Questa mattina abbiamo cacciato Salvini dal mercato di via Osoppo. Voleva fare la solita campagna elettorale seminando in un quartiere popolare come San Siro il germe delle sue politiche d’odio e intolleranza.
Chi per anni, seduto sulle poltrone della regione Lombardia come la Lega Nord, ha distrutto i più elementari diritti come la salute e la casa, non è il benvenuto in un quartiere popolare dove la crisi si sente tutti i giorni.
Questi signori sono i veri responsabili delle mancanza di diritti, che non contenti, addossano ai migranti ogni responsabilità per il malessere sociale, cercando di coprire così le proprie responsabilità di ladroni, corrotti e devastatori di welfare che si assumono ogni volta che detengono un briciolo di potere.
Per esempio, nella Lombardia di Roberto Maroni la giunta del consiglio regionale è stata arrestata in massa per collusione mafiosa, i tagli all’istruzione hanno portato la regione al terzo posto per abbandono scolastico, l’ente universitario per il diritto allo studio è stato smantellato, la possibilità di accedere ad un alloggio popolare è stata seriamente compromessa e ora vieni proposta una legge che mira a privatizzare e distruggere l’edilizia residenziale pubblica.
Una triste passerella per Salvini in campagna elettorale: a San Siro non c’è spazio per razzisti e fascisti, non c’è spazio per le loro politiche d’odio e intolleranza, per le loro speculazioni sui nostri diritti e la nostra vita.