombato nelle strade delle città in Argentina nel 2001 per dire tra il rumore assordante dei cacerolazos,”che se ne vadano tutti, non ne resti uno solo!”
QUE SE VAYAN TODOS, l’abbiamo detto anni fa e continuiamo a dirlo tutt’ora, perchè davanti a noi abbiamo una casta arrogante, troppo impegnata a difendere i propri privilegi e i propri poteri per pensare ai bisogni delle persone che vivono questa città.
Per questo noi non ci stiamo a vederci rifilare come unico modello possibile di città quello che vorrebbero imporci. Per questo, dal basso, quotidianamente, all’interno dei nostri territori costruiamo reti di solidarietà per dare una risposta concreta alla crisi, per smascherare la guerra tra poveri con cui vorrebbero coprirci gli occhi, per riprenderci ciò che è nostro, per costruire un territorio solidale…comunque vada.
Comunque vada….. durante il primo consiglio comunale, mentre dentro alla “casa dei milanesi” daranno vita al solito teatrino dei giuramenti dei consiglieri, saremo fuori da Palazzo Marino a dar vita ad un cacerolazo popolare, un PRESIDIO RUMOROSO, che rivendichi il diritto di vivere con dignità nella metropoli della finanza, dalle case per tutti all’acqua veramente pubblica passando per una città antifascista e accogliente, per una città costruita in base ai diritti di chi la vive e non in base ai profitti di pochi!
Porta pentole, fischietti, coperchi e tamburi! PARTECIPA _ATTIVATI_ LOTTA
STAY TUNED www.cantiere.org