MERCOLEDì 27 GENNAIO H. 18,30 @ CANTIERE VIA MONTEROSA 84
Jean Bapriste Malet è un giornalista d’inchiesta francese, autore tra gli altri del libro “En Amazonie. Infiltré dans le “meilleur des mondes”’ e, in questo caso, soprattutto di “Derrière les lignes du Front National. Immersions et reportages en terre d’extrême droite”
Per il 28 e il 29 gennaio la Lega Nord sta organizzando un convegno con esponenti di partiti neonazisti europei. Tra i nomi spicca sicuramente quello di Marine Le Pen del Front National, indiscusso ospite d’eccezione.
Il front National, infatti, è sicuramente all’avanguardia tra le formazioni di estrema destra in termini di capacità di riscossione di consenso, in una partita giocata innanzi tutto sulla base dell’oscurantismo neo-crociato antiabortista e omofobo e sulla retorica razzista del “prima i francesi” e della produzione delle condizioni di esclusione, emarginazione e negazione di ogni prospettiva per le diverse generazioni di Banlieu.
Niente di cui stupirsi troppo, considerando che il fondatore del Front National Jean Marine Le Pen è stato dichiaratamente antisemita e negazionista dell’Olocausto (nonchè sostenitore della pena di morte, della chiusura delle frontiere, dell’uscita dall’Europa in chiave nazionalista), ma interrogarsi su cosa si trova “dietro le linee del Fronte”, sulle ragioni di un consenso in crescita, sulle implicazioni sociali e culturali di questo partito ci sembra fondamentale, anche per capire esattamente cosa i leghisti nostrani mirano a importare.
La strage di Parigi ha rappresentato tra le altre cose un fattore veramente notevole di shock, capace di condensare tensioni, paure, contraddizioni e di catalizzare le retoriche xenofobe e guerrafondaie di mezza europa (come pure nel caso del “capodanno di Colonia” e del dibattito nato da qui). I fattori, le cause, le conseguenze e le implicazioni sono quanto mai articolati, ma sicuramente la costituzione capillare delle banlieu come ghetti in cui confinare i più poveri, le generazioni migranti e meticce, limitandone l’accesso ai diritti e soprattutto le prospettive di futuro, riscatto e dignità ha una responsabilità enorme nell’alimentare i fondamentalismi di ogni natura e nell’armare la disperazione. Chi si riempie la bocca di proclami guerrafondai agitando lo spauracchio che “il nemico ce lo abbiamo in casa” è tra i principali responsabili di questa condizione ed esso stesso il primo nemico.
Qual’è il ruolo del Front National e del modello che Salvini vorrebbe copiare, ovviamente nel panorama degli altri poteri tanto fascisti quanto neoliberisti (spesso e volentieri due facce della stessa medaglia) nel contesto delle premesse e delle conseguenze di fatti come quelli del 13 novembre?
La sfida è quella tra una concezione della città e della vita delle persone come ghetto e gabbia senza diritti nè prospettive o piuttosto invece come territori resistenti e spazi di costruzione di mutuo soccorso, libertà e altri mondi possibili.
In Francia come in Italia esistono Front National e Lega Nord: conoscerli e capire i processi sociali in cui sono coinvolti significa dotarsi degli strumenti per seminare anticorpi, cultura e memoria partigiana contro l’ignoranza del razzismo e del fascismo a partire dai luoghi del sapere, quartieri meticci e solidali contro ogni forma di fascismo e fondamentalismo, solo per fare alcuni esempi.
Ne parliamo con Jean Baptiste Malet.
A SEGUIRE CENA FRANCESE!