Bloccato lo sgombero di Via Civitali 30. Una mattina di resistenza e lotta a San Siro.
Durante la consueta colazione antisgombero che anima tutte le mattine il cortile di via Civitali 30, è giunta la notizia che in una piazza vicina si stavano radunando mezzi delle forze dell’ordine e dei traslochi.
In poche decine di minuti in un centinaio di solidali, abitanti, occupanti ci siamo radunati nel cortile di Civitali 30 per difendere le famiglie che li ci abitano e difendere un diritto di tutti.
La viabilità della zona era stata bloccata per permettere l’operazione di polizia (la linea 98 ha subito una deviazione per più di 2 ore) ed erano già giunti sul posto gli operai che avrebbero dovuto recintare la zona, subito dopo lo sgombero.
Evidentemente la mobilitazione immediata del quartiere e la risposta decisa di chi abita in questo cortile ha fatto desistere dall’intervento le forze di polizia: dopo più di 2 ore, appostate nella pizza vicina, abbiamo visto andare via prima le camionette e i furgoni per i traslochi, poi gli operai e infine la 98 riprendere a circolare normalmente.
Sorrisi e bandiere sventolanti hanno festeggiato questa piccola vittoria. Siamo consapevoli che nei prossimi giorni ci riproveranno: non temete, come questa mattina ai nostri posti ci troverete!
Pronti a difendere il nostro quartiere e la nostra dignità!
Via Civitali 30 è da anni al centro delle mire speculative di Aler: nel 2003 furono stanziati 7 Milioni di € per la ristrutturazione di 4 scale del cortile. Il primo progetto prevedeva l’abbattimento e la ricostruzione di queste scale, ma una mobilitazione degli inquilini e degli abitanti dei quartiere, lo blocco, proponendo un progetto alternativo che prevedeva solo la ristrutturazione.
Lentamente furono spostati gli inquilini di queste palazzine, tranne alcuni che si rifiutarono di lasciare la casa ( alcuni proprietari e inquilini che da anni vivevano li e non accettavano di andare da un’altra parte in città ). Per anni 2 scale rimasero interamente vuote ( più volte in questi anni ne abbiamo denunciato pubblicamente l’abbandono ), mentre le altre 2 furono occupate da famiglie in stato di necessità, che vedendole vuote, ne fecero la propria casa.
Ora ci vivono 30 nuclei familiari, di cui 25 sono occupanti per necessità e 5 inquilini regolari o proprietari. Dopo anni di abbandono, due mesi fa Aler si risveglia dal letargo e con massima urgenza dispone lo sgombero di queste ultime due scale: a detta di Aler devono partire i lavori al più presto, altrimenti perdono i fondi per la ristrutturazione ( altri, diversi da quelli che si sono già mangiati! ). Chi vive in queste palazzine è parte di quell’emergenza abitativa che sta dilagando in città e rivendica un diritto fondamentale, quello ad avere un alloggio in cui vivere dignitosamente.
Mentre a Milano crescono gli sfratti ( 15mila nel 2015 ) e salgono le famiglie in lista d’attesa per una casa popolare ( 24mila ), la scelta di Comune, Aler e Regione è quella di continuare a gestire l’emergenza come un problema di ordine pubblico, invece di trovare delle soluzioni concrete: per ogni sgombero vengono spese migliaia di euro, per lasciare un’altra casa popolare vuota ( solo a Milano ci sono 10mila case popolari vuote e riscaldate ), le famiglie vengono messe in comunità per cui il Comune spende fino a 50 € al giorno per persona.
In questo contesto la Regione Lombardia mira a far passare una riforma che permetta di speculare ancora sulle case popolari. Aler dopo aver fatto un buco di bilancio di oltre 400 Milioni di € attraverso consulenze d’oro, appalti truccati e finte ristrutturazioni ( come in Via Civitali 30 ), ora pensa di recuperare questi soldi mettendo in vendita 10mila case popolari ( su un patrimonio di 40mila ). A Roma esce lo scandalo di Affittopoli, che poco ci stupisce, e che anni fa venne fuori anche a Milano. Questi esempi rendono chiara la volontà di non guardare ai bisogni delle persone e di non risolvere l’emergenza abitativa: è un BUSINESS, che fa gola ai soliti noti!
Come Comitato Abitanti San Siro e come sindacato Asia Milano, continueremo a denunciare queste politiche assassine e a costruire dal basso un territorio resistente e solidale, bloccando sgomberi e sfratti e difendendo la nostra città dalle grinfie di questi speculatori!
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