VOTARE SI significa garantire che raggiunta la scadenza della naturale concessione alle compagnie petrolifere non venga elargita un’ulteriore licenza INDETERMINATA, fino all’esaurimento delle risorse .
Il 17 aprile 2016, le cittadine e i cittadini italiani sono chiamati a esprimere il proprio parere per evitare che i permessi di trivellazione, per la ricerca di idrocarburi entro le 12 miglia, nei mari italiani possano proseguire oltre la data di scadenza, per tutta la “durata della vita del giacimento”, come prevede la nuova norma del pacchetto della “Legge di Sostenibilità”.
Un altra volta sono colpiti i nostri territori, che vengono costantemente devastati e sfruttati, la popolazione viene messa in secondo piano, senza dare a essa la possibilità di esprimere un proprio parere in merito.
La speculazione delle multinazionali con la complicità del Governo tenta di avere nuovamente la meglio, togliendo ogni scadenza temporale e lasciando la possibilità di appropriarsi di una risorsa pubblica a tempo indeterminato.
Continua a non essere chiaro perché le compagnie petrolifere debbano godere di un privilegio che non è dato, giustamente, a nessun altro, e che si aggiunge a tanti altri, agevolazioni fiscali, sussidi indiretti o royalties molto vantaggiose, che Legambiente ha quantificato in circa 2,1miliardi di sussidi diretti o indiretti all’anno all’intero comparto.
La scelta delle varie concessioni, certamente non va verso il raggiungimento di un “bene comune” , anzi continua a ricalcare vecchi modelli economici di sfruttamento.
L’interesse da parte del Governo è di “nascondere” la nuova legge e gli effetti sulle politiche economiche e territoriali in Italia.
Questa metodologia è appoggiata dal “Silenzio-assenso” , ossia: caso in cui l’ente preposto alla sovraintendenza, una volta interpellato, non esprimesse il proprio parere entro 60 giorni, il suo silenzio viene interpretato come consenso alla realizzazione dell’opera in questione.
Il Governo mostra chiaramente di voler utilizzare tutte le armi per evitare il pronunciamento democratico.
Decidere di fissare il giorno del referendum nella prima data utile , troppo vicina per sensibilizzare la popolazione e dare vita a una campagna referendaria che metta al centro del dibattito pubblico e politico quelle scelte energetiche (come rinnovabili ed efficienza energetica),farà si che andranno sprecatati non meno di 300 milioni di soldi pubblici.
Questa serie di scelte fanno parte del “Sblocca-Italia”, 45 articoli focalizzati sulla messa a profitto del territorio e quale sia l’idea di sviluppo del Governo Renzi:
Grandi opere costruite grazie a soldi pubblici e defiscalizzazione, gestione dell’acqua ancora saldamente nelle mani di privati gestori, inceneritori come siti di interesse strategico, aumento della cementificazione e di opere “eco-mostri”, estrazione di petrolio e gas; inoltre impediscono, agli enti locali, di dichiararsi contro perché intervengono dei SUPER COMMISSARI, che prendono in mano la gestitone dell’area interessata.
Suona alquanto ipocrita tutto ciò, soprattutto se pensiamo a come si è concluso il COP21 a inizio dicembre 2015: impedire l’innalzamento della temperatura globale oltre i 2 gradi, per cui c’è la necessità di tagliare l’uso dei combustibili fossili.
Suonano come buffonate tutte le dicerie sulla necessità di avere delle trivelle per l’estrazione di idrocarburi nei nostri mari.
Teniamo conto che: esse ricoprono meno del 1 % del fabbisogno nazionale, per quanto riguarda il petrolio, e meno del 3% i gas e , giacché la proprietà degli idrocarburi è di chi l’estrae, e solo il 7% del suo valore va nelle casse dello Stato, questi vengono esportati dalle compagnie.
Il prezzo che il territorio paga è davvero alto invece, in mare aperto il quantitativo di deposito sul fondo di materiale inquinante è pari a 38 mg per mq (ben oltre le soglie per legge comunitaria) , e 2/3 delle piattaforme produce gas che superano i livelli imposti di tossicità.
Le attività di routine delle piattaforme possono rilasciare sostanze chimiche inquinanti e pericolose per l’ecosistema marino, come olii e greggio (nel caso di estrazione di petrolio) e metalli pesanti o altre sostanze contaminanti (anche nel caso di estrazione di gas), con gravi conseguenze sull’ambiente
Chiaro che gli interessi difesi sono, innanzitutto, quelle delle lobby petrolifere e del fossile a discapito dei cittadini che vorrebbero meno inquinamento, delle migliaia di piccole e grandi imprese che stanno puntando sull’energia pulita o di quei comuni che stanno realizzando dal basso l’auto-produzione e l’indipendenza energetica.
L’impegno del Governo è abbastanza cristallino: neutralizzare sei i referendum originari e fermare l’opposizione dei cittadini e delle regioni.
http://www.cantiere.org/12649/3-aprile-cenaincontro-no-triv/