Da diverse settimane abbiamo visto fortissime proteste contro il candidato alla presidenza americana Donald Trump, che hanno fatto saltare diversi convegni dell’imprenditore, l’ultimo proprio ieri in Arizona.
Il personaggio di Donald Trump, in testa per essere sotto i riflettori nella corsa a queste elezioni per le sue dichiarazioni a dir poco discriminatorie e razziste, non ha nulla da invidiare a partiti come la Lega Nord di Salvini o il Front National di Marine Le Pen. Tra le proposte del suo programma politico vediamo la chiusura delle frontiere per tutte le persone di religione musulmana (fatta dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi) e un ampliamento del muro al confine con il Messico per dire “stop all’invasione illegale dei messicani”(vi ricorda qualcosa?). Insomma, quest’uomo delle banche ha deciso di giocare la partita delle elezioni portando avanti dichiarazioni dirette e sul web che fanno rabbrividire, e che ricalcano perfettamente le politiche di respingimento dei governi della Fortezza Europa. Tutto questo, però, non è stato lasciato passare con un silenzio/assenso, ma ha visto un movimento di protesta scatenarsi e riuscire a bloccare la maggior parte dei comizi che Trump avrebbe dovuto tenere in diverse città. Questo movimento, da Chicago all’Arizona, ha portato il messaggio principale di “Stop the gang of hate!” “Liberiamoci dalla casta dell’odio!”.
Insomma, sembra che negli USA ci sia qualcuno che fa dichiarazioni di stampo apertamente fascista e che un nuovo movimento, diverso (o meno), ma che sicuramente ha delle connessioni con il portato antirazzista di “Black lives matters”, stia parlando al Paese per dire che è arrivato il momento di smetterla con la diffusione dell’odio per il diverso, ma che insieme dal basso si può costruire un futuro migliore.
E noi lo diciamo anche qui, nella Fortezza Europa, che altri mondi sono possibili, che bisogna smetterla di alimentare le guerre in tutto il mondo e in tutte le città, bisogna smetterla di vendere armi e diffondere guerra tra poveri e razzismo. La soluzione non sono muri e non sono respingimenti, ma la solidarietà e l’autorganizzazione dal basso, la costruzione di comunità meticce e resistenti.
STOP WAR NOT PEOPLE! STOP THE GANG OF HATE!
Leggi l’editoriale di Jacobin Mag: Trump and the Tea Party
“Continuiamo ad ignorare chi ha creato l’Isis”, Noam Chomsky
Leggi l’appello per lo spezzone meticcio “Stop war not people” del corteo del 25 aprile.