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Facebook ha comprato WhatsApp.
Come impatta su di noi ? come stanno reagendo gli utenti ?
Quando non c’erano i telefoni, tra il 1920 ed il 1930, ci si trovò davanti ad un problema mai realizzato prima: a nessuno interessava avere un dispositivo con il quale non potevi chiamare nessuno.
Poi i telefoni iniziarono a diffondersi, con un trucco studiato nel marketing aziendale approfondito a fine pagina [0], e da lì tutti volevano averne uno. perché ? perché non era più uno strumento ingombrante fine a se stesso, era lo strumento ingombrante con il quale potevi raggiungere tutti.
Da quell’esperienza si capì che “una rete ha un valore proporzionale alla quantità degli elementi ad essa connessi”. In questo momento ci sono vari social network rilevanti, nel mondo: Facebook, V kontakte, QZone o Orkut [1]. Ma quello che importa non sono le loro funzionalità, ma la quantità di persone a loro connesse.
Quello che che ha valore è che su facebook ci trovi “tutti quelli che conosci” e quindi vai su lì anche se sai che l’NSA spia quei dati, anche se non puoi condividere tutto quello che vorresti, eccetera. Questa aggregazione è un effetto che si presenta in ogni rete.
Quando una rete cresce più delle altre, diventerà più difficile per i concorrenti riuscire a pareggiarla. E’ un effetto di monopolio che si consolida, al momento che nessun antitrust considera come un problema (e pochi governi europei hanno cercato di metterla giù in questi termini, quindi per ora questa cosa non vuole essere risolta) [2]
Quindi il grandissimo valore economico di Facebook non dipende solo dalle finestrelle blu, ma dal fatto che un miliardo di utenti sono iscritti, e questo garantisce l’iscrizione di altri futuri utenti, oltre che la fidelizzazione dei primi che non hanno alcun motivi per cercare un nuovo social network in cui non trovano nessuno.
WhatsApp allo stesso modo, è una delle varie applicazoni che ti fanno scambiare messaggi, audio, e immagini usando Internet, quindi senza pagare la rete telefonica. Ma il suo valore non sta nella tecnologia, sta nel fatto che ha centinaia di milioni di utenti, e qui ancora vediamo l’effetto monopolistico in atto.
Quello che si sapeva, ma c’è voluto l’eroe Edward Snowden a rivelarlo ed a renderlo un elemento di dibattito, è che chi analizza i social network sa, in tempo reale, come si sta muovendo una popolazione, una città, un movimento, un’azienda, una coppia, una persona, le sue amicizie e come la influenzano. Più dati descrivono queste relazioni, più è facile avere una mappa in tempo reale delle sue attività.
A questo punto, la persona comune, avrà già alzato le sopraccilia pensando “ma di me chi se ne frega ?”
E’ una nuova situazione di debolezza nella quale si trova la società civile. Può anche non essere importante per la persona comune del 2014, allo stesso modo in cui, al paesano dell’anno 600, non importava sapere chi fosse il suo duca. Fatto sta che il duca l’avrebbe protetto dall’arrivo dei barbari, e se avesse potuto sceglierlo, avrebbe scelto il migliore nei suoi interessi.
In questi 1400 anni i barbari han cambiato volto, i duchi pure e naturalmente le invasioni.
Questa invasione, quella che consente ad una società privata che ha come solo scopo quello di fare soldi tramite i dati degli utenti, è l’ultima forma di guerra alla quale siamo soggetti.
Dopo questa introduzione, il lettore dovrebbe inizare ad intravedere qualcosa. Che Facebook + Instagram + WhatsApp, contro, Microsoft + Bing + Yahoo + Tumblr + XBOX, contro, Google + Youtube + Android + Chrome, contro, Apple + iCloud… sono le quattro tribù barbare più vicine a noi.
Non bruciano le foreste, non stuprano le donne, non rubano il bestiame. Stanno agendo ad un livello più subdolo e, considerando il periodo di cambiamento che dagli anni 2000 tutto il pianeta sta vivendo, molto spesso riescono a mostrare il loro lato positivo, la loro utilità sociale o la loro affermazione sul mercato. Questo consolida ancora di più i loro marchi, che rimarranno dominanti per altri anni.
Forse è ora di chiudere con l’introduzione che tanto, ti assicuriamo, è stata la parte più lunga.
La crittografia
Fare parte di una di queste reti, in questo momento, è utile alla persona per esprimersi e per rimanere in contatto con il mondo, ma lo rende soggetto di un sistema di controllo che si autoalimenta. L’utente dà i suoi dati, i suoi dati attraggono altri utenti.
Eppure alcune tecnologie vengono realizzate per dare delle garanzie agli utenti. Quindi la garanzia che nessuno possa leggergli i contenuti. E questa garanzia non la si ha come quando un nuovo governo va in parlamento a “raccontare quello che farà, per piacere dateci la fiducia se no non iniziamo neppure”.. quella richiesta di fiducia è un salto nel buio che potrebbe anche essere tradita (e infatti, spesso lo è).
Le tecnologie che danno questa garanzia sono quelle che usano i sistemi di crittografia. La crittografia è un meccanismo matematico che esiste da 2500 anni e viene migliorata di anno in anno. Se non hai mai studiato nulla di crittografia: tutto quello che sai probabilmente è sbagliato, quindi non usarlo come riferimento e lasciti guidare per pochi passi da noi.
La crittografia è un sistema, matematico, per cui i tuoi dati (la tua mail, il tuo sms, la tua telefonata: sono tutti dati) vene trasformato usando una “chiave crittografia”. A quel punto è illeggibile. Solo avendo la giusti chiave crittografica, si potrà ritornare al dato originale.Il sistema matematico (non temere, non dovrai mai fare nessuna operazione tu perché ci pensano i computer) non deve essere segreto. Non serve sia segreto: se è segreto, spesso è fatto per ingannarti. I migliori sistemi crittografici sono studiati pubblicamente, e vengono rivisti costantemente. Solo la chiave deve essere segreta.
Per questo motivo, quando una nuova tecnologia ti dice che “proteggerà i tuoi dati con la crittografia di cippirimerlo” prima vedi se almeno indica che algoritmi usa. E poi non basta, poi qualcuno che ci capisce deve dirti se li sta usando bene, se sta usando quelli giusti per il tipo di dato che va a proteggere, ed altre accortezze.
Questo è necessario dirlo perché recentemente, dopo che WhatsApp è stata comprata da Facebook, è stato chiaro a molti attenti osservatori che il potere di analisi di Facebook sarebbe aumentato a dismisura.
L’equivalente del Garante della privacy Tedesco, ha esplicitamente suggerito ai suoi cittadini di lasciare WhatsApp [4] e di cercare servizi che proteggessero gli utenti, per due motivi:
* I tuoi dati valgono, un sacco. Darli gratuitamente a chi non sai come li userà, è come non lottare neppure quando i barbari ti bruciano il tetto di casa; è il comportamento di uno schiavo assoggettato ad un potere che non riesce neppure ad immaginare la vita senza il padrone. Essere immersi nell’acquario di facebook ha questo effetto.
* Ogni comunicazione che non è protetta, è da considerarsi, nel futuro, nelle mani del nostro peggior nemico. Perché man mano che i sistemi di sorveglianza massiva aumentano, aumentano le persone che hanno accesso a questi dati, aumenta il mercato nero ed i favori che ci son tra gli stati. E si tratta di attività ancora poco regolamentate e riconosciute tra gli stati, quindi non ci si può neppure sentire tutelati da un regolamento istituzionale. Cosa che comunque non basterebbe, perché non puoi sapere tra 2, 5, 10 anni neppure se sarai un cittadino europeo, o se il motto di Google non sarà cambiato in “Evil ? why not”. Ti stai fidando di uno che non ti dovrà mai nulla, e che ha come sola missione quella di spremerti.
Telegram è la soluzione?
Eppure, e qui si arriva alla conclusione, in questi giorni ci si è lanciati a capofitto su di un’applicazione che si raccontava sicura senza davvero esserlo. Telegram. E’ stato bello vedere gli utenti reagire alla proccupazione di WhatsApp acquistata da Facebook, per noi è stato significativo vedere la risposta massiva alla ricerca di “qualcosa di meno invasivo”.
Purtroppo i valori necessari a questa scelta non sono ancora chiari agli utenti, e faremo in modo di renderli chiari nel tempo, ma per ora indichiamo tre elementi per cui Telegram non è una soluzione, neppure temporanea:
* La crittografia è implementata male, non da crittografici esperti, ma da tecnici che si sono improvvisati tali [3]. Avete presente quei commenti da parte di persone esperte che c’è da leggere, prima di fidarsi di un sistema crittografico? Eccoli [3]. Averci creduto equivale ad aver preso un giubotto nero, molto spesso, con la scritta “giubbotto antiproiettile” e non aver mai chieso in giro se in effetti si tratta di un giubbotto antiproiettile o di un cappotto scamosciato senza maniche. Ora avete su un cappotto e vi credete protetti, questa situazione è ancora peggiore di quando si sa, consapevolmente, di non essere protetti.
* Telegram si ciuccia tutta la vostra rubrica, come WhatsApp. Questo è uno dei dati di maggior valore sul quale Facebook sta mettendo le mani, ed ogni App che installate, che richiede l’accesso alla rubrica, sta avendo la medesima informazione. Avere questa mappa di contatti, contribuisce al potere di analisi di chi sta dietro a Telegram (e alle altre App sviluppate dalla medesima casa editrice, e ai suoi collaboratori terzi di cui non hai mai sentito parlare)
* Non c’è modo di verificare l’identità di chi c’è dall’altro capo della comunicazione. “Ma come no ? Io so se l’amico mio Ginetto mi sta parlando o se suo fratello stronzo mi sta facendo uno scherzo”. Ecco, è più difficile di così, per ora diciamo semplicemente che non c’è modo di verificarlo, e non ha alcun senso avere un sistema di comunicazione crittografato se non hai la garanzia che il destinatario sia davvero quello che immagini.
Le soluzioni adeguate ci sono, ma meritano un articolo dedicato, per farla semplice si chiama TextSecure. Prima di lasciare i saluti del dipartimento di resistenza cibernetica, ricorda il nostro slogan:
NEL MONDO DELLA SORVEGLIANZA, CIFRA TUTTO PER SABOTARE IL SISTEMA!
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Cyber*Resistance
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Note al testo:
[0] Vennero regalati telefoni ai personaggi più influenti dell’epoca, così che poi il cittadino comune si sentisse in grado di poter raggiungerli. E’ funzionato per diffondere la rete.
[1] mappa al medioevale Giugno 2011 dei social network nel mondo.
[2] Questo è il motivo per cui youtube, a suo tempo, fu comprata da google per una cifra apparentemente esorbitante. youtube in quel momento incubava il 60% dei video, e non era ancora il monopolio. Lo stava diventando per l’effetto raccontato sopra.
[3] sono in inglese: http://www.cryptofails.com/post/70546720222/telegrams-cryptanalysis-contest
http://unhandledexpression.com/2013/12/17/telegram-stand-back-we-know-maths/
Altri contributi:
Leggi The New TextSecure: Privacy Beyond SMS e scarica Text Secure Private Messanger by OpenWhisper System
** Leggi il piccolo manualetto di autodifesa digitale per cortei ***