SUL “TERREMOTO” IN STATALE E L’ATTACCO A FILOSOFIA
Tra questa mattina è lunedì 21 (chissà pechè giusto pochi giorni dopo la fine dei corsi) il consiglio di facoltà, il collegio didattico e il consiglio di dipartimento di filosofia stanno votando e discutendo:
-l’istituzione del numero chiuso
-il taglio da 10 a 6 appelli
-la cancellazione della discussione di tesi
-le dimissioni di 7 professori
…ma vediamo di che si tratta quando anche i giornali titolano “TERREMOTO IN STATALE”
7 professori di Filosofia hanno presentato lettere di dimissione e richiesta di trasferimento a Storia.
La ragione? Secondo loro il dipartimento ha tradito la propria “consolidata tradizione di studi”, aprendo più del dovuto le porte all’area scientifica.
Una premessa: da quest’anno il nuovo preside di Facoltà è Corrado Sinigaglia, specializzato nell’area delle neuroscienze. Voci del dipartimento dicono che avrebbe apertamente dichiarato di non riconoscere valore accademico a nulla all’infuori di questa corrente.
Il dipartimento è a rischio? Sì, uno degli unici due (l’altro è Roma) dipartimenti autonomi di Filosofia rischia di essere smantellato. Le dimisisoni dei 7, uniti ad un vergognoso rapporto di 1 a 4 delle assunzioni rispetto ai pensionamenti, pone dei seri problemi di organico.
La didattica subirà conseguenze? Sì, alcuni insegnamenti, come nel caso di Filosofia della Religione, verranno del tutto a mancare, il piano di studi è l’impostazione complessiva dell’indirizzo di studi di chi si è iscritto con aspettative precise (peraltro pagando una delle rette più alte d’Italia)potrà subire mutamenti in corso d’opera, i dottorati già scarsissimi diventeranno poco più di un miraggio.
REAZIONE O INNOVAZIONE? Questi sono più o meno i poli in cui ci viene posta quella che i giornali presentano come una querelle intellettuale tra filosofi.
Ci sembra che in primo luogo sia necessario spostare i termini del discorso e il tema dovrebbe suonare più o meno così
….E LA FILOSOFIA?
Non vogliamo certo farci tacciare di conservatorismo o di rifiuto tecnologico, sia mai. Ci sembra del tutto ovvio che nel 2015 uno studio serio della filosofia e della filosofia cognitiva soprattutto non possa prescindere da un confronto e da una contaminazione con l’area scientifica.
Dopo di che se vogliamo farne un discorso serio vogliamo vedere i laboratori potenziati, vogliamo potervi accedere anche noi dell’area umanistica. Se è vero che la contaminazione scientifica e tecnologica è fondamentale, vogliamo vedere un investimento materiale e non demagogico.
In più un aspetto fondamentale è non scambiare scienza e tecnologia con la dimensione tecnica di una governance che si afferma sempre di più come modello e modus operandi in questo paese e in tutti i suoi livelli di potere: dai governi non eletti, al Rettore Vago. Sostenere che al dipartimento di filosofia nulla che sia strettamente scientifico abbia valore implica delegittimare e fare fuori la natura stessa di una delle aree di studio per sua natura più critiche. Se tecnica significa asetticità allora non ci siamo proprio, se scienza come viene intesa dai vertici Unimi significa imposizione di discorso unico, dominante e incontestabile, senza peraltro che vengano forniti gli strumenti reali per una formazione di pensiero che vada oltre la ricezione ex cathedra, allora non ci siamo proprio.
Non ci stupisce che a rischio smantellamento ci sia proprio il dipartimento di Filosofia: dalla salita al potere di Vago la partecipazione, il dissenso e tutto ciò che rappresenta una produzione potenziale di discorso alternativo è stato gravemente attaccato, pensiamo alla chiusura di spazi di partecipazione studentesca, alla riduzione del numero dei laboratori, la complicazione delle procedure per la proposta e per la realizzazione di iniziative culturali e sociali.
Pensiamo che queste voci di smantellamento del dipartimento facciano il paio con alcune proposte dello stesso preside Sinigaglia proprio per Filosofia:
* l’introduzione del numero chiuso (che è, ci saranno mica troppe persone che amano il sapere?)
* l’abolizione della discussione della tesi (ops, elaborato finale) della triennale (che è, avrete mica addirittura qualcosa da discutere? Ci pensa l’autorità a stabilire il Vero e il Giusto)
* la riduzione da 10 a 6 degli appelli per gli esami (norma che penalizzerà chi è già penalizzato, come gli studenti lavoratori per esempio)
….E LA FILOSOFIA???
Insomma, tra i due litiganti il terzo paga e quel terzo sono gli studenti, la filosofia nel suo senso più pieno di pensiero ricco, critico e aperto, sappiamo che l’università è già in macerie, non ci sembra una buona ragione per regalare anche le macerie ai tecnici di profitto e controllo, nell’Ateneo che ospita già 4 banchieri nel suo consiglio di amministrazione, alla faccia dell’amore per il sapere.
Sappiamo che l’Università è già in macerie e tra queste macerie abbiamo voglia di costruire discorsi e pratiche oltre conservazione e demagoghi.
CUT_COLLETTIVO UNIVERSITARIO THE TAKE
assemblea tutti i martedì h.17,00 @ festa del perdono / atrio bacheche